In un mondo utopistico, tale discorso sarebbe giusto. In un mondo di persone mature, realizzate ma soprattutto, equilibrate, avrebbe perfettamente un senso dire che, il dito puntato verso l'uomo, è sbagliato perchè occorre non fare il profeta del male universale, a spese di un unico gruppo sociale. Lo dico da uomo, che abita in un mondo imperfetto. La violenza è per il 99% maschile. Non è ben chiaro il concetto, c'è molta confusione, chi dice che è istinto, altri che dipende dal vissuto. Probabilmente è vero tutto e non è vero nulla. Di certo, c'è un modo contorto di interpretare il rapporto uomo - donna, quando anche nelle situazioni migliori, degenera, sino a sfociare nella violenza pura. C'è istigazione? Chi può dirlo. Un uomo che non riesce a controllarsi è un pericolo in generale nella società, non certo solo per la propria compagna. Il problema, se proprio vogliamo vederlo da un punto di vista globale, è il crescendo della violenza ed indifferenza che si verifica nella nostra epoca "illuminata". E la gente è diventata indifferente all'uso della violenza, come prima ed ultima risorsa. In questo contesto, ecco che la cronaca nera si dipinge di episodi di una crudeltà, freddezza e ferocia incredibili sulle donne. Ma è il mondo che trasuda violenza estrema, non solo l'essere maschile. A difesa della mia categoria, non dirò nulla, sarebbe inutile. Ho come una sensazione: una bolla che tende a dilatarsi sempre più, sino ad esplodere. Ma invece di concentrarsi sulle cause, che la fanno dilatare, la gente cerca di bloccarla in uno spazio ristretto, per evitare che dilaghi nella società artificiosa e fittizia, creando una pericolosa anomalia; ma ovviamente non è possibile trattenerla e la bolla esplode, trascinando con sè, chi in quel momento si trovi disgraziatamente nelle vicinanze.