Autore Topic: La progressiva distruzione della lingua italiana  (Letto 2321 volte)

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Offline Gianpiero De Tomi

La progressiva distruzione della lingua italiana
« il: Sabato 24 Novembre 2012, 14:59:22 »
La lingua italiana, si sta progressivamente frammentando ed impoverendo, attraverso contrazioni gergali, mezzi d'informazione che diffondono una certa modalità d'espressione, l'uso di parole straniere e la loro italianizzazione in percentuale sempre più alta, ma soprattutto, la diminuzione esponenziale, della capacità di "leggere", qualcosa che sia oltre il semplice libro reclamizzato dai media, utilizzato per l'intrattenimento di 15 giorni di mare. Dove si trova la responsabilità degli intellettuali, che dovrebbero essere i primi depositari della cultura e dell'integrità della lingua di un popolo?

Offline Lorenzo Crocetti

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Re: La progressiva distruzione della lingua italiana
« Risposta #1 il: Sabato 24 Novembre 2012, 15:35:41 »
Sono in pieno accordo con Giampiero De Tomi nel confermare la frammentazione e l'impoverimento della lingua italiana. Purtroppo i linguaggi dei messaggini col cellulare deturpano sempre più questa bella lingua che fu di Dante Alighieri, e i giovani sanno solo "frammentare" le parole e scompare ogni analisi logica e qualsivoglia consecutio temporum.
Cosa ne sarà, andando avanti di questo passo, di questa nostra gloriosa lingua nella quale sono stati scritti capolavori immortali?
Adesso si esilia il congiuntivo, che nell'ambito della seria scrittura elegante, era un vera forza, e non si dice più, ad esempio, "voglio che tu mi dia quella cosa", ma "voglio che tu mi dai quella cosa", il pronome personale sembra anch'esso scomparire, per cui ci si rivolge indifferentemente al maschile o al femminile con il "gli", dimenticando ed abolendo il "le" ("egli le disse" se ci si riferisce a femmina,, "egli gli disse" se invece ci si rivolte ad uomo).
E i punti e le virgole? Sembrano anch'essi destinati a scomparire, sono ammonticchiati nei magazzini e si possono acquistare per poco davvero, si scrivono periodi lunghissimi senza un punto e una virgola, neppure tutti si fosse scrittori come Giuseppe Berto, che nel romanzo "Il male oscuro", che trattava uno sfogo in certo senso psicanalitico, vergava pagine e pagine senza punteggiatura. Ed era arte la sua, inquadranno lo stile in quel contesto.
Quante me ne verrebbe da dire...
L'argomento m'interessa e mi stimola, e non finirei più di scrivere.
Per cui, onde non annoiare per l'eccesso, metto il punto a questa mia lamentazione, che l'articolo del De Tomi ha provocato in me.   

Offline Antonio Terracciano

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Re: La progressiva distruzione della lingua italiana
« Risposta #2 il: Sabato 24 Novembre 2012, 15:53:50 »
Sono perfettamente d'accordo con De Tomi e Crocetti.
E' destino di ogni lingua quello di evolversi, fino al punto, un lontano giorno, di non essere più lei, e di trasformarsi in un'altra (si pensi al latino, e succederà pure all'inglese... )
Ma una cosa è l'evoluzione, un'altra è l'imbarbarimento, che spesso avvertiamo in italiano, come ci fa notare il Crocetti con i suoi esempi.
La funzione degli intellettuali, sottolinea De Tomi, si è alquanto indebolita dopo gli anni Settanta (dove sono più i Moravia, i Pasolini, i Montale? ) e, se esistono ancora, i loro interventi si possono trovare solo su riviste o libri di nicchia, e non più, come fino a una quarantina di anni fa, in televisione in prima serata, dove ora albergano giochi cretini che hanno come unico scopo la vincita di quattro soldi o laidi spettacoli di bambini che cantano o di attori decotti che, pur di restare sulla cresta dell'onda, si impegnano in squallide esibizioni.
E' meglio che anch'io mi fermi...
« Ultima modifica: Sabato 24 Novembre 2012, 15:56:40 da Antonio Terracciano »

Offline Gianpiero De Tomi

Re: La progressiva distruzione della lingua italiana
« Risposta #3 il: Martedì 27 Novembre 2012, 00:51:08 »
Se viene indicato il modo giusto di scrivere, a volte le persone rivendicano il diritto di libertà, che i tempi sono mutati, che occorre adattarsi, che oltre le due righe, la gente non legge, il messaggio non arriva, perchè quello che si afferma, deve avere una forma immediata, un pò come la terribile postura pubblicitaria.Ma non è un'evoluzione, bensì un'involuzione, una progressiva regressione a uno stadio di sviluppo precedente. Addirittura, tanti di quelli che una volta erano considerati "errori" dai nostri professori, ora li troviamo in modo ricorrente, sulle maggiori testate giornalistiche. Ma non fa nulla, perchè, la maggior parte della gente, legge statisticamente titoli, e sottotitoli, pochi frammenti dell'articolo e le pagine sportive ( stranamente, nell'inutilità del concetto e dei contenuti, scritte a volte, in un italiano perfetto).

Offline poeta per te zaza

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Re:La progressiva distruzione della lingua italiana
« Risposta #4 il: Domenica 14 Aprile 2013, 13:46:37 »
Da bambina, la maestra ci insegnava dei concetti in rima, per ricordarli, come:

"su qui e su qua
l'accento non va".

Ne voglio aggiungere uno io:

"Tra sé e sé:
 introspezione -
 tra se e se:
 indecisione."
« Ultima modifica: Domenica 14 Aprile 2013, 13:54:19 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline maria grazia savonelli

Re:La progressiva distruzione della lingua italiana
« Risposta #5 il: Mercoledì 17 Aprile 2013, 15:11:03 »
personalmente penso che prima di fare osservazioni se su una poesia c'è l'accento o no, si dovrebbe fare una considerazione sul contenuto poetico e sul messaggio del verbo stesso... , assolutamente assenti su quello che ormai si legge sulle pubblicazioni in chiaro... domandarci come mai, dopo un periodo di tempo a volte molto breve,quei pochi che hanno qualcosa da dire se ne vanno , è vero che è il sito di poesie più clikkato , ma da chi??? si potrebbe stilare una lista lunghissima di autori migrati in altri lidi e guarda caso erano quelli che forse sbagliavano un accento, ma che facevano riempire il cuore.... che quando leggevi ti venive da pensare: ecco, questa è una poesia.
Oggi leggo solo versi malamente scopiazzati, o banalità da scuola materna o l'eccesso , terminologie comprensibili solo a chi ha inventato il vocabolario del 2017(quello che deve ancora uscire), abbinate a contenuti inesistenti... ci si regge solo con acclamazioni reciproche e elogi puerili e assolutamente inveritieri .
Le rime scelte, sono l'emblema del sito, quando un esterno apre, si immagina di trovarci il meglio,  sarebbe meglio non ci fosse quella rubrica, visto che sono un altra volta i soliti nomi a farne parte, addirittura con due o più pubblicazioni di cui la qualità, non devo essere io a commentarvela, penso che gli scriventi di questo post, siano tra coloro rimasti che abbiano l'autorità(poetica) e la competenza per valutare.
Questo per l'affetto che mi lega a questa pagine e la stima per chi con tanti sacrifici lo ha fondato e per me, dove ho imparato a guardarmi dentro e forse un giorno riuscirò a sapere in realtà chi sono.(magari sbagliando qualche accento)

Offline poeta per te zaza

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Re:La progressiva distruzione della lingua italiana
« Risposta #6 il: Sabato 20 Aprile 2013, 16:58:00 »
personalmente penso che prima di fare osservazioni se su una poesia c'è l'accento o no, si dovrebbe fare una considerazione sul contenuto poetico e sul messaggio del verbo stesso... (magari sbagliando qualche accento)

Assolutamente vero quello che dici, Turan, ma, se vai a vedere sul forum, ci sono tanti topic
aperti riguardo ai contenuti poetici ed ai messaggi, mentre questo mi pare l'unico che parli
dell' utilizzo scorretto, molto diffuso, della lingua italiana, e solo di questo si intendeva qui dissertare.

Come non si va ad una cerimonia con una macchia sulla camicia, così un bello scrivere può
essere "macchiato", "sporcato" da un apostrofo od un accento sbagliato,  da verbi dalla coniugazione
errata, da parole storpiate o dall'utilizzo scorretto della punteggiatura.

Zaza

« Ultima modifica: Sabato 20 Aprile 2013, 17:08:07 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...