Autore Topic: Domanda irreale  (Letto 4839 volte)

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Offline India

Re: Domanda irreale
« Risposta #15 il: Giovedì 30 Agosto 2012, 15:17:39 »
Giampiero e Alex, Paolo, credo che  la discussione non riguardi i metodi adottati per la stesura definitiva della poesia, su quelli ognuno si regola come crede. Si discute di una poesia già " prodotto finito" ( scusatemi l'espressione), ossia gia pubblicata perchè presumibilmente di gradimento dell'autore. Ebbene questa poesia riletta ad esempio dopo sei mesi, può non piacere più all'autore. Se a me succede, e mi succede spesso, io la lascio come è, non la modifico più. Mi rappresentava in quel certo momento e non cambio una virgola. Concordo con Enzo, In Venere, Pino, Alma, Patrizia etc.

Offline paolo corinto tiberio

Re: Domanda irreale
« Risposta #16 il: Giovedì 30 Agosto 2012, 17:27:43 »
Giampiero e Alex, Paolo, credo che  la discussione non riguardi i metodi adottati per la stesura definitiva della poesia, su quelli ognuno si regola come crede. Si discute di una poesia già " prodotto finito" ( scusatemi l'espressione), ossia gia pubblicata perchè presumibilmente di gradimento dell'autore. Ebbene questa poesia riletta ad esempio dopo sei mesi, può non piacere più all'autore. Se a me succede, e mi succede spesso, io la lascio come è, non la modifico più. Mi rappresentava in quel certo momento e non cambio una virgola. Concordo con Enzo, In Venere, Pino, Alma, Patrizia etc.

se il paolo su di sopra sono io, credo di aver capito bene... avevo inteso proprio la poesia finita... e rimango del mio parere che si può sempre, volendolo, strappare o cancellare, e lasciamo stare la fonderia...  :D
riguardo a ciò bisognerebbe tener presente due cose: che non semper apollus tendit arcuum e può capitare che una poesia, per svariate cause, non ci riesca, che faccia cilecca a rileggerla dopo un po'di tempo, e si può anche buttarla... ancora, la parola si differenzia dall'azione per questo, che se io dè un pugno a qualcuno in seguito posso sinceramente pentirmene, ok, ma il pugno resta... con una poesia invece si può fare che si disfi e ciò che stato è stato solo per il soggetto... insomma, che la parola ferisce come la spada è quasi un'iperbole
« Ultima modifica: Giovedì 30 Agosto 2012, 17:32:01 da paolo corinto tiberio »
salvatico è quel che si salva

Offline Amara

Re: Domanda irreale
« Risposta #17 il: Giovedì 30 Agosto 2012, 18:30:46 »
..il mio pensiero è che i nostri momenti intimi da lasciare intatti al momento in cui vengono espressi in parole.. siano adatti al diario personale..

un testo, che si pretenda di far somigliare a una poesia, è un'opera.. quindi qualcosa che ha bisogno di essere 'costruita'.. il che non significa falsificata.. ma resa quanto più possibile bella..
qui ovviamente entra in gioco il discorso dei diversi canoni di bellezza.. ma lo tralascio, sia perché non è l'argomento, sia perché non sarei in grado di dissertarne..

quindi per me il testo nasce da un'immagine.. da un'intuizione o da un bisogno dell'attimo.. e poi va lasciato decantare.. riletto molte volte ..
capita anche (raramente) di non cambiare una parola.. ma il più delle volte è un massacro.. decapitazioni.. mutilazioni.. strizzate di senso..

insomma.. credo sia chiaro il mio pensiero.. non pagine di diario.. ma opere... riuscite o meno, ma che lo siano..
quindi perché non riprendere anche cose scritte molto tempo prima? è un'operazione difficile, ma se riesce.. non vedo perché no...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Antonio Terracciano

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Re: Domanda irreale
« Risposta #18 il: Venerdì 31 Agosto 2012, 01:14:42 »
In una mia poesia presente nel sito, "Irradiazione" , avevo provato a spiegare che, a distanza di tempo, il valore e la bellezza di una poesia scemano per forza di cose agli occhi del suo autore, in quanto egli non è più l'uomo o la donna di ieri.
Ciò non toglie che la poesia resti di buon valore per quei lettori che stanno vivendo le stesse emozioni provate a suo tempo dall'autore, a condizione, naturalmente, che essa sia stata già precedentemente epurata da eventuali errori ortografici, lessicali, grammaticali, contenutistici e di metrica, per chi ci tiene.
Chi sostiene invece che la poesia non vada mai ritoccata può essere avvicinato non tanto alla nostra tradizione occidentale greco-latina (l'etimologia della parola sottintende "lavoro, elaborazione, forma" ) , ma a quella araba (preislamica) , in cui il termine "shi'r" significa "sentire e percepire affettivamente" (prendo queste notizie dal commento al "Corano" di Federico Peirone, ed. Mondadori, 1984, pag. 526) .

Offline Amedeo Falco Teophilus

Re: Domanda irreale
« Risposta #19 il: Domenica 2 Settembre 2012, 11:33:00 »
Bhe a volte capita anche a me...quando mi trovo in qusete situzioni nn faccio altro che aspettare la notte.. eh  sì!!...perchè vedete, io ci credo ancora che la notte porta consigli, e quando devo correggere una poesia, e/o semplicemnte non ho idee aspetto che cali la notte, per coricarmi sul letto, spegnere la luce dei pensieri e aspettare che la voce magica notturna mi incominci ad aiutare. Forse vi sembrerà un pò strano...ma per me è sato smp un metodo efficace...Ciao a tutti ;D
Amedeo Falco Teophilus