Autore Topic: Aneddoti in poesia  (Letto 24658 volte)

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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #15 il: Lunedì 6 Maggio 2013, 13:56:19 »
Un mito dell'Antico Egitto, quello di Iside e Osiride.

Episodio dell'uccisione di Osiride da parte del fratello Seth.

Faccio narrare il fatto alla vittima:


Io sono Osiride - parlo a Seth



Una bara mi hai mostrato,
mi ci sono coricato.

Sospettavo di un inganno,
perché tu sei un tiranno,
e dacché ti ho conosciuto
non mi sei punto piaciuto.
E, sebbene siam fratelli,
le minacce coi coltelli
me le posso ricordare:
non le hai fatte per scherzare.
E’ per Iside, mi dici,
che siam sempre due  nemici,
ma lei sì, mi preferiva,
mentre te, si sa, aborriva.

Una bara mi hai mostrato,
mi ci sono coricato.

Pur la mamma lo diceva,
il papà lo supponeva:
“Seth è torvo, è tempestoso,
fa che non sia mai geloso,
altrimenti tu lo sai
che verranno presto i guai”.
Ma non volli darle retta.
Ora sfoderi l’accetta,
o mio caro fratellino,
e io sono l’agnellino,
la tua vittima più ambita
a cui togliere la vita.

Una bara mi hai mostrato,
mi ci sono coricato.

Ma che ingenuo sono stato,
era tutto preparato:
le mie membra, le tue azioni,
sparse in tutte le regioni.
Ma la testa l’hai smarrita,
e con essa un’altra vita
il mio occhio irradierà:
Horus mi vendicherà!



« Ultima modifica: Lunedì 6 Maggio 2013, 14:03:25 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #16 il: Lunedì 20 Maggio 2013, 15:28:24 »
VITA D'UFFICIO :)


Sono Renza



Renza fa l’impiegata a Vimercate,
un grande ufficio, con tanti impiegati;
la chiama un tale all’Agenzia alle Entrate,
le espone che gli servono dei dati,
dice ch’è della sezione Imprese,
le manderà un fax per la questione.
“Sono Renza” risponde lei cortese,
“lo mandi pure alla mia attenzione”.

Un’ora dopo, il fax dall’Agenzia
viene inoltrato a chi di competenza,
recante in alto, con bella grafia:
“all’attenzione signora Sonorenza”.




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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #17 il: Lunedì 20 Maggio 2013, 20:53:00 »
VITA D'UFFICIO :)


Sono Renza



Renza fa l’impiegata a Vimercate,
un grande ufficio, con tanti impiegati;
la chiama un tale all’Agenzia alle Entrate,
le espone che gli servono dei dati,
dice ch’è della sezione Imprese,
le manderà un fax per la questione.
“Sono Renza” risponde lei cortese,
“lo mandi pure alla mia attenzione”.

Un’ora dopo, il fax dall’Agenzia
viene inoltrato a chi di competenza,
recante in alto, con bella grafia:
“all’attenzione signora Sonorenza”.





Scusate, ho dimenticato di dire che, se la storia è vera, sono inventate l'ambientazione
(Vimercate) e l'interlocutore che non è dell'Agenzia alle Entrate.

Preciso anche la domanda che ha causato l'equivoco:
- "a chi devo mandarlo, il fax?"

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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #18 il: Sabato 1 Giugno 2013, 21:49:25 »
La cicala e il fungo


La cicala canterina
concertava sotto il sole;
troppo calda la mattina
per le primule e le viole.

“Il mattino al sole è lungo,
meno male che sto all’ombra”
si diceva un mesto fungo
nella macchia d’erba ingombra.

Nelle ore preserali,
ecco arriva un temporale
che coi tuoni e con gli strali
fa tacere le cicale.

“E’ un ombrello, non è un fungo”
pensa tosta la cicala:
“quasi quasi lo raggiungo,
mi riparo alla sua ala”.

“Tu da ombrello stai fungendo
o sei solo un vecchio fungo?”
La cicala sta ridendo
mentre il mesto dice: “FUNGO!”





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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #19 il: Mercoledì 10 Luglio 2013, 23:29:06 »


 
CICERONE
 
In una causa, Metello Nepote si scagliò con una certa acrimonia contro Cicerone rimproverandogli di essere un plebeo. Di tanto in tanto gli rivolgeva la domanda: Chi è tuo padre? Cicerone per un po’ lo lasciò parlare, poi gli rispose: A te non posso chiedere la stessa cosa, o Metello, perché tua madre ha reso questa domanda estremamente delicata.


Qui si narra del grande Cicerone,
nato plebeo, ma grande accusatore,
ch’ebbe in Foro romano l’occasione
di far sfoggio di sé come oratore.

Un giorno, in una causa, è un tribuno,
il Metello Nepote che avversava,
a apostrofarlo: “tu chi sei, nessuno!”
“Chi è tuo padre, plebeo”, lo dileggiava.

Cicerone lo lascia un po’ parlare,
poi: “ la stessa domanda” gli risponde
“a te Metello non potrei mai fare,
perché tua madre ha reso lei, d’altronde,


la questione di molto complicata".




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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #20 il: Venerdì 19 Luglio 2013, 18:23:03 »
    Sia gli uomini che le donne mentono.
Mentre i primi, in genere, si fanno scoprire facilmente
(in senso figurato, il naso di Pinocchio si allunga),
le seconde , per loro natura, arrossiscono, lasciando
all’interlocutore il dubbio che non sia vergogna
bensì candore, riserbo, pudore (o che si sentono ferite).

    Pinocchio ha una sorella,  Betulletta  (da betulla, che ha la corteccia chiara,
mentre il pino è scuro di suo). Lei, crescendo, incontra un Lucignolo “rifatto”,
nel senso di più maturo, scafato, eppure…

Di seguito, l’aneddoto che chiarisce il messaggio (non solo fiaba).



La sorella di Pinocchio   

Pinocchio ha una sorella, Betulletta,
porta tosta sugli occhi una frangetta,
e se Geppetto in fallo la sorprende
diventa rossa, è rossa quando mente.

Quando incontra un Lucignolo rifatto,
lei s’innamora,  lui si sente attratto.

“Sembri  un pezzo di legno”,  però dice,
lei arrossisce  sino alla cervice
ma quanto sia nel vero non gli dice.

“Quanto è bella  costei perché arrossisce”,
pensa lui, ma la favola finisce…


poeta  zaza



« Ultima modifica: Venerdì 19 Luglio 2013, 18:29:25 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #21 il: Sabato 3 Agosto 2013, 11:15:38 »
Quello che non ha, Diogene, è quel che non gli manca...

Aneddoto storico

Ad Alessandro Magno, che asseriva
di poter realizzargli un desiderio
e gli stava davanti tutto serio,
Diogene da filosofo assentiva...

"Solo questo da te Diogene vuole;
spostati dunque ché gli copri il sole".

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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #22 il: Lunedì 5 Agosto 2013, 15:26:19 »
Mi sono permessa di mettere in poesia un aneddoto in prosa del
grande poeta Giacomo Leopardi. Anche se l'ho già postato a inizio anno,
in un altro forum, mi è parso bello metterlo insieme agli altri miei aneddoti.

Da “I Pensieri” di Giacomo Leopardi


XVIII


Io vidi in Firenze uno che strascinando, a modo di bestia da tiro,
come colà è stile, un carro colmo di robe, andava con grandissima
alterigia gridando e comandando alle persone di dar luogo;
e mi parve figura di molti che vanno pieni d’orgoglio,
insultando agli altri, per ragioni non dissimili
da quella che causava l’alterigia in colui, cioè tirare un carro.

Giacomo Leopardi



Un conducente andava trascinando
il suo carro di robe, comandando
a destra e manca di lasciar passare
e grande l’alterigia del suo fare.
E mi parve, il suo stile e la figura
uguale a quanti, orgoglio a dismisura,
insultan gli altri come a loro pare,
per la cagion di un carro da tirare.

Zaza
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #23 il: Mercoledì 11 Settembre 2013, 10:17:07 »
"Durante un esame, Kant chiese a uno studente: Sa dirmi qual è la causa delle aurore boreali?
Lo studente rispose di averlo studiato, ma di averlo dimenticato. E Kant gli disse: E' un vero peccato. Lei era l'unica persona al mondo a saperlo".


************************

Il filosofo Kant a uno studente
fece un dì una domanda pertinente
la causa delle aurore boreali,
le premesse perché fossero tali.

Lo studente rispose:”l’ho studiato
ma mi dispiace, l’ho dimenticato…”

Kant  rispose: dispiace sia a tacerlo
l’unica persona al mondo a saperlo!
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #24 il: Sabato 28 Settembre 2013, 16:29:47 »
Preso lo spunto da un testo divertente su Uomini e donne,
trovato su  www.yossam.it

Lo metto in poesia



DIARIO DI LUI E DI LEI


Diario di lei:  stasera l’ho trovato
un  po’ strano; eravamo al ristorante
e siccome io avevo ritardato
gli ho chiesto: - è colpa mia? – e lui, distante,
mi diceva di no, che non c’entravo.
Non mi ha convinta e mentre tornavamo
in macchina gli ho detto che l’amavo,
lui m’ha abbracciato senza dirmi “t’amo”.
Ero preoccupata da morire,
convinta che volesse separarsi,
non c’era niente che sapessi dire
per togliergli dal viso quel suo astrarsi;
ha acceso la tivù a casa, assorto,
stava certo cercando le parole
per dirmi del problema ch’era sorto
(sicuro ha un’altra e più di me la vuole).
Mi sono arresa e sono andata a letto
mentre lui nello schermo si perdeva,
ma dopo poco tempo il mio diletto
m’ha raggiunto e l’amore si faceva:
anche se con carezze e con riguardo,
lui era ancora come allucinato,
distante e malinconico lo sguardo.
Dopo, sempre a parlargli ho riattaccato,
a chiedergli perché quell’aria assente,
ma era già piombato addormentato
ed io non ci sto più capendo niente.
Lui ha un’altra, ne son quasi convinta,
la mia vita è un disastro, sono a terra,
ho pianto finché il sonno non mi ha vinta,
sarò pronta a combattere una guerra?

Diario di lui: la Roma, ahimé, ha perduto,
ho sofferto del brutto risultato,
di una cosa soltanto compiaciuto:
sul finir della sera aver trombato. 





P.S.: Il diario di lui, nell'aneddoto in prosa, diceva:

"La Roma ha perso...
meno male che almeno stasera ho trombato"


Come donna, non sono riuscita a dirlo in meno di quattro righe...
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #25 il: Martedì 5 Novembre 2013, 22:46:18 »
Mamma chioccia


Correva la bambina dietro il pollo,
nell’aia della nonna quell’estate;
tirare gli voleva l’ava il collo
per cuocerlo in brodo con patate.

La bimba si diverte, poi si scoccia,
e cambia della caccia l’obiettivo,
vedendo comparire con la chioccia
un bel pulcino pigolante e schivo.

Lei dice: “Me lo prendo per giocare,
e lo riporto presto, stai sicura…”
Lo afferra d’improvviso e via a scappare
tenendo dolce in pugno la creatura.

Ma la chioccia li insegue, non demorde,
il fiato si costringe a non mancare
ché  se tocchi del cuore le sue corde
ogni madre alla morte sa lottare.

Così si butta dietro alla bambina
giù per i campi impervi e coltivati,
e non è più una storia birichina
agli occhi di chi scappa, spaventati...

l’inseguitrice vedono vicina,
la collera animale sì impetuosa
che certo il rapimento vendicare
non mancherà pur se il pulcino posa.

Col cuore a mille deve allontanare
di quel rapito la restituzione
dove di voglia e tempo di beccare
non sia data alla madre l’occasione.

Così avviene alla fine del podere
quando posa il pulcino tremolante
sul terreno … e frena sul sedere
la madre premurosa e starnazzante.

La bambina è impaurita ed ansimante,
la chioccia sta per fare un passo avanti…
Il ritorno è pensoso e imbarazzante
con la madre e il suo piccolo davanti.






« Ultima modifica: Martedì 5 Novembre 2013, 22:52:37 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #26 il: Sabato 7 Dicembre 2013, 09:24:51 »
LA MAGIA DEL CARILLON


Che gioco ci può esser più intrigante
dell’entrare in un posto ch’è proibito?
Come in quella soffitta che
- invitante -
grandi tesori e odore di ammuffito
prometteva in penombra polverosa
che ti faceva trattenere il fiato
mentre correvan gli occhi su ogni cosa.
In una cassapanca in buono stato,
i bambini trovaron tante foto,
carte ingiallite, qualche libro usato...
Un vecchio carillon misero in moto,
o meglio, il tentativo venne fatto
ma non sorrise loro il risultato,
un sordo mormorio per quel contatto:
“Da quanto tempo non ha più danzato
la ballerina sopra la cassetta?
Se non ne è più capace, la ragione?"
Smontavano sbagliando per la fretta
ma sotto il meccanismo la cagione
del mistero per cui s’era bloccata
in un foglio più volte ripiegato
apparve ai loro occhi rivelata:
conteneva un amore dichiarato.

Stavano i loro nonni litigando
per una spesa che dovevan fare,
quando i nipoti scesero, spiegando
quel che a loro volevan consegnare,
del carillon “incantato”, corretti
dalla nonna: “si dice ch’è inceppato”,
ma i due leggendo si abbracciavan stretti...
Davvero, il carillon era incantato!



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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #27 il: Giovedì 19 Dicembre 2013, 20:33:30 »
EQUIVOCI

Lui l’amava e le prometteva il mondo
ma non ne possedeva neanche un po’,
nemmeno un acro lì a Porto Rotondo,
neppure altrove, insomma, un qui pro quo.

(Lei voleva sposare un giramondo
coi quattrini, per divertirsi un po’).

Davanti a una vetrina di gioielli,
le indicava: “è lì la mia ricchezza”:
nel riflesso il suo viso, e i suoi capelli
di rame e d’oro, scossi dalla brezza.

Forse all’origine di tutto c’era
la fatale, fortuita conoscenza,
il presentarsi a lei in tal maniera
tra il pubblico a un congresso sulla scienza.

Mentre lei, da serafica, diceva:
“Sono Carla, al momento faccio niente”,
di contrappunto lui le rispondeva:
piacere, son Riccardo Possidente.

Così lei, ignara dell’abbaglio,
si metteva il corredo a preparare,
però si accorse in tempo del suo sbaglio
quando l’invito a cena ebbe a pagare.

(Lui l’amava e le prometteva il mondo
ma non ne possedeva neanche un po’…)


« Ultima modifica: Giovedì 19 Dicembre 2013, 20:35:23 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #28 il: Mercoledì 8 Gennaio 2014, 22:55:51 »
LUCCIOLE PER LANTERNE


Era fioca la luce sotto il ponte,
il barbone scorgeva a stento un monte;
vicino aveva un prato tutto verde,
cioè, di giorno aveva quel colore,
e il sole ad arricchirlo di splendore,
ma all’imbrunire cede, cambia, perde.
Il buio avanzava con la notte
perché in coppia percorrono le rotte,
e visti sono sempre in comunanza,
o non visti, essendo una questione
che riguarda la lor definizione,
quand’ecco apparire in lontananza
tante lucine in gruppo o scompagnate,
frementi - accese nella calda estate.
Eran gratis per lui, le sue lanterne,
lucciole accese con le pile eterne.
« Ultima modifica: Mercoledì 8 Gennaio 2014, 23:07:52 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #29 il: Sabato 11 Gennaio 2014, 14:56:45 »
NEWTON

Si dissipava il meriggio sonnolento
tra gli alberi da frutto sul pianoro
e il geniale filosofo e scienziato
sedeva appoggiato al tronco avito,
quand’ecco che una mela lo colpisce
e il pensiero d'una forza lo stupisce
che attira i corpi in basso, in verticale
ma per la luna no, perché non cade?
Della gravitazione universale
la legge, da un evento sì banale.
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