Autore Topic: Aneddoti in poesia  (Letto 24656 volte)

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Offline poeta per te zaza

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Aneddoti in poesia
« il: Martedì 20 Marzo 2012, 13:51:54 »
Mi piace pensare di stare inaugurando una sotto-sezione delle "poesie sperimentali", nella quale spero altri
poeti possano dare il loro contributo.


AVEVI  DETTO NO!


Il bimbo sta sul trono-seggiolone
e di mangiar coi nonni ha l’occasione:
facciamo gli spaghetti - dice il nonno,
son meglio le pennette - dice nonna;
ai due anni è difficile insegnare
anche accorciati a farglieli mangiare.

Va bene, intanto metto l’acqua al fuoco
e mentre prende il bollo a poco a poco
dagli un grissino con il formaggino;
sposta la macchinina dal piattino.

S’avvicendano intorno premurosi
al bimbo, ai suoi discorsi avventurosi
di una strana grammatica imparata,
tra tanti complimenti e una risata.

Nonno,  hai messo dentro l’acqua il sale?
Chiede la nonna, NO dice papale
papale il nonno, e l’altra allora esegue,
e butta nella pentola due prese…
(ma preciso che questa spiegazione
è di una sola parte l’opinione)…

di sale. Eccole pronte le pennette.
Arriccia il naso il piccolo, poi smette
di mangiare, respinge tosto il piatto;
la nonna sgrida il nonno, ma eri matto
quando hai detto di non aver salato
l’acqua in pentola, che ti è capitato?
t’ho chiesto hai messo il sale, tu hai negato!

Non è vero, ho detto SI, l’ho messo,
e non gridiamo ché non c’è permesso
di  bisticciare quando c’è presente
e ci ascolta quel tenero innocente…

Avevo detto sì, d’aver salato,
ripete  ancora lui, indaffarato
ad aprire una scatola di tonno.
“AVEVI DETTO NO!”  fa il bimbo al nonno:
condisce un pasto allegro e condiviso
quel pizzico di sale in un sorriso.


poeta per te zaza

di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #1 il: Mercoledì 11 Aprile 2012, 13:42:58 »
Una triste fine


Sto sulle spine in un giorno d’ Aprile



Sto sulle spine
in un giorno d’ Aprile.
Stai  per venire
sulla mia scia…
Se mi recidi
e il gambo dividi,
sei delicato
nel portarmi via.
E dove mi poni,
curata regina,
in un primo tempo
rallegro l’ambiente.
Ma poi non mi cura
nessuna premura
e allora avvizzisco,
mi sfioro, smarrisco
la mia favolosa
natura di rosa.

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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #2 il: Venerdì 22 Giugno 2012, 22:14:59 »
IN PAESE ERA GIORNO DI FESTA…

Una vita a un bivio


In paese era giorno di festa,
e col fuoco il pallone si alzava:
tu tenevi rialzata la testa…
nella notte leggero brillava.

Tra girandole, giochi e torrone,
un cuor bianco da porta-rosario
si prendeva di te l’attenzione,
attaccato a un cordino precario.

Poi la musica si allontanava,
al ritorno il tuo passo era stanco;
una macchina nera aspettava,
dondolavi il tuo cuor ch’era bianco.

Eran quattro ed uno parlava,
affacciato chiedeva il tuo nome,
e quel cuore che rappresentava:
gli spiegavi il perché ed il percome.

Era triste quell’uomo di notte,
domandava: “il rosario lo dici?”
Le parole gli uscivano rotte,
il silenzio avvolgeva gli amici.

Il tuo nome chiamava la zia,
non potevi più farla aspettare,
“mi dispiace ma devo andar via”,
ma uno sguardo ti fece fermare.

L’atmosfera era quella di un sogno,
che voleva quell’uomo … e da te?
“D’un rosario ho davvero bisogno”
ti chiese: “dillo stasera per me”.

Quella bimba più tardi ha pregato,
nella formula, invero, abbreviata:
un cuor bianco a aiutare ha provato
una vita ad un bivio trovata.


                   
« Ultima modifica: Venerdì 22 Giugno 2012, 22:19:09 da poeta per te zaza »
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Offline India

Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #3 il: Sabato 23 Giugno 2012, 06:20:56 »
Mi piacciono molto questi tuoi aneddoti.

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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #4 il: Lunedì 25 Giugno 2012, 09:47:17 »
 :) A  India e al resto del mondo:

partecipate anche voi!
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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #5 il: Lunedì 3 Settembre 2012, 22:18:13 »
LA LOGICA DEI BIMBI


C’è un bambino che guarda alla finestra
scendere i fiocchi bianchi giù dal cielo,
un mondo tutto bianco,  e la maestra
che dice: sulla terra è sceso un velo,
un manto bianco, bimbi, disegnate
questi fiocchi di neve. Al vostro banco!
Non vi servon matite colorate,
fate il contorno nero e dentro il bianco.

Il bambino si dice: ma è noioso,
saranno tutti uguali ‘sti disegni…
guarda il cielo, e gli altri ed è pensoso,
pensa al finir del giorno, ad altri segni.

Come sarà di notte quella neve,
scaturita da un buio misterioso,
ancora non gliel’han fatta vedere
ma è certo lui d’un fatto prodigioso.

“Se il bianco dona il bianco, di sicuro
di notte il fiocco lo disegno scuro!”



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Offline India

Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #6 il: Lunedì 3 Settembre 2012, 23:55:59 »
Non so perchè mi fa venire in mente l'integrazione, insomma un mondo multiraziale.
fiocchi di neve, noiosi se sono tutti bianchi, divertenti se sono metà bianchi metà scuri.
Il tutto visto dagli occhi dei bimbi.

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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #7 il: Mercoledì 5 Settembre 2012, 14:11:48 »
Non so perchè mi fa venire in mente l'integrazione, insomma un mondo multiraziale.
fiocchi di neve, noiosi se sono tutti bianchi, divertenti se sono metà bianchi metà scuri.
Il tutto visto dagli occhi dei bimbi.

Mi piace molto questa tua interpretazione, India. :)

Mi hai fatto venire in mente mio nipote Pietro, 7 anni, quando, parlandomi del suo migliore amico, extracomunitario, aveva concluso con: "Sai nonna, lui ha la voce italiana!"
Mi ha ispirato un aneddoto, inventato e pubblicato tempo fa, che qui ripropongo,
a proposito di integrazione.


Il compagno di scuola è un africano


Il compagno di scuola è un africano,
da dove viene?  viene da lontano;
le mani nere sopra il foglio bianco,
cerca di farsi piccolo nel banco.
Ma poi si sblocca e usa le matite
come un rustico, rozzo cacciavite,
tira i capelli alla capoclasse
ma strizza l’occhiolino alle ragazze.
Quel giorno che i suoi denti erano neri
brillavano all’unisono i pensieri;
ancora nelle mani il pennarello,
capivo  che il mio amico è proprio bello.
Pur  se venuta da una bocca strana,
sai mamma! .. lui la voce l’ha italiana!



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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #8 il: Giovedì 27 Settembre 2012, 20:22:18 »
ANEDDOTO NOIR


Taglia  l’aria



Taglia  l’aria
con parole sferzate,

taglia  l’aria
con le nocche serrate,

taglia  (ahia)…
il respiro in un pugno.

Piega il corpo
alla malcapitata.

Spiega il corso
della loro serata.

Spiega il colpo
nella notte inoltrata.

Corre voce
che lei l’abbia tradito.

Scorre il sangue
su un amore finito.

Scorre il tempo
su un delitto impunito.




               
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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #9 il: Domenica 30 Settembre 2012, 23:10:09 »
Veramente bella Zaza, mi è piaciuta un sacco... il ritmo è incalzante e cadenzato come le fasi in successione che portano ad un inevitabile epilogo. A volte l'arma della ripetizione del verso sortisce l'effetto contrario, troppa enfasi (lo dico per me stesso) ma veramente hai dosato in maniera egregia questa ripetizione assonante e il risultato, personalmente, è molto gradevole.
Ovviamente in primis il tema che suggerisci è grave quanto importante di per se stesso, ma interpretato in questa maniera trovo sia portato maggiormente all'attenzione di "noi" gente distratta.
Mi fa sempre piacere leggere componimenti così.
1 abbraccio
gabri

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Re: Aneddoti in poesia
« Risposta #10 il: Sabato 12 Gennaio 2013, 17:24:53 »
Aneddoto sulla famiglia, padre madre e piccolo,
che è bella in ogni specie e in ogni dove.


Piccolo leone marino in Patagonia



Il leone marino in Patagonia
spingeva il piccolo verso l’acqua fredda
laddove questi entrava e un po’ sguazzava.
La prima volta forse, chi lo sa.
Tornato dal più grande, tosto andava
da un compagno sdraiato a presentarsi
e quest’ultimo annuiva con il capo
come a dire “sei bravo”, e tutti e tre
si stringevano insieme sul lastrone.

La tua mamma t’insegna,
il padre approva,
è bella la famiglia in ogni specie
e in ogni dove,
guardandoti pensavo,
piccolo…
leone marino in Patagonia.

« Ultima modifica: Sabato 12 Gennaio 2013, 17:30:54 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #11 il: Domenica 10 Febbraio 2013, 22:04:00 »
Aneddoto sulla vita prenatale.
Dialogo surreale tra due gemelli
poco prima del parto.

Sentito alla radio, l'ho composto in versi, e posto…


La vita dopo il parto.



< Tu credi … alla vita dopo il parto? >
chiede in pancia all’altro il suo gemello,
stretti vicini, un arto contro un arto:
“No!” Risponde sicuro suo fratello.

“Qui abbiamo il nostro cibo e sicurezza,
fuori come potremmo alimentarci?
La placenta ci nutre e ci accarezza:
il mio sol desiderio è di restarci.”

< Ma continuiamo a crescere, è destino
che noi si debba prima o poi uscire;
la mamma avremo sempre a noi vicino,
per iniziarci al mondo lì a venire.

La mamma è il mio, è il nostro creatore,
tutta ci avvolge, la dobbiamo amare.>
“La mamma non esiste, sognatore,
questo cordone non dobbiam lasciare”.

< Sento spingere, mamma ci vuol fuori >.
“Vai prima tu e dimmi se funziona”.
< Guarda la luce forte e quei colori …
vado a vedere mamma di persona!>


Zaza


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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #12 il: Domenica 24 Febbraio 2013, 18:41:56 »
Mamma gatta


La mia cagna,
resa pazza
per la perdita dei piccoli,
aveva morso a morte
un micetto,
capitato non so come
nel giardino.

Lo stavo raccogliendo,
avvilita e dispiaciuta tanto,
quando…,
di sicuro era la madre,
mi si parò dinanzi,
a pochi metri,
emettendo un lamento
semi umano,
che stringeva il cuore.
Mi alzavo,
sentendomi…
allargare le braccia,
nel modo umano
di esprimere impotenza
e dispiacere, e a fiotti…
sentendomi dire:
“mi dispiace, era matta la mia cagna,
ha perso i suoi”,
e intanto le porgevo
il figlio, a metà strada,
lacrimando.
Lei lo prendeva in bocca
e se ne andava,
per ultimo girandosi
a guardarmi,
impotente umana lacrimante,
con le braccia allargate
e sconsolate.


 

« Ultima modifica: Domenica 24 Febbraio 2013, 18:46:36 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #13 il: Venerdì 8 Marzo 2013, 20:39:33 »
Alla scoperta del senso della vita


Alla scoperta del senso della vita
un giorno antico che già splendeva al sole…

ombre di compagnia e frescura avita,
presagi senza limiti e parole,
andavo ragionando senza basi,
creandomi un futuro luminoso,
senza ma o incidenti, senza un quasi,
quando mi occorse un caso misterioso
da lasciarmi attonita- stupita:
da bambina curiosa e senza colpe,
fissavo dentro gli occhi un animale,
non sapevo che fosse, era una volpe,
ora lo so, e non volea far male.
Anzi, con la sua lunga coda scura,
col soffio di una dolce e fresca brezza,
prima di andare via senza premura
mi fece con la coda una carezza.
Sparì con la sua ombra e il suo futuro
dal mio mondo in embrione, e i miei pensieri,
sull’avvenire  incognito-sicuro,
me li ricordo, come fosse ieri…

alla scoperta del senso della vita
un giorno antico che già splendeva al sole.




P.S.: in verità, non sono sicura che fosse una volpe,
in genere non si lascia avvicinare.
Questo animale è stato a fissarmi diversi minuti,
a un metro o due di distanza,
e io a fissare lui, poi la carezza con la coda e via…





« Ultima modifica: Venerdì 8 Marzo 2013, 20:43:04 da poeta per te zaza »
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Re:Aneddoti in poesia
« Risposta #14 il: Lunedì 1 Aprile 2013, 17:43:04 »
LA SCALATA



Sotto c’è gente con casco e cordino,
sopra c’è il monte e di ferro il cammino,
ed è lassù che bisogna salire
con un bagaglio di forza e di ardire.

Le mani afferrano la roccia dura,
ciascuna presa dev’esser sicura;
tieni agganciato quel tuo moschettone,
cerca gli appigli il tuo vecchio scarpone.

Or la partenza è un punto lontano,
con i compagni prosegui pian piano,
volgi tranquillo lo sguardo al passato,
par di sentirti già più rinfrancato.

Un po’ di zucchero è quel che ci vuole,
per la fatica il corpo ti duole,
stanche le membra si voglion  posare,
ma non si deve la marcia arrestare.

Ed ecco un punto degli altri più duro:
di oltrepassarlo sei poco sicuro,
quel ch’hai appreso non riesci a applicare,
forza di colpo ti viene a mancare.

Cedon le gambe e rimani aggrappato,
stringi le mani e si stringe anche il fiato,
sai che per poco potrai sopportare,
reggerti tutto e senza mollare.

Sotto i tuoi piedi la terra è lontana
e la rimonta ti sembra più vana:
pensi al perché hai voluto partire,
pensi al passato, al presente e a morire…

Sei già sfinito ma breve è l’attesa,
non basta porgere la mano tesa,
ci vuole chi si sistemi a te sotto
per ritrovare un respiro ch’è rotto.

E, con l’appoggio sopr’altri scarponi,
riesci a riprendere le tue funzioni,
a arrampicarti in salvo deciso,
a ritrovare pian piano il sorriso.

Guardi la vetta ch’è ancora lontana,
aneli l’acqua di chiara fontana;
senti la rabbia, la voglia, la fretta
di superar tutto ciò che ti aspetta.

Chiami le forze a raccolta per fare
l’ultimo tratto ancor da scalare;
ignori lividi e scorticature
con mente vigile e mosse sicure.

E finalmente quell’ultimo passo
ed il sedile più comodo, un sasso,
e l’entusiasmo che t’è ignoto prima
tu lo conosci se arrivi alla cima.

Sotto si stende il vasto tuo mondo
e lo capisci in un modo profondo,
e con un dito il cielo è toccato,
ora sei sazio e sei riposato.

Pensa alla vita: son tante scalate,
da non far solo ché son complicate,
e. se raggiungi le mète agognate,
meglio è divider le gioie provate.



                       
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