Autore Topic: Al modo antico  (Letto 3321 volte)

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Offline Teone

Al modo antico
« il: Venerdì 10 Febbraio 2012, 14:13:56 »
Posto qui di seguito alcuni testi poetici da me composto ricalcando modi antichi, trcenteschi, di poetare. Un sonetto  e due canzoni, per le quali ultime ho preso a modello canzoni trecentesche. Le due canzoni sono formate da endecasillabi e settenari, i quali rimano variamente fra di loro. E' solo un esperimento.

Il fuoco di un ventare

Il fuoco di un ventare rapinoso
la foglia nel suo sibilo tramuta.
La scerpa, ella volteggia, cade muta
tra nembi d'altre foglie al suolo erboso.

Così la vita a noi: senza riposo
ci lacera, ci pezza, in altro muta
quella felicità non mai goduta.
E un brivido mi coglie e fa pensoso:

chissà se nell'estremo mutamento
la gioia sempre persa ed inseguita
non venga proprio allora a noi donata,

quando,cantando il suo supremo accento,
la voce ultima di nostra vita,
all'Universo tutto sia intonata?
« Ultima modifica: Venerdì 10 Febbraio 2012, 14:29:20 da Eutiche »

Offline Teone

Re: Al modo antico
« Risposta #1 il: Venerdì 10 Febbraio 2012, 14:26:57 »
Ricordo, era d'estate ( canzone prima)

Ricordo, era d'estate, alla finestra
batteva una falena.
Ardeva la sua pena,
l'azzurra via trovandosi negata.
D'un giallo odor soffuso di ginestra,
nella sera serena,
la stanza era piena.
Un'anima in un corpo segregata
mi parve la falena, imprigionata,
che voglia negli spazi alta librarsi
e là dimenticarsi
della natura che maligna affligge
il desiderio e infligge
ad esso strazi, angustie e lo addolora,
l'opprime, lo martoria, lo distrugge.
Pietà mi colse allora
dell'animale e del genere umano:
m'avvicinai e aprii le imposte, piano.

S'addorme la campagna ( canzone seconda)

S'addorme l'umida campagna aulente
a sera, nella pace,
mentre tremula giace
sotto il cinereo manto che l'acqueta.
E l'avvolge lo scuro che consente
il momento che tace alla terra ferace
tra il bruir della pioggia che disseta.
La sera trascolora ed è lieta
nella segreta morte sua più pura:
nè l'ombra l' impaura.
Vorrei che così fosse il mio perire:
un segreto svanire,
nell'ombra dissolvendomi che accoglie
teneramente il corpo all'imbrunire
e che le cure scioglie.
Così ragiono e la campagna tace
nel silenzio profondo, nella pace.
« Ultima modifica: Venerdì 10 Febbraio 2012, 14:31:12 da Eutiche »

Offline poeta per te zaza

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Re: Al modo antico
« Risposta #2 il: Venerdì 10 Febbraio 2012, 20:09:54 »
Bravo, bravissimo, un vero Maestro di Poesia, Eutiche!
« Ultima modifica: Venerdì 10 Febbraio 2012, 20:25:45 da poeta per te zaza »
di sabbia e catrame è la vita...
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Luciano Tara

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Re: Al modo antico
« Risposta #3 il: Venerdì 10 Febbraio 2012, 20:26:54 »
I miei più vivi complimenti. Finalmente qualcuno che conosce le leggi della metrica e della parola.
Provaiu godimento letterario estremo! Luciano Tarabella


Offline Gianpiero De Tomi

Re: Al modo antico
« Risposta #4 il: Sabato 11 Febbraio 2012, 08:22:06 »
Complimenti per la composizione.
Devo dire che si richiede una competenza specifica sia per l'autore che ha composto l'opera, che per il lettore.
E leggendo queste opere, mi rendo conto di quanto devo ancora apprendere, per poter riuscire ad apprezzare realmente la poesia.

Offline Teone

Sonetto 2
« Risposta #5 il: Sabato 11 Febbraio 2012, 16:21:43 »
Sono sontento che a qualcuno piacciano queste mie stupidaggini. Così scrivevo una volta: attento alla metrica. al suono delle parole e secondo modi passati. penso che oggi non si debba scrivere così, per quanto vi sia chi lo fa, come Patrizia Valduga. Il verso libero si adatta maggiormente al sentire moderno. Ma soprattutto: l'uomo odierno è disgregato. Veniamo dopo: dopo le grandi guerre che hanno polverizzato un mondo, quello ottocentesco e i suoi valori. Dopo le ideologie. Chi oggi potrebbe sinceramente credere che la Storia abbia una direziione data, che sia consentito proporre una formula definitoria del nostro vivere, come ancora poteva pensare l'Idealismo tedesco nella sua declinazione hegeliana e soprattutto dopo le tragedie che le ideologie, di qualsiasi colore, hanno prodotto? Per questo oggi è necessario inventare linguaggi nuovi, più adatti al sentire attuale. L'incertezza domina sovrana nelle nostre vite e lo sforzo di ricompattarsi è destinato a restare tale. Ogni poesia deve insieme al contenuto inventare ex novo  anche le proprie forme. Come ha fatto Auden, Pessoa, l'ermetismo. Chi scrive forme chiuse è simile al pittore che voglia dipingere prendendo a modello Paolo Uccello o Piero della Francesca, validissimi, sì, al tempo loro. Ma come non sentire a noi più affini Duchamp, o l'Informale  o l'esperienza futurista? Scusate la filippica, ma ho sentito di dover spiegare perchè non si scriva ( non si debba scrivere) così. Grazie per  i vostri giudizi.

Offline Teone

Continua la mia risposta-spiegazione
« Risposta #6 il: Sabato 11 Febbraio 2012, 19:22:46 »
veniamo dopo la disgregazione delle grandi idee che avevano informato di sè l'Ottocento. Veniamo dopo due guerre mondiali, che hanno posto fine a un mondo, politicamente e culturalmente. La visione che abbiamo oggi dell'essere umano è di disgregazione. meglio: un essere puntiforme, spaziale, non temporale. Internet è stata una grande rivoluzione, dove al tempo connaturato all'informazione si è sostituita l'immediatezza ( la non-mediatezza). In poesia, le forme non sono un alcunchè di accessorio, che si possa usare a piacimento. Esse sono piuttosto il precipitato di una situazione storica, prima ancora che culturale. Chi traduce il proprio pensiero in forme quali il sonetto, la ballata, la canzone, indipendentemente dal contenuto, imprime al mondo un marchio di riconoscibilità e pensabilità, di cui appare subito la falsità. Si scrivano dunque pi propri pensieri, ma secondo i modi moderni, pensando alle grandi rivoluzioni linguistiche che l'arte ha subito  e non solo in poesia, ma nella pittura, nella musica. Scusate la troppa pedanteria. Ma  è stato necessario per esprimere compiutamente il mio punto di vista.

Offline poeta per te zaza

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Re: Al modo antico
« Risposta #7 il: Sabato 11 Febbraio 2012, 22:28:30 »
Da “Il potere di ADESSO” di  E. Tolle

“…Molte persone sono così imprigionate nella loro mente che la bellezza della natura per loro in realtà non esiste. Potranno dire: che bel fiore! Ma si tratta soltanto di un’etichetta mentale automatica.
Poiché non sono PRESENTI, non vedono veramente il fiore, non ne percepiscono l’essenza, la sacralità, così come non conoscono se stessi, non percepiscono la propria essenza, la propria sacralità.

Poiché  noi viviamo in una tale cultura dominata dalla mente, l’arte, l’architettura, la musica e la letteratura moderna sono in gran parte prive di bellezza, di essenza interiore, con pochissime eccezioni.
Il motivo è che chi crea queste cose non sa (nemmeno per un istante) liberarsi dalla mente. Per cui non è mai in contatto con quel luogo interiore in cui nascono la vera creatività e la bellezza. La mente lasciata a se stessa crea mostruosità, e non soltanto nelle gallerie d’arte.
Osservate i paesaggi urbani e gli insediamenti industriali abbandonati.
Nessuna civiltà ha mai prodotto tanta bruttezza.”
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Offline Teone

La stagione della neve ( sonetto )
« Risposta #8 il: Martedì 14 Febbraio 2012, 22:04:59 »
Per coloro ai quali sembra sia piaciuto un versificare " classicheggiante ".


  Cadono lente falde a ricoprire,
candida coltre, plaghe sonnolente;
tra lacerate nubi è un incupire
di luci, dileguanti ad occidente.

Gelano le parole nella mente
e sulle labbra, che sapesti offrire,
dischiusi fiori, amorosamente,
quando il godere quasi era un morire.

E` questa la stagione della neve;
negletto, in cuore il desiderio tace
e un trattenuto moto ha il giorno breve.

Eppure, guarda: sullo stelo lieve
bianco è il fiorito elleboro pugnace
e, tra l`algore, nivea luce beve!

Offline Paolo Buzzacconi

Re: Al modo antico
« Risposta #9 il: Sabato 18 Febbraio 2012, 21:20:48 »
Belle composizioni, che non si perdono nella ricerca ossessiva della metrica. Perchè chiamarle stupidaggini? Lo sono le cose che non dicono nulla, non mi sembra questo il caso. Molto interessante, a volte, l'utilizzo di termini arcaici per trasmettere atmosfere particolari, inusuali, da riscoprire. Non credo che ci sia un modo assoluto  di scrivere. Complimenti, non mollare!

Offline Teone

In muta schiera
« Risposta #10 il: Giovedì 23 Febbraio 2012, 23:58:46 »
In muta schiera, ai piedi delle croci
ondeggiano fiammelle di lumini:
parlano mestamente dei destini
che in serbo ha il fato per gli umani, atroci.


Van recitando, con sommesse voci,
le donne pie dai bei velati crini,
preghiere pei defunti, pellegrini
in questa valle di dolor feroci.

Composti i gesti, ma i dolenti cuori
stringe un'angoscia, che l'amore antico,
in lacrime pietose ora discioglie.

" Perchè così periscono gli amori? -
van riflettendo seco - e il cielo aprico
perchè 'sì atra notte al guardo toglie? "

Offline Teone

Il tempio malatestiano
« Risposta #11 il: Martedì 28 Febbraio 2012, 13:28:03 »
Dal tempio vanno, lungi, verso il mare,
le preci degli Ellen ne l'arche antiche,
unite a quelle dei Latin pudìche
che ancor dintorno sentonsi echeggiare.

Duccio e Leon del pari vo' nomare:
di lor rifulgon l'opre e le fatiche;
l'imago pinser tosche mani amiche
del Malatesto, assorto nel pregare.

Ed anche Giotto ha qui lasciato il segno,
poeta di quel Cristo crocifisso,
che, esangue, mira il pellegrin devoto.

Pianeti e putti scherzan contro il legno,
sdegnando papa Pio, che si fe' risso:
scomunicò Pandolfo a gli dei vòto.
« Ultima modifica: Martedì 28 Febbraio 2012, 13:29:43 da Eutiche »

Offline poeta per te zaza

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Re: Al modo antico
« Risposta #12 il: Mercoledì 25 Aprile 2012, 22:22:05 »
Poeti del ‘900



Sono volati lontano
Veloci come nel vento
Sopra distese di campi di grano
Poeti del novecento
Hanno passato il confine
Che ci separa dal cuore
Sopra i castelli han posato le rime
Ma senza fare rumore
Figli dell'uomo e del tempo
Figli della pioggia e del vento
Figli dell'uomo che vive un momento
Poeti del novecento


Roberto Kunstler

« Ultima modifica: Mercoledì 25 Aprile 2012, 22:25:03 da poeta per te zaza »
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