Pensavo che la discussione fosse praticamente terminata con gli ultimi due distensivi interventi, il mio e quello di Amara.
Ma rispondo pacatamente alla provocazione di Passaone (forse, alla sua età, avrei scritto anch'io le stesse cose... )
Il giovane poeta dice che "la metrica è usata da sempre" e, nello stesso tempo, che chi la applica è "limitato" (mi sembra una contraddizione) .
Passaone afferma che nelle poesie bisogna metterci "l'anima" : e chi scrive in metrica non ce la mette?
Passaone sostiene che non bisogna "imitare" nessuno: non credo che noi quattro gatti che scriviamo in metrica su questo sito lo facciamo.
Poi Passaone parla di "vestaglie" , di "impacchettare" , ecc. ; le "vestaglie" , le "gabbie" non sono altro che le "regole": anche parlando o scrivendo correttamente una qualsiasi lingua siamo costretti ad usarle...
Il "genio" , poi, quello non si manifesta automaticamente scrivendo "come si mangia", ma ha bisogno di essere raffinato!
Venendo a considerazioni più generali, chi ci dice che il fenomeno della poesia "libera" non si configuri come una tipica attitudine ed abitudine del XX secolo, oramai finito?
Ci sono state tante innovazioni, nel secolo da poco concluso, non destinate ad avere un seguito: piatti alimentari subito decaduti (che ne so, l'uso della rucola, gli spaghetti al cioccolato) , generi musicali come un certo rock, quadri astratti dipinti a casaccio, ecc.
Se la "metrica è usata da sempre" , come, che so, l'olio di oliva, stiamo sicuri che non avrà una fine...
Inoltre, noi Italiani, cui le novità arrivano sempre in ritardo, siamo anche gli ultimi ad abbandonarle, ma, parafrasando una celebre battuta di Woody Allen, ci sono dei segni sempre più evidenti che ci lasciano capire che "Quasimodo è morto, Ungaretti ha i giorni contati, ed anche Montale non è che si senta troppo bene" .
Se andiamo su un sito di poesie francesi, "Poésie. Webnet" , che, tra l'altro, riporta la classifica dei poeti transalpini più "cliccati" , troviamo queste posizioni: 1. Hugo (quasi 300.000 contatti) ; 2. Baudelaire , 3. Verlaine , 4. La Fontaine , 5. Rimbaud ; 6. Ronsard , 7. Verhaeren ; 8. Lamartine ; 9. De Musset , 10. Du Bellay (circa 40.000) . Soltanto Rimbaud e Verhaeren non seguivano (sempre) le regole classiche, mi pare.
Buona serata a tutti, Antonio T.
Inizio con il dire che già il titolo della discussione parla chiaro: la diatriba da cui si parte è chiara e viene posta una domanda che sembra quasi retorica.
Si afferma senza mezzi termini che la "nuova" poesia del nuovo secolo debba ritornare a rispettare la metrica per ritornare "nuova" e con una propria "dignità".
Il verso libero un'abitudine del XX secolo?
Il titolo di questo thread vorrebbe creare una nuova "abitudine".
La poesia non del XXI secolo, ma di tutta la storia dell'uomo da qui in avanti per me si dovrà basare solo sul genio di chi scrive. La scrittura è solo un mezzo. Ciò che deve trasparire non deve essere l'abilità nel far spiccare regole a destra e a manca, ma il cuore del poeta.
E così in musica, così il filosofo, così la pittura e così in ogni dove.
L'era dei "bavagli" è finita. Non lo dico nemmeno da giovane aspirante poeta, ma da giovane aspirante psicologo.
Da Freud in poi tutto è cambiato. E' cambiato nell'arte da Dalì in poi, è cambiato in letteratura con i Pirandello, Svevo, Saba, Montale...è cambiato ovunque...
Una lotta classicisti/accademici e innovatori penso, da quanto la memoria liceale mi possa venire in mio aiuto, sia finita da un po'...è finita l'era delle dispute...è finita con i Leopardi, è finita con i Pascoli che hanno salutato i Carducci.
Anzi, mi stupisce il fatto che dopo aver letto poesie del calibro degli autori a noi contemporanei qualcuno ancora voglia imbrigliare la poesia, o meglio mi stupisce il fatto che qualcuno non abbia capito che ognuno ha il suo modo di fare poesia e che una Merini fa poesia in un modo completamente diverso da Neruda, ma...colpisse un fulmine chiunque osi buttar fango sull'uno o sull'altra.
Qui si discute solo della fine di un'abitudine e quindi su quale abitudine, differente, costruire la nuova poesia.
Una discussione del genere, dal mio punto di vista, è alquanto sciocca.
Siamo nel terzo millennio e l'epoca delle regole è bello che finito. Salotti da letterati/eruditi non hanno più posto. La poesia (o meglio l'arte) degli ultimi 50-100 anni ha preso sempre più una certa piega con alcune eccezioni.
In ogni caso anche se la poesia con metrica e rima dovesse avere ancora un suo effetto di certo non sarete voi a stabilirlo su un forum mettendolo nero su bianco su un pezzo di carta (o in questo caso in un thread, come spesso invece altri utenti hanno provato a fare qui sopra). Nel 2012, penso che ognuno sia libero di interpretare la poesia, l'arte e la vita come meglio creda e se qualcuno ritiene diversamente nei giorni incui viviamo per me fa un grosso, anzi grossissimo, errore :-)
Saluti Marco (passaone)