dopo un'illuminazione l'ho trovato eccolo:
http://www.scrivere.info/community/index.php?ind=articoli&op=entry_view&iden=7
Buonasera a tutti. Sento un pò di nervosismo nel topic. Coraggio, la calma è la virtù dei forti ed è la filosofia e la psicologia che ci insegnano che gli altri, sono una parte di noi che ancora non conosciamo, quindi perchè litigare?
Leggevo il link su come commentare la poesia ed ero anche interessato, ma improvvisamente, mentre scorrevo il secondo livello di analisi dei commenti, mi è venuto in mente un nome: Johnathan Evans Prichard. Chi si ricorda? Era quel professore che aveva scritto il modo per comprendere la poesia, descritto nel film L'attimo fuggente, nel testo della classe del professor keating e ne riporto il testo:
“Comprendere la poesia di Johnathan Evans Prichard, Professore emerito. Per
comprendere appieno la poesia, dobbiamo, innanzitutto, conoscere la metrica,
la rima e le figure retoriche e, poi porci due domande: uno con quanta efficacia
sia stato il fine poetico e due, quanto sia importante tale fine.
La prima domanda valuta la forma di una poesia, la seconda ne valuta
l’importanza. Una volta risposto a queste domande, determinare la grandezza
di una poesia, diventa una questione relativamente semplice.
Se segniamo la perfezione di una poesia sull’asse orizzontale di un grafico e la
sua importanza su quello verticale, sarà sufficiente calcolare l’area totale della
poesia per misurarne la grandezza.
Un sonetto di Byron può avere valori alti in verticale, ma soltanto medi in
orizzontale, un sonetto di Shakespeare avrà, d’altro canto, valori molto alti in
orizzontale e in verticale con un’imponente area totale, che, di conseguenza, ne
rivela l’autentica grandezza.
Procedendo nella lettura di questo libro, esercitatevi in tale metodo di
valutazione, crescendo così la vostra capacità di valutare la poesia, aumenterà
il vostro godimento e la comprensione della poesia”.
Fantastico vero? Non so perchè mi sia venuto in mente, ma ho avuto la sensazione che la lettura di una poesia, nonostante tutto, sia oltre quel semplice metro che viene comunemente divulgato, così pure il commento, difficilmente potrà essere assimilato ad una manualistica. Ecco perchè la poesia, non può essere inghiottita dalle regole della semplice scrittura, perchè è una creatura che non appartiene, nè a chi scrive e neppure a chi legge. Ha una sua vita che non può essere, con grande dispiacere di tutti i tecnici della parola, catalogata, ma solo assaporata nell'attimo dell'emozione.