Alle origini, era assente il tempo,/ da cui - come tutti - così totalmente/
dipendo per avere le misure di me stesso/ e della mia vita.
Tutto prese le mosse dal profondo della tenebra dell'ignoranza/ perpetua che consuma
i propositi e gli atti,/ che annulla le passioni e i desideri;
così, con l'ottusa consapevolezza della morte,/ solo adesso, ancora sono pronto/
ad avvertire la vita, la sua intensità e/ a comprendere che sì,
infine sì, la verità c'è.
C'è, la verità ma non ci sono giustizia/ né giudizio franco,
senza i quali, la verità/ non è che un vasto vuoto baratro.
Le interferenze del cuore sono le menzogne/ che infettano
ed avvelenano l'anima, ed ora/ io sono qui, così come sono - come tutti -/
per causa del mentire che occorre,
necessario a seppellire quella verità/ con cui non si sa vivere.
(Il rischio, alla fine, è che la menzogno sopravviva.)
Ecco allora che testimonio - nero su bianco -/ e faccio da memoria, perché se oggi non testimoniassi,/
domani potrei scomparire, questa memoria con me/ e la sua essenza. Io sono un testo cauto,
che suggerisce per l'avvedutezza o la sapienza/ ed affinché non sopravviva che la verità.