l'arte è distinta dalla natura come "fare" da operare in generale... nella prima nascono le opere nella seconda solo "effetti" la (ragnatela, esempio)... pertanto penso che l'arte non sia un'invenzione come il parafulmini o il motore a benzina o altro, anche se l'accompagna sempre la tecnica... il nostro progenitore che istoriava le grotte con figure di animali e altro certamente doveva aver conoscenza almeno che se prendeva un bastone adeguato e qualcosa d'appuntito, avrebbe potuto incidere la parete (tecné), ma è l'attenzione sull'oggetto fenomenico, un cervo supponiamo, ritenuta, successivamente dava a lui la possibilità di istoriare la grotta... perché questo?... perché si!... perché è della natura umana questa prerogativa... e come potere è distinto da sapere, l'arte è distinta anche dalla scienza... a rigore non è arte se non la produzione mediante libertà... pensiamo allora quante opere fasulle si producono e vanno in giro oggi per il mercato che non nascono dalla libertà ma da una attenta indagine di mercato... si vuole piangere, si vuole ridere, allora pianti e risate... o per indirizzare le coscienze, seppur l'operare artistico tenda a volte a questa funzione, ma se lo fa, lo fa involontariamente... nemmeno lo scopo morale vuole l'artista nella sua produzione dell'opera... l'arte si distingue anche dal mestiere, pur avendo anch'esso "facere" alla sua base... il sarto si chiama "mastro" perché lo scopo della sua arte è il risultato del vestito, che è l'effetto che produce la sua arte... però avendo uno scopo non è arte nel senso inteso, perché l'oggetto artistico deve avere il suo scopo in se stesso... è, come dice alcuno di sopra, uno "estrarre" fuori...