Ogni tanto posto poesie, che mi hanno particolarmente colpito. Oggi è la volta di Philippe Jaccottet, con una poesia che ho trovato in rete e che mi piace in modo particolare. Philippe Jaccottet, poeta e critico svizzero, è oggi considerato uno dei maggiori poeti europei, più volte candidato al Premio Nobel:
PAROLE AL LIMITE DELLUDITO
Avrei voluto parlare senza immagini, semplicemente
socchiudere la porta
Ho troppo timore per questo,
troppa incertezza, talora pietà:
non si può vivere a lungo come gli uccelli
nellevidenza del cielo
e ricaduto a terra,
in loro non vedi più che, appunto, immagini
o dei sogni.
Parlare dunque è difficile
-se è cercare
cercare che cosa?
Una fedeltà a quei soli momenti,
alle sole cose
che scendono in fondo
a noi stessi,
che ci sfuggono,
se è lintrecciare
un rifugio impreciso
per una preda vaga,
inafferrabile
Se vuol dire portare una maschera
più vera del proprio viso,
per poter celebrare una festa
a lungo perduta
con gli altri, che sono morti,
distanti o addormentati
ancora, e che sollevano appena
dal loro riposo questo rumore,
questi primi passi incerti, timidi fuochi
- le nostre parole:
lieve fruscio del tamburo
per poco che il dito lo sfiori
sconosciuto
Philippe Jaccottet