pubblico questa poesia tra gli
"sperimentali" poiché in verità di esperimento trattasi: ho voluto sperimentare la distanza che ci separa dall'odore di mosto...
il gioco linguistico inaudito del primo verso
"son i san" oltre l'ardito uso della minuscola nella designazione del santo (che portò sulle spalle la sorella per non farla peccare, ma...) lo indicano... e se ben si rimira il calendario ci si accorge anche che la ricorrenza san Martino è cadenzata ogni 11 di novembre e pertanto questo sperimentatore ha voluto semplicemente dire che "molti sono gli anni che ci separano dall'ottocento e dalla poesia arcinota di G.Carducci (il Barbariccia del testo, e in un'apoteosi di sperimentalismo ho copiato la foto barbutissima del poeta affiancandolo al testo entrando così addirittura nella poesia visiva...
)
ma che c'entra Carducci con l'odore di mosto?... c'entra c'entra, con tutta la nebbia agli irti colli, c'entra il ribollir dei tini e con gli spiedi scoppiettanti (gli "arrosti misti" del testo)
il titolo poi è una fantagrafia del tema di questa settimana, tema sul quale si sono cimentati ingegni poetici che non possono che respirare
oggi ossido di carbonio... come si fa a descrivere un qualcosa che non è più nel presente e pertanto alla nostra attenzione?... evocandola, come coi morti... oppure misurare questa distanza e benedirla, o semplicemente prenderne atto...
Odore di mostro
molti son i san martini
che da Barbariccia ci dividono:
lui sniffava nebbia irta
di colli cantine e arrosti misti
oggi la neve si sniffa
e in giro c'è odore di mostri