A mio avviso, la metrica e la rima, se ben apprese, col loro contorno di cadenza e di accenti, e di esperienza di lettura dei Grandi, rendono ritmico e memorabile un buon testo, un'intuizione, una bella comunicazione, un'interiorità che vogliamo condividere con gli altri.
Certo, all'inizio è fatica, come per lo scultore imparare ad usare lo scalpello, ma in seguito è compensata dalla naturalezza del pensare in rima, come Cyrano de Bergerac.
Per temi più profondi, meglio usare l'endecasillabo a rime alternate, per quelli più leggeri settenari od ottonari, ma non c'è una regola fissa.
Ho letto poesie bellissime su questo sito, e immagino come resterebbero più impresse, riscritte nella musicalità, nella bellezza, di un endecasillabo alternato.