Bah... la poesia crepuscolare è per eccellenza la poesia delle piccole cose quotidiane, proiettate in un'atmosfera di desolazione e monotonia; esemplare è il celebre componimento di Corazzini "Per organo di barberia" che ora ti riporto qui
Elemosina triste
di vecchie arie sperdute,
vanità di un'offerta
che nessuno raccoglie!
Primavera di foglie
in una via diserta!
Poveri ritornelli
che passano e ripassano
e sono come uccelli
di un cielo musicale!
Ariette d'ospedale
che ci sembra domandino
un'eco in elemosina!
Vedi: nessuno ascolta.
Sfogli la tua tristezza
monotona davanti
alla piccola casa
provinciale che dorme;
singhiozzi quel tuo brindisi
folle di agonizzanti
una seconda volta,
ritorni su' tuoi pianti
ostinati di povero
fanciullo incontentato,
e nessuno ti ascolta.
Sinceramente, in questa poesia che hai postato ci vedo poco di crepuscolare, anche perchè affronta un tema universale, come la morte, in maniera abbastanza "lirica": non ci vedo lo sconforto per la vita e l'" elevazione" poetica degli aspetti banali di essa, piuttosto ci vedo dolore, dolore che i crepuscolari annullano addirittura per smorzarsi in un'atmosfera di piatto grigiore. Anche il lessico, a volte aulico (azzardo calcareo, brume del cuore) lo vedo piuttosto lontano dal crepuscolarismo.