Il poeta, è colui che scrive ciò che vuole. Sente emozioni, emana emozioni. Non c'è una definizione. Non è un letterato, altrimenti, tutti i letterati sarebbero poeti, concetto insostenibile. E' qualcosa che non è definibile, quello che possiamo apprezzare non è la causa, ma l'effetto di ciò che scrive. Sono tutte sciocchezze le definizioni. Perchè cercare una definizione? Quello che conta è soltanto ciò che mi resta, dopo la lettura. Non resta nulla? Allora a chi interessa? Resta qualcosa, una riflessione, una parola, un concetto, qualcosa che può farmi crescere? Allora mi interessa, mi appassiona, è importante, focalizzo la mia attenzione e voglio sapere chi ha scritto quella cosa. Sensibilità che va e viene, si scrivono versi profondi oppure oceani di idiozie, non c'è una regola,la gente è interessata alla vita, a ciò che resta dopo la gioia, il dolore, un viaggio dall'altra parte del mondo, la disperazione, l'entusiasmo. Louise-Victorine Ackermann, una poetessa francese ha detto :"il poeta è un evocatore di sentimenti e immagini e non un arrangiatore di parole e rime" Era ancora circa il 1850, ma credo avesse già percepito molti concetti della poesia moderna. Io sinceramente penso che ognuno possa scrivere quello che vuole in una poesia e se gli altri, non lo chiamano poeta, sopravviverà ugualmente.