Autore Topic: Testamento  (Letto 12816 volte)

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In Venere

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Re: Testamento
« Risposta #30 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 18:06:06 »
"ogni persona sa scrivere emozioni"
deduco che siamo tutti poeti?
chiunque chiunque?
interessante.

Offline Michele Tropiano

Re: Testamento
« Risposta #31 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 18:20:28 »
"ogni persona sa scrivere emozioni"
deduco che siamo tutti poeti?
chiunque chiunque?
interessante.

questa sorta di sillogismo non funziona perchè la definizione di poeta non è "colui che scrive di emozioni"  ;) non più almeno, nel 2012

nonostante lo slogan di questo sito ci induca a pensare il contrario, "spazio alle emozioni": quelle anche su un blog si possono liberare... e molto più liberamente!
« Ultima modifica: Mercoledì 11 Luglio 2012, 18:22:44 da Michele Tropiano »
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
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In Venere

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Re: Testamento
« Risposta #32 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 18:34:08 »
allora poeta è quello che cerca la forma?
non è un sillogismo, ma direi una ricerca di definizione.
puro spirito di contraddizione, sai com'è
aloha tropi

Offline Michele Tropiano

Re: Testamento
« Risposta #33 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 18:45:57 »
allora poeta è quello che cerca la forma?
non è un sillogismo, ma direi una ricerca di definizione.
puro spirito di contraddizione, sai com'è
aloha tropi


e vabè torniamo sempre alla solita discussione! ja già lo sai il mio pensiero!
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Offline poeta per te zaza

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Re: Testamento
« Risposta #34 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 21:00:15 »
"ogni persona sa scrivere emozioni"
deduco che siamo tutti poeti?
chiunque chiunque?
interessante.

allora poeta è quello che cerca la forma?
non è un sillogismo, ma direi una ricerca di definizione.
puro spirito di contraddizione, sai com'è
aloha tropi


Partendo dai paradossi espressi da iVv,

 poeta è chi sa dare forma lirica alle emozioni?
di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline Michele Tropiano

Re: Testamento
« Risposta #35 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 22:13:55 »
poeta è chi sa dare forma lirica alle emozioni?

anche... ma secondo me la sfida della poesia contemporanea è trascendere i contenuti. oramai è stato detto tutto e in tutti i modi possibili. bisogna creare una poesia nuova, partendo da forme vecchie, ma riscrivendole senza contenuti, facendo diventare la forma - il contenitore - un nuovo contenuto. difficile, lo so, ma forse affascinante...
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Offline Gianpiero De Tomi

Re: Testamento
« Risposta #36 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 22:17:21 »
Il poeta, è colui che scrive ciò che vuole. Sente emozioni, emana emozioni. Non c'è una definizione. Non è un letterato, altrimenti, tutti i letterati sarebbero poeti, concetto insostenibile. E' qualcosa che non è definibile, quello che possiamo apprezzare non è la causa, ma l'effetto di ciò che scrive. Sono tutte sciocchezze le definizioni. Perchè cercare una definizione? Quello che conta è soltanto ciò che mi resta, dopo la lettura. Non resta nulla? Allora a chi interessa? Resta qualcosa, una riflessione, una parola, un concetto, qualcosa che può farmi crescere? Allora mi interessa, mi appassiona, è importante, focalizzo la mia attenzione e voglio sapere chi ha scritto quella cosa. Sensibilità che va e viene, si scrivono versi profondi oppure oceani di idiozie, non c'è una regola,la gente è interessata alla vita, a ciò che resta dopo la gioia, il dolore, un viaggio dall'altra parte del mondo, la disperazione, l'entusiasmo. Louise-Victorine Ackermann, una poetessa francese ha detto :"il poeta è un evocatore di sentimenti e immagini e non un arrangiatore di parole e rime" Era ancora circa il 1850, ma credo avesse già percepito molti concetti della poesia moderna. Io sinceramente penso che ognuno possa scrivere quello che vuole in una poesia e se gli altri, non lo chiamano poeta, sopravviverà ugualmente.

Offline poeta per te zaza

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Re: Testamento
« Risposta #37 il: Mercoledì 11 Luglio 2012, 22:24:20 »
Si potrebbe dire
che una frase,
detta da chi ci ama,

arriva al cuore,
 
ma certe poesie
di estranei

arrivano all'anima?

Zaza
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Offline Gianpiero De Tomi

Re: Testamento
« Risposta #38 il: Giovedì 12 Luglio 2012, 01:01:13 »
Penso che si potrebbe dire, che bastonare l'acqua di un lago, non è pescare; molti potrebbero arrivare ad affermare che chi bastona l'acqua non ha la minima consapevolezza di quello che sta facendo.E' un punto di vista.Legato ad uno stereotipo definito da un gruppo di persone che un giorno ha deciso che pescare era legato a regole ben determinate.Credo che la poesia, risenta dello stesso problema, nel tempo tanti, sono arrivati alla mia stessa conclusione, cercando di riprendere il germe originale della poetica, il vero scopo per cui è stata creata. Una volta dicevo a me stesso, di non buttarmi su questi discorsi, per il semplice fatto che non ero preparato ad affrontarli. Oggi scrivo, leggo e butto nella mostatrice tutto quello che mi succede, senza preoccuparmi troppo. Credo che in fondo, sia l'unico modo per riuscire a scrivere poesie. Quel che esce, chi può dire sia un male o un bene?
« Ultima modifica: Giovedì 12 Luglio 2012, 01:02:58 da Gianpiero De Tomi »

Offline Michele Tropiano

Re: Testamento
« Risposta #39 il: Giovedì 12 Luglio 2012, 11:42:40 »
Il poeta, è colui che scrive ciò che vuole. Sente emozioni, emana emozioni. Non c'è una definizione. Non è un letterato, altrimenti, tutti i letterati sarebbero poeti, concetto insostenibile. E' qualcosa che non è definibile, quello che possiamo apprezzare non è la causa, ma l'effetto di ciò che scrive. Sono tutte sciocchezze le definizioni. Perchè cercare una definizione? Quello che conta è soltanto ciò che mi resta, dopo la lettura. Non resta nulla? Allora a chi interessa? Resta qualcosa, una riflessione, una parola, un concetto, qualcosa che può farmi crescere? Allora mi interessa, mi appassiona, è importante, focalizzo la mia attenzione e voglio sapere chi ha scritto quella cosa. Sensibilità che va e viene, si scrivono versi profondi oppure oceani di idiozie, non c'è una regola,la gente è interessata alla vita, a ciò che resta dopo la gioia, il dolore, un viaggio dall'altra parte del mondo, la disperazione, l'entusiasmo. Louise-Victorine Ackermann, una poetessa francese ha detto :"il poeta è un evocatore di sentimenti e immagini e non un arrangiatore di parole e rime" Era ancora circa il 1850, ma credo avesse già percepito molti concetti della poesia moderna. Io sinceramente penso che ognuno possa scrivere quello che vuole in una poesia e se gli altri, non lo chiamano poeta, sopravviverà ugualmente.

d'accordo ma il mio è un altro discorso
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Skias Onar

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Re: Testamento
« Risposta #40 il: Venerdì 13 Luglio 2012, 01:14:19 »
L'importanza che dai alla forma e alla cesellatura laboriosa dei versi mi ricorda un poco l'estetica dei Parnassiens, che volevano epurare nell'ideale di una bellezza esclusivamente formale gli eccessi sentimentali dei poeti romantici. Il motto dei Parnassiens era "L'arte per l'arte, la grazia prima di tutto".

Rimbaud voleva essere un Parnassien e dopo essersi cimentato in poesie più classiche (anche se il tema trattato era all'epoca scandaloso), seppe esprimere la bellezza in un modo totalmente nuovo : la poesia in prosa visionaria.

La tua composizione è ricca di figure di stile, allitterazioni e ardite costruzioni sintattiche con numerosi giochi di enjambement, è vero, ma alcuni passaggi, andrebbero, secondo me, rivisti,  per rendere l'insieme più equilibrato ed intenso : il lettore rischia di perdersi in questo flusso di forti dichiarazioni, che scorrono a tutta velocità. Alcune poesie richiedono una o più letture attente prima di essere comprese nella loro complessità ; ci vuole un po' di pazienza.

Capisco che tu abbia voluto porre l'accento sul contenente, più che il contenuto, per creare una poesia razionale, ma mi sembra che manchi ancora qualcosa... una sorta di "insouciance" dell'arte. Come dire? Penso che ci sia troppa consapevolezza.
Continua a sperimentare fino a trovare ciò che cerchi, è interessante confrontare diverse concezioni della poesia.  ;)

Offline Michele Tropiano

Re: Testamento
« Risposta #41 il: Venerdì 13 Luglio 2012, 12:31:20 »
Continua a sperimentare fino a trovare ciò che cerchi, è interessante confrontare diverse concezioni della poesia.  ;)

Ah io continuo sempre, stai sicuro. Non mi fermo mai  ;) la poesia è sempre ricerca.
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Offline Alma Gjini

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Re: Testamento
« Risposta #42 il: Mercoledì 15 Agosto 2012, 19:15:18 »
premetto che io di poesia esperimentale non so niente. premetto anche di non averla letta tutta, troppo lunga ma non solo per questa ragione. La trovo disconnessa, Ce l’afflato poetico in questa poesia,ma non basta, dev’esserci il ritmo, se così vogliamo dire. Altrimenti ciò che ne sortisce è prosa. La poesia è contenuto, ma non solo contenuto, è anche forma, ovvero sintesi, e armonia.La trovo una poesia con un linguaggio abbastanza piacevole, delle metafore azzeccate se fossero usate in un contorno più fluido,   ma ti frena, perchè leggendola non ti da un incentivo per arrivare in fondo, e ti fa rivedere troppe immagini sconnessi tra loro togliendo la musicalità alla poesia e rendendola più un Esse o una narrativa fredda pur avendo una buona metrica. li manca la musicalità e il ritmo, e non intendo quel ritmo e musicalità che avevano un tempo le poesie recitate, ma una musicalita che ti fa leggere i versi come se fossero una cascata. E anche vero che la poesia ha mille sfaccettature ed ispirazione ma per essere una buona poesia deve anche coinvolgerti , rapirti lasciarti un'immagine ben precisa una volta finita di leggerla,ma in questa poesia questo coinvolgimento temo sia indefinibile. Non trovo punti comuni tra i versi, la continuazione sembra vincolare e tarare il pensiero in ottime qualità di frasi singolarmente,ma che nel insieme rendono questa poesia un colonnato terremotato. Penso che a una poesia ben costruita (anche se personalmente non li rileggo nemmeno le mie poesie, le scrivo di getto e basta, non sarei in grado di costruirne una, vengono da sole al momento) ma a una poesia ben costruita, neanche una virgola si può cambiare, in questa poesia potrei tirare via dei versi interi e cambiare delle parole e il nucleo non cambierebbe.
« Ultima modifica: Mercoledì 15 Agosto 2012, 19:16:59 da Alma Gjini »
La nobiltà d'animo non sta nell'essere ricco dando spiccioli a chi ti tende la mano, ma nel dare l'anima nell'aiutare chi ha bisogno, senza che ti sia chiesto.(a.gj)