poesia, non poesia.
Io noto solo qualche cosetta e non lo dico nè da letterato nè da poeta, perchè magari nemmeno mi spetta (e ho fatto su pure la rimajavascript:void(0)
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Son contento di scrivere il mio primo messaggio su questo sito in un thread nel genere, perchè mentre aspettavo di essere abilitato ho avuto modo di leggere diverse discussioni, più o meno recenti, nelle varie aree.
E beh...dico io cosa leggo...
leggo presunzione...e la presunzione (parlando da studente di psicologia) è la più becera consigliera che si possa avere nella vita.
poeta o non poeta? Stile e virtuosismi o meno? Poco importa...
si può anche essere dei piccoli d'Annunzio, ma se non si avere il dono e il buon gusto soprattutto di possedere un minimo di umiltà non si va da nessuna parte non nella poesia/arte, ma nella vita.
Dico io, dunque, cosa ci leggo.
Ci leggo un tentativo di ostentare tutta una serie di virtuosismi di un ragazzotto (per lo meno dentro) esaltato, laureato o vicino ad una laurea in lettere (o qualcosa di simile) che ritiene la poesia un ostentare le proprie belle regole studiate a tavolino, sperando di essere scambiato da qualcuno per un novello D'Annunzio.
Beh...la cosa mi fa alquanto sorridere...
Perchè di eresie, psicologicamente parlando, caro il mio Michele nei tuoi commenti letti qua e là ne ho lette fin troppe. E con troppe intendo che un mio "collega" di università potrebbe scriverci sopra una tesi di Laurea :-)
Ma passiam un attimo oltre.
E presunzione per presunzione, immagino, pure il tipo di risposta che riceverò. Perchè magari chi ha scritto la poesia ad inizio della discussione si riterrà forse un neonato D'Annunzio, ma io, da buon studente di psicologia, ci vedo lungo e conosco i miei polli e, se Michele tu ti ritieni un piccolo D'Annunzio, io mi ritengo un piccolo Freud.
Ho letto quanto mi basta del soggetto e seppur io non sia Pascoli o Neruda posso dire di aver letto e apprezzato sia l'uno che l'altro, posso dire di conoscere Leopardi e Pessoa, Lorca e la Merini ecc...ecc..
posso dire di aver studiato abbastanza anche le regole principali da usare in poesia (dalle figure retoriche alla metrica, da questo a quello e blablabla) e ti dirò di più: studiando psicologia certi "fenomeni" o meglio chiamarle "figure" del discorso le riesci a spiegare anche sotto il profilo psicologico ed è tutto ancora molto più semplice.
Sul testo cosa ci leggo? Sperimentazioni? Si ne vedo. Virtuosismi? Si ne vedo...
vedo riprese, allitterazioni e tutte quelle figure di suono che a te gustano tanto e di cui è inutile farci la trafila
vedo gli enjambement che tanto sbandieri ai quattro venti come fossero una nuova conquista e tu fossi un piccolo esploratore, unico al mondo :SSS
Eh vorresti anche un applauso immagino...
C'è solo una piccola differenza.
D'Annunzio, quando scriveva, scriveva sì calibrando le parole fino a comporre autentiche opere di virtuosismo puro ("La pioggia nel pineto", "Le stirpi canore" ecc...ecc...), ma nei suoi versi si legge irrimediabilmente anche il sentimento che si nasconde dentro.
Leggiti "La pioggia nel pineto", piena di virtuosismi stilistici. Leggitela fino allo sfinimento.
Quando hai smesso di pensare solo allo stile ti renderai conto che quello stile accompagna ed è accompagnato da un sentimento che smania per essere raccontato.
Ma non sono ipocrita...qualcosa del tuo componimento lo salvo sì.
Tanti virtuosismi stilistici qualcosa di buono l'hanno fatto; qua e là ci son versi degni di nota...
...ma...forse sei così impegnato a pensare solo alla forma che ti dimentichi del contenuto. Contenuto di sentimenti e contenuto di parole.
Quindi? Forse la farei leggere in classe agli studenti per insegnarli cos'è una figura piuttosto che un'altra in modo intuitivo...nulla più...se questo è il tuo obiettivo...e contentu tu...
se invece l'obiettivo era di arrivare al cuore, di tenere incollate le persone fino alla fine, con immagini nuove e qualcosa di diverso...beh mi spiace dirlo, ma per me hai fatto un completo buco nell'acqua.
Certe sperimentazioni sinceramente non solleticano la mia fantasia (ma è una mia personalissima opinione); aggiungo inoltre che le immagini che si stagliano nella mente a lunghi tratti sono banali esattamente come sono banali le immagini di tante altre poesie o componimenti (i miei in primis e non voglio neanche perdere tempo per eticchettarli con un nome)...
"tempo di capire tempo di amare
tamponando ogni possibile dolore:
quando saremo stanchi di vagare
ogni sensazione si dissolverà
sull’orlo del grande baratro"
un esempio a caso...
parlami di stile, virtuosismi, figure retoriche, di suono, di quel che vuoi...
sono versi sempliciotti...
l'unica cosa che san fare è essere orecchiabili...ma contenuto...contenuto trito e ritrito che non ti lascia niente se non le solite immagini.
Ed è in gran parte così la tua poesia di cui ti fai gran vanto fin dai tuoi primi versi
"di quelle lunghe passeggiate lungo sentieri sconosciuti non resta che un rauco ricordo sbiadito come una tela antica"
insomma ci manca sol scrivere in qualche verso qua e là anche un bel "e tu cara saresti il mio fiore, odore che colgo" --> e magari diresti anche se lo scrivessi tu "figo....fiore, ripreso con odore...che verso sublime"javascript:void(0);
E potrei continuare così per quasi tutta la poesia.
Nella seconda parte forse c'è più sperimentazione ed è quella che poi mi solletica meno la mente e su cui comunque leggo le solite immagine fiappe. Non sto qua a dirti tutto passo a passo, ma grosso modo è un discorso simile al primo immagino e non mi va nemmeno di pensarci più di tanto su :-)
E detto questo, apprezzo più chi oggi non si limita a certi virtuosismi (soprattutto se fiappi e senza un particolare sapore e non dicono un bel nulla dell'autore), ma anche dando immagini "sporche", anche "sporcando" le regole, lo stile, il nome stesso della poesia riesce a trasmettere qualcosa di suo...qualcosa che racconta la propria vita.
E detta come va detta...apprezzo poesie di diversi autori nel web non conditi da tanta presunzione che però arrivano molto di più.
E ti dirò ancora di più.
I miei stessi testi che dal punto stilistico non sono nè studiati a tavolino, nè altro (dal momento che le mie poesie sono scritte di getto in 5 minuti e in 5 minuti immagini, figure di suono e tutto quanto devono condensarsi in un fiume di parole e non lasciar spazio a troppe rivisitazioni) li considero per quanto stilisticamente imprecisi, a volte appesantiti ecc...ecc... migliori di certi testi che mi risultano solo pecche di presunzione non dovuta.
Che si è bravi o meno spetta agli altri dircelo...troppo facile dirselo da soli e solo sulla propria scala di giudizio. E questo non solo per la poesia, ma in tutto nella vita. Appuntati anche questo.
Ed in ogni caso è anche stupida una gara di poesia "a chi ce l'ha più lungo" sbandierando per l'ennesima volta che qualcuno in privato è venuto a complimentarsi con noi, per la sperimentazione e blablabla.
Se è per quello io ad ogni poesia pubblicata qua e là nel web ricevo sempre 2-3-4-5 commenti di complimenti, di gente che si sente smossa nell'animo...e altrettanta gente (e molte di più) ovviamente mi manifesta apprezzamenti tra i conoscenti (ma lì è più facile).
Apprezzamenti di testi, poesie o chiamali come vuoi che tu probabilmente reputi robaccia...
mi dispiace per te...sappi che diversi (e qualcuno l'ha scritto pure qui) reputano robaccia il tuo modo di pensare e di scrivere poesia.
De gustibus. Punti di vista. Quelli che probabilmente non conosci o non sai accettare. Fan parte della vita, bello mio :-)
La presunzione, ribadisco, non porta da nessuna parte e povero te se ne sei tanto convinto...
Il poeta, parlando psicologicamente, sublima le proprie emozioni per dar sfogo a sè stesso.
Nella tua poesia si legge solo a tratti questo. Non si legge l'anima. Sai come va a finire "Il Ritratto di Dorian Gray"? E' la fine di chi si dice da solo di essere bello e bravo. E sempre da "psicologo" (o meglio futuro psicologo) ti consiglierei di cambiar rotta nella vita. E lo dice uno che in molte cose è egocentrico come pochi (uno che si è sempre considerato filoso più di tutti gli altri e da ragazzino migliore di tutti gli altri).
Il punto, però, è proprio quello. Il momento in cui ci si ritiene "intoccabili e indistruttibili" psicologicamente parlando è quello adolescenziale. Idealizzazione, astrazione ecc...ecc...
arrivati alla fase matura si dovrebbe arrivare al punto in cui si è capace di distinguere certi dettagli e se così non è sarebbe meglio lavorarci sopra (ed io ho imparato a lavorare su di me tanto in questi anni).
Spero che accetterai il mio parere per quello che è, spero non per la tua arte, ma per la tua vita che tu possa imparare a vedere oltre il tuo becco...e lo dico senza cattiveria...perchè quei tuoi messaggi letti qua e là sul forum mi fanno sorridere un pochino...e lo dico con tanta tenerezzajavascript:void(0);
E concludo dicendo che la poesia a mio modo di vedere è espressione ed è un mezzo del cuore. E a questo nemmeno D'Annunzio in persona può venire a ribattere. Se diventa solo un inno al proprio narcisismo significa che è arrivata proprio alla fine e ha perso il suo unico significato che ha sin dai tempi più antichi (regole o non regole e che le si voglia rispettare o meno).
:-)
Buone cose e spero, comunque, sia apprezzato l'impegno per aver letto e risposto sia sulla poesia specifica, sia sul concetto di poesia che tante fuori ritiri fuori qui sopra (giusto per poter fare il bello un pochino javascript:void(0)
e sia sul mio parere in generale su come si dovrebbero interpretare le cose, la poesia e la vita.
Insomma, non sono 2 righe.