Autore Topic: Lo scrigno del dolore  (Letto 5445 volte)

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Max Ray

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Lo scrigno del dolore
« il: Mercoledì 10 Agosto 2011, 09:48:39 »
Ok, proviamo e vediamo come va.
Ho scelto il testo che mi caratterizza maggiormente per diversi motivi.
Questo spazio è dedicato alle critiche costruttive e ad eventuali chiarimenti su genesi e significato del testo.


LO SCRIGNO DEL DOLORE 

Malinconica è la notte della vita senza voce,
alveo di nomadi pensieri,
spettri randagi nel vuoto della luce.
Scorre lento il fiume dei rimpianti,
incessante flusso d'immagini e parole,
moto perpetuo di ricordi estenuanti.
Il cielo è un sudario di nubi minacciose,
lividi araldi dei temporali
intrisi di lacrime pungenti come spine senza rose.
Anima vibrante d'indomito tremore,
nebbia d'algidi sospiri,
orizzonte rinchiuso nello scrigno del dolore.
Rivoli di pianto scendono dagli occhi,
urla soffocate nel buio del silenzio,
gemiti nascosti all'ombra degli specchi.
Gravida madre del tormento,
invoco la tua ferale grazia:
uccidimi col tuo bacio che sa di fuoco e di vento!
 
Autore: Massimiliano Ruggiu  Poesia pubblicata il 09/10/2010
 


 
« Ultima modifica: Mercoledì 10 Agosto 2011, 10:28:47 da Luigi. »

Walker Boh

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #1 il: Mercoledì 10 Agosto 2011, 17:34:37 »
Conoscevo il testo ma l'ho riletto per trovare qualcosa che non mi piacesse. Ricerca vana. Forse, però, avrei suddiviso i versi in strofe perché sono frammenti di uno stato d'animo e, come tali, li esporrei in grafica

Offline Amara

Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #2 il: Mercoledì 10 Agosto 2011, 20:23:21 »
..io invece ne ho trovato cose... a mia opinione ovviamente...
pur essendo un testo che trasmette un certo pathos..
ritrovo immagini un po' consunte e un'eccessivo utilizzo di aggettivi non necessari e che a volte rendono il verso  ridondante... ad es....Il cielo è un sudario di nubi minacciose, lividi araldi dei temporali... / ...Anima vibrante d'indomito tremore...
un linguaggio che a me ha poco da dare e la forma, un po' elencativa, esaspera l'enfasi, ma è indubbia la musicalità dell'insieme..

vediamo se mi parli ancora.. hahahaha..... :D
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

gio.d.

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #3 il: Mercoledì 10 Agosto 2011, 21:55:57 »
Trovo che ci sia un eccessivo uso di aggettivi volto a creare immagini che possano stupire il più possibile, ma ciò che ne consegue è solo una serie di immagini forzate e barocche
che null’altro apportano alla poesia in termini di senso e significato, se non un possibile effetto di stupore nelle mente del lettore più semplice e sprovveduto. Questo ad esempio per quanto riguarda i primi tre versi. In altri versi, rinvengo invece immagini piuttosto abusate e sempliciotte, tipo i vv. 4-5-6 o le lacrime pungenti come spine senza rose.

Max Ray

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #4 il: Mercoledì 10 Agosto 2011, 22:19:42 »
Per walker:
Sono d'accordo sul fatto che sarebbe meglio suddividere i versi in strofe, cosa che faccio abitualmente, ma questo testo appartiene ad una categoria particolare e preferisco distinguerla dalle altre.
Il testo è un acrostico. Basta leggere le prime lettere di ogni verso, in verticale, e compaiono nome e cognome.
Quando compongo un acrostico, infatti, preferisco scrivere i versi in sequenza.

Per Amara:
Come ho avuto occasione di dirti, io scrivo "ad orecchio", seguendo una cadenza musicale. Gli aggettivi conferiscono al verso la giusta lunghezza. Potrei usare un altro sostantivo o una parola con più sillabe per rientrare nella linea vocale, ma mi viene più immediato ricorrere all'aggettivo.
Se fossi un poeta non mi porrei certi problemi ma, non essendolo, prediligo la musicalità a dispetto del minimalismo poetico.
Ho scritto molti testi diversi, anche senza rima, ma mi trovo meglio con questo tipo di composizione.
Però capisco perfettamente il tuo punto di vista e condivido ogni appunto, valutando il testo da esterno.
Come ha ben colto Walker, sono fotogrammi emozionali messi in sequenza.
Le critiche sono molto pertinenti e condivisibili.
Grazie ad entrambi.  ;)

Max Ray

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #5 il: Mercoledì 10 Agosto 2011, 22:30:40 »
Ho letto ora la critica di Pullover e devo ripetermi, trovandola pertinente e condivisibile. Un unico appunto: io non ho mai scritto, e non lo farò mai, con l'intento di stupire il lettore, perché non mi interessa.
Grazie anche a te.
Mi fa davvero piacere che qualcuno abbia colto il mio invito.
Sinceramente, mi aspettavo molto peggio.
Non siate timidi!  :)
E' l'occasione di esprimere liberamente il proprio pensiero, senza il pericolo di essere interdetti.

Walker Boh

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #6 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 05:39:45 »
Io credo che anche trattandosi di acrostici, suddividere i versi in strofe migliorerebbe la lettura del testo.
In ogni caso, l'esperimento mi sembra interessante. Ci vorrebbero, però, più interventi e maggior coerenza. Non si può parlare di versi ridondanti e aggettivi superflui avendo fra le proprie poesie preferite una che recita termini quali equivalente, equipollente, isoformismo, parallelismo simmetrico nei primi tre versi. Sa di ipocrisia. E non si può parlare di figure retoriche abusate e sempliciotte facendo uso nelle proprie poesie di immagini ancora più abusate e sempliciotte come "barche di carta che si inabissano" e "ciliegi in fiore". Sa di ipocrisia anche questo. Non roviniamo sempre tutto per la mania di protagonismo o motivi ancora peggiori...
Scusate il mio intervento, ma io amo criticare i critici, perché si contraddicono sempre.

In Venere

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #7 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 08:33:16 »
una domanda all'autore: chiedi commenti critici seri, però poi spieghi/giustifichi le tue scelte?
potrebbe essere inutile a questo punto esprimere un parere critico serio, se poi ogni tua scelta stilistica è già giustificata. no?

Offline DarioC 85

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #8 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 09:47:12 »
Due piccolissime note:
1.avrei scritto diversamente l'ultimo verso: se il criterio di scrittura è seguire la musicalità del verso, l'ultimo mi sembra troppo lungo e "pesante" alla lettura...suggerirei: "uccidimi col bacio che sa di fuoco e vento!"

2.sono d'accordo con chi ha suggerito la suddivisione in strofe: rimarrebbe comunque un acrostico (a proposito, è stato pubblicato il 9/10/2010...ma su Scrivere, sul forum o su un altro sito?...Perché se non sbaglio gli acrostici non possono per regolamento essere pubblicati su Scrivere, ma solo nell'apposita area del forum...)

Max Ray

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #9 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 09:56:43 »
Io credo che anche trattandosi di acrostici, suddividere i versi in strofe migliorerebbe la lettura del testo.
In ogni caso, l'esperimento mi sembra interessante. Ci vorrebbero, però, più interventi e maggior coerenza. Non si può parlare di versi ridondanti e aggettivi superflui avendo fra le proprie poesie preferite una che recita termini quali equivalente, equipollente, isoformismo, parallelismo simmetrico nei primi tre versi. Sa di ipocrisia. E non si può parlare di figure retoriche abusate e sempliciotte facendo uso nelle proprie poesie di immagini ancora più abusate e sempliciotte come "barche di carta che si inabissano" e "ciliegi in fiore". Sa di ipocrisia anche questo. Non roviniamo sempre tutto per la mania di protagonismo o motivi ancora peggiori...
Scusate il mio intervento, ma io amo criticare i critici, perché si contraddicono sempre.

Ecco, questo è uno degli aspetti che mi tiene lontano dal forum: alla fine, si trova sempre una ragione per litigare.
Come ho detto tante volte, giudico irrilevanti i commenti positivi e, ancor meno, quelli negativi, ma non certo per presunzione. Io ho un mio stile compositivo e mi piace perché è funzionale alle mie esigenze. Perciò il tuo intervento non era affatto necessario. Conosco appassionati di poesia che odiano Baudelaire e appassionati di musica che odiano Bruce Springsteen: è semplicemente una questione di gusti. Niente più

Max Ray

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #10 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:12:34 »
una domanda all'autore: chiedi commenti critici seri, però poi spieghi/giustifichi le tue scelte?
potrebbe essere inutile a questo punto esprimere un parere critico serio, se poi ogni tua scelta stilistica è già giustificata. no?

Come scritto nel topic di Amara, vorrei qualcosa di diverso rispetto alle analisi precedenti. Mi piace che l'autore spieghi genesi e significato del testo per rendere più completa la discussione. Perché è di questo che si tratta: discussione. Ripeto, non ci sono autori del calibro di Baudelaire in questo sito, perciò sono rispettabili tutte le opinioni ma, come tali, sono tutte opinabili. A me interessa che si estenda il dibattito più che ricevere esegesi del testo che lasciano il tempo che trovano. La scelta del testo non è casuale. Sapevo benissimo che avrebbe ricevuto quel tipo di critiche. Ci metterei pochi secondi a scrivere un testo "in stile Amara o Pullover", ma non sono minimamente interessato perché preferisco un altro tipo di composizione. Non ci sono scuse o giustificazioni, ma c'è una semplice estensione del dibattito. Si può anche dire che i miei testi fanno vomitare o che sono meravigliosi. Per me entrambi i giudizi hanno la stella valenza, cioè nulla. Ciò che conta è il dibattito, non che Tizio cerchi di convincere Caio, o stabilire se Sempronio è più o meno bravo di Cesare. Questa è aria fritta. Riusciamo ad intavolare un dibattito senza litigare? Se ne siamo capaci, continuiamo, altrimenti chiudiamo pure il topic e diamo l'ennesima dimostrazione di stupidità.
« Ultima modifica: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:29:20 da Massimiliano Ruggiu »

Max Ray

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #11 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:26:14 »
Due piccolissime note:
1.avrei scritto diversamente l'ultimo verso: se il criterio di scrittura è seguire la musicalità del verso, l'ultimo mi sembra troppo lungo e "pesante" alla lettura...suggerirei: "uccidimi col bacio che sa di fuoco e vento!"

2.sono d'accordo con chi ha suggerito la suddivisione in strofe: rimarrebbe comunque un acrostico (a proposito, è stato pubblicato il 9/10/2010...ma su Scrivere, sul forum o su un altro sito?...Perché se non sbaglio gli acrostici non possono per regolamento essere pubblicati su Scrivere, ma solo nell'apposita area del forum...)

Le parole "col" e "bacio" non suonano bene in rapida successione.
Per quanto riguarda gli acrostici, credo che siano vietati quelli nei quali ogni lettera del nome è l'iniziale di una singola parola e non di un intero verso.
Es:

Le
Onde
Recitano
Emozioni
D'
Azzurro
Nell'
Anima,
Verseggiando
Amore
In
Ritmiche
Oscillazioni.

Non avrebbe davvero senso vietare acrostici come quello da me postato, perché io posso iniziare il verso usando le lettere che voglio.

Offline Webmaster

Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #12 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:26:21 »
...(a proposito, è stato pubblicato il 9/10/2010...ma su Scrivere, sul forum o su un altro sito?...Perché se non sbaglio gli acrostici non possono per regolamento essere pubblicati su Scrivere, ma solo nell'apposita area del forum...)

Gli acrostici sono vietati quando la poesia non abbia alcun motivo di essere se non per le iniziali dei versi. Questa non ha le iniziali evidenziate (in maiuscolo) né sembra essere stata scritta per il semplice motivo di avere certe iniziali.

Invece il testo subito qui sopra no, perché non si può sostenere che "D'" oppure "Nell'" siano versi e palesemente sono stati scritti solo grazie all'avere una determinata iniziale. Si, si possono iniziare i versi con le lettere che si vogliono, ma appunto i "versi", non parole a caso o scelte solo perché hanno una "D" od una "N" all'inizio. Si possono iniziare i versi con le lettere che si vogliono, ma la scelta delle iniziali non può essere la sola ed esclusiva ragione di una poesia.
« Ultima modifica: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:30:06 da Luigi. »

Max Ray

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #13 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:31:25 »
Gli acrostici sono vietati quando la poesia non abbia alcun motivo di essere se non per le iniziali dei versi. Questa non ha le iniziali evidenziate (in maiuscolo) né sembra essere stata scritta per il semplice motivo di avere certe iniziali.

Invece il testo subito qui sopra no, perché non si può sostenere che "D'" oppure "Nell'" siano versi e palesemente sono stati scritti solo grazie all'avere una determinata iniziale. Si, si possono iniziare i versi con le lettere che si vogliono, ma appunto i "versi", non parole a caso o scelte solo perché hanno una "D" od una "N" all'inizio. Si possono iniziare i versi con le lettere che si vogliono, ma la scelta delle iniziali non può essere la sola ed esclusiva ragione di una poesia.


Grazie della conferma, Luigi. Infatti, io mi riferivo all'acrostico pubblicato all'inizio. L'altro acrostico è un esempio di testo da vietare. Mi sembra ovvio.
« Ultima modifica: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:37:03 da Massimiliano Ruggiu »

In Venere

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Re: Lo scrigno del dolore
« Risposta #14 il: Giovedì 11 Agosto 2011, 10:53:00 »
Quindi è un'analisi, non un commento critico. Specifica ragazzo.