ispirata da L'azzurro di Mallarmè
Il marrone
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Dell'eterno marrone il nudo sarcasmo
canta, francamente brutto come merde,
il poëta rozzo che gode il suo orgasmo
in mezzo alle terre del seme e del verde.
Scopando con gli occhi voraci, s'aggrappa,
lo sento, in rapace sado - pizzicotto
(che cosa vuoi fare?) sulla destra chiappa
nella notte negra ed io sopra e tu sotto!
Montate vapori! Regalate argento,
perle di rugiada, a quei tronchi e terreni
a questo gigante stronzo pavimento
di fioretti ed erbe, di Vére e veleni.
E tu schizza fuori da fiumi e ruscelli,
carissima Azione, dai diti mai fermi,
scendete dai cieli, miei affamati uccelli,
col becchino a strappar cadaveri e vermi.
Sempre! Le tue streghe di bizzarri giochi
mi si stan sfinendo in un filmino porno
durante la notte del Sabbah dei fuochi
e'l sole s'innalza già brilla alba del giorno.
La Terra è vivente, ma a te grido, o Nulla,
dimentico di Dio, dà piacer peccare
al boia ridente che si butta in culla,
dov'è 'l gregge uman che continua a belare,
dato che or io voglio, che il corpo mio è stanco
con le coperte sul fondo del letto
riposarmi un po' sul seno, sul tuo fianco,
mentre che la forza, il mio vigore aspetto...
Ecco il marron torna, lo sento che canta,
col flauto panico. Strilla o mia Potenza
per farci sentire la baldoria santa
col duro suo legno d'un ebana danza.
T'innalza su monti porgendo piacere
pel tuo gusto innato... come il cacao buon,
in che modo potresti il contrario volere?
Son Aléx! Marron! Marron! Marron! Marron!
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