Michele, ci siamo già letti in varie circostanze quindi non mi presento, anch'io sono laureato in corsi pressappoco approssimativi della facoltà di lettere, anch'io ho come unico sogno nel cassetto quello di pubblicare qualcosa e farmi riconoscere dalla razza umana come "scrittore" a tempo pieno, sto accingendomi ora nello scrivere qualcosa di più lungo dei miei soliti racconti brevi o dei miei soliti racconti brevissimissimi (io le mie non le chiamo poesie) cercando addirittura di combattere la mia naturale svogliatezza e mancanza di dedizione che mi porta sempre a fare meno quel che amo fare; io credo che la cosa migliore sia continuare e perseverare nella nostra passione senza limitazioni o implicazioni; per esempio, io un anno e mezzo fa, a ventiquattro anni da poco compiuti, ho deciso di venire qui in Australia, continuando a scrivere ma accingendomi comunque nell'imparare mestieri di rimpiazzo. Ora pensa tu, oggi come oggi io faccio proprio due dei tre mestieri che hai scritto nel tuo primo post come comunque meritevoli di rispetto, cioè il barista e il cameriere. La mattina faccio cappuccini, flat white, short mack, short black e altri mille tipi di caffè e la sera porto piatti in lungo e in largo, addirittura nei primi mesi, quando io e l'inglese eravamo isole lontanissime mi accingevo nella notevole posizione del lavapiatti, in più sono lontano sedici mila miglia dalla mia famiglia che è tutta in quel di Roma e dai miei vecchi amici, però non sto poi così male (forse). Mi diverto, incontro tanta gente, cerco di essere felice il più possibile pur non riuscendoci sempre. Credo sia quello l'unico obiettivo della vita. Lo scrivere è una passione. Un lasciare tracce. Una ricerca interiore. Un atto posto alla creazione d'immagine con la sola parola (almeno per il sottoscritto), una trasmigrazione di pensieri in inchiostro o pixel; poi certo non ti nego che sarei l'uomo più felice del mondo se potessi guadagnare con la mia scrittura piuttosto che andando a lavorare ma non t'uccidere l'anima (alla moggi) disperatamente provando in questo. Ci sono cose migliori dei soldi, come le donne. Io perlomeno le preferisco. E poi non dirmi che quando finisci di scrivere qualcosa che ti piace non provi quella soddisfazione, quella gioia, che è tanto enorme che neanche una vincita alla lotteria potrebbe darti, perché ti giuro non ci credo. E pensa che tanta gente sfortunata che non ha la nostra passione, non proverà mai quell'emozione che la scrittura a noi dà, cazzo (scusa), capisci? Non la proverà mai. Quindi sentiti fortunato di possedere un dono e di avere un'ambizione. Ringrazia Dio, se ci credi (io ringrazio mamma). C'è chi vive senza queste gioie. E poi tromba tanto che anche quello porta grandi felicità. Ciao bello