anch'io, con Tropiano, credo che il verso libero non sia stato affatto una iattura... e perché mai?... la poesia abita tutti gli spazi, ma a tempo... è una "trasformata", come la trasformata di Fourier in geometria... perché la poesia, avendo attinenze con la spazialità, è "geometria"...
la forma chiusa, la forma aperta... non è un merito avere o non avere anni, ma i miei mi hanno portato tra le mani, e molto tempo addietro, il bel libro di U.Eco "Opera aperta" nel quale sono trattate, assieme ad altre, queste problematiche... a chi non l'ha letto, consiglio vivamente di leggerlo, a chi l'ha già letto, se lo rilegga...
poiché lo spazio della poesia è nel tempo, ogni epoca stringe specifica relazione con le sue luminose stanze, e lo studio di queste relazioni è analizzato e messo in evidenza nella Storia della Letteratura... e prima della letteratura?... c'era poesia?... sì, c'era... ed era all'origine... la poesia c'era perché c'era l'uomo, e ci sarà finché ci sarà l'uomo, o meglio finché rimarrà ancora "umanità"... eppure questa sua voce vecchia di millenni non nasce ancora... inascoltata eppure assordante nei suoi inauditi sovrasensi, nei diversi modi del suo dire... non dimostra, la poesia, ma mostra...in tutte le sue forme, le sue figurazioni, riunisce a volte gli opposti, le coppie antinomiche... tutto ciò fa del testo poetico un universo animato, indefinitivamente percorso da una corrente doppia di attrazione e repulsione... conflitti e matrimoni si riproducono nel corpo del suo linguaggio, gli amori e le separazioni delle stelle delle cellule, del filo d'erba, dell'atomo e dell'uomo... sì, finché ci sarà l'uomo ci sarà poesia (e ci saranno poeti morti di fame )...