riprendo questo tuo.. modello statistico..
"qualitativamente peggiora quanto maggiore è il numero dei fruitori in relazione alla sua minore fruibilità"
non so se ho compreso.. intendi che data la 'scarsità' di produzione e l'aumento di richiesta.. il prodotto deteriora qualitativamente per far fronte alla quantità necessaria?..
No, non peggiora, ovvero non scade di valore il "prodotto" in sè ma il livello generale dell'insieme dei prodotti, il che significa che se prima su 10 poesie che si scrivevano 8 erano buone, ora su 1000 che si scrivono magari sono buone anche 200, favorendo sì un aumento quantitativo delle poesie di qualità, ma anche una diminuzione in percentuale della qualità stessa, in una visione generale. Mi sembra ovvio che i dati sono assolutamente fittizi ed espemplificativi, ma lo sottolineo perchè sicuro ci sarà qualcuno che non capisce. E sottolineo anche il fatto che la mia non è un'operazione per ridurre l'arte ad uno scambio mercificatorio, come ha totalmente frainteso in venere veritas - cosa che farebbe rabbrividire anche me sinceramente! - ma è solo l'adattamento, azzardato o meno che sia - di un tale modello alla mia teoria dell'arte.
Mi viene in mente solo ora un esempio, ricalcando le librerie disseminate per casa di Massimiliano Manocchia. Se nella sua libreria, fra Troquato Tasso e Charles Bukowski inserisse i libri di Federico Moccia e di Bruno Vespa (glieli hanno regalati dunque non vuole buttarli), diminuiriebbe sensibilmente il livello complessivo del suo scaffale. Alla sua domanda, dunque, "che serve etichettare arte di serie A e di serie B?" (in tal caso Moccia sarebbe di serie Z), io rispondo che... serve per sistemare nella sua libreria Vespa e Moccia in un altro scaffale, magari nascosto, in modo da non confonderli con gli altri che sono sicuramente di livello maggiore, di qualità maggiore. In un mondo in cui la meritocrazia esiste solo in proporzione alla raccomandazione - e in Italia specialmente - i migliori devono emergere almeno in poesia. Ecco anche perchè etichettare e classificare, per non rischiare di confondere Bukowski con Moccia. E mi si dirà che al giorno d'oggi anche i 14 lettori di 3msc (si scrive così no?) sanno fare questa distinzione, ma io credo che se si continua di questo passo, fra 100 le future generazione non saranno più in grado di distinguerli. Ecco perchè l'arte, e la poesia in particolare, deve rimanere una crezione elitaria. Forse questa è la mia unica omissione del precedente ragionamento, per elitaria intendo che a crearla debbano essere in pochi, mentre ben venga che ci sia sempre più gente che legga. Cosa che, purtroppo, non succede. Anzi, se già Giacomo Leopardi lamentava ai suoi tempi che ci fossero più scrittori che lettori, oggi è ancora peggio, il punto è che oggi molti scrivono minchiate. E oddio, per evitare che Moccia legga questo mio post e mi quereli, le minchiate sono relative all'occhio del lettore, quindi, che bello! leggete Moccia, che fa bene alla salute!