Autore Topic: La poesia come arte elitaria  (Letto 15192 volte)

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Offline Gianpiero De Tomi

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #30 il: Venerdì 1 Luglio 2011, 13:12:30 »
La maggior parte delle canzoni, sono poesie.
Poi ci sono persone dotate che riescono a mettere parole e significati con musiche davvero coinvolgenti.
 
Si tratta di talento artistico, ne di fortuna e neppure del mestiere delle parole. L'arte è una questione d'intuizione, ciò che per me è emozionante, potrebbe non voler dire nulla per un altro, direi che su questo, siamo d'accordo.
Ma se sono un cantante, tocca pensare bene a quello che faccio, oppure canterò soltanto per me stesso ... quindi è un approccio particolare.

Una poesia al giorno, una poesia all'anno o una nella vita ...che c'entra? A volte è una premeditato pensiero profondo, altre è l'impulso di un'emozione che emerge senza preavviso. Il condividere è una mia scelta, successiva alla poesia, e non una scelta obbligata.
La maggior parte di quello che scrivo, non la condividerò mai con nessuno, di questo sono certo, perchè serve a me per chiarire, per esprimere concetti, per dare un senso a cose che senso apparentemente non riflettono senso.

Condivido le emozioni e basta. Non devo essere per forza qualcosa di tangibile. Se quello che scrivo non fa emergere nulla nel lettore ,amen. Leggo tanti autori famosi, che a parte una ricercata grammatica, emozionano come il conto della spesa. Eppure, sono giganti nelle antologie.
« Ultima modifica: Venerdì 1 Luglio 2011, 13:21:15 da Gianpiero »

gio.d.

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #31 il: Venerdì 1 Luglio 2011, 19:38:34 »
ah, l'arte..... quanti fiumi di inchiostro per parlarne, tutti bravi...
ma magari provare anche a farla? Beh se non altro questi topic mi mettono di buon umore, è già tanto, ma mai come i titoli degli argomenti a tema (quelli del week end intendo)...  un plauso a chi li sceglie!!!!! meglio che vedere i film di fantozzi!!!  :angel:

Offline Amara

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #32 il: Venerdì 1 Luglio 2011, 23:28:59 »
La maggior parte delle canzoni, sono poesie.

non sono d'accordo.. spesso si servono di rime e assonanze.. ma contengono concetti e frasi banali che nel'economia di una cnzone non pesano e catturano.. ma in poesia sarebbero banalità e basta..

Leggo tanti autori famosi, che a parte una ricercata grammatica, emozionano come il conto della spesa. Eppure, sono giganti nelle antologie.

..chi ad esempio? (per pura curiosità..)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Saverio Chiti

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #33 il: Sabato 2 Luglio 2011, 00:53:42 »
ah, l'arte..... quanti fiumi di inchiostro per parlarne, tutti bravi...
ma magari provare anche a farla? Beh se non altro questi topic mi mettono di buon umore, è già tanto, ma mai come i titoli degli argomenti a tema (quelli del week end intendo)...  un plauso a chi li sceglie!!!!! meglio che vedere i film di fantozzi!!!  :angel:

mmm potresti proporre qualcosina tu...  ;D
o ti basta solo criticare?  ???
ma forse... visto il caldo... il pullover può essere out!  :o
che dici... son andato meglio di fantozzi? ...ho un futuro?

Chs.

P.S.
come sempre scherzo  ;D ...o no? mah...
...lì dove ti avevo lasciato
neanche il sole fa più capolino...

ferdan21

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #34 il: Sabato 2 Luglio 2011, 11:04:08 »
non sono d'accordo.. spesso si servono di rime e assonanze.. ma contengono concetti e frasi banali che nel'economia di una cnzone non pesano e catturano.. ma in poesia sarebbero banalità e basta..

..chi ad esempio? (per pura curiosità..)

hai perfettamente ragione, Amara.
la maggiorparte delle canzoni contemporanea fanno venire il vomito, tanto sono banali.
certo, se poi parliamo di cantanti di un certo livello, la cosa cambia.
Pink Floyd, Dire Straits...

Offline Amara

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #35 il: Sabato 2 Luglio 2011, 11:43:13 »
hai perfettamente ragione, Amara.
la maggiorparte delle canzoni contemporanea fanno venire il vomito, tanto sono banali.
certo, se poi parliamo di cantanti di un certo livello, la cosa cambia.
Pink Floyd, Dire Straits...

il mio non era certo un discorso nostalgico... anzi...
c'erano testi negli anni 70 da rabbrividire.. (parlo di musica italiana)
era solo un discorso generalizzato su canzoni e poesia.. che trova ovviamente le sue belle eccezioni....
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
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gio.d.

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #36 il: Sabato 2 Luglio 2011, 13:42:23 »
mmm potresti proporre qualcosina tu...  ;D
o ti basta solo criticare?  ???
ma forse... visto il caldo... il pullover può essere out!  :o
che dici... son andato meglio di fantozzi? ...ho un futuro?

Chs.

P.S.
come sempre scherzo  ;D ...o no? mah...

si, come fantozzi ti vedrei decisamente meglio, vista la banalità ANCHE delle risposte!  :angel:

Past_Or0

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #37 il: Sabato 2 Luglio 2011, 14:49:26 »

a proposito questo testo è poesia di serie A serie B o amatoriale?
IL PULLOVER
IL PULLOVER CHE M'HAI DATO TU
SAI MIA CARA POSSIEDE UNA VIRTù
HA IL CALORE CHE TU DAVI A ME
E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE

IL PULLOVER ACCAREZZO SE
VERSO SERA HO NOSTALGIA DI TE

HA IL PROFUMO CHE PROVAVI TU
CHIUDO GLI OCCHI E NON TI

LASCIO PIù
SAI MIA CARA SONO TANTO SOLO

NELL'INVERNO COL SUO GELO
MI RIMANE QUEST'ULTIMO TUO

DONO UN'ULTIMO ABBRACCIO
D'AMOR

IL PULLOVER CHE M'HAI DATO TU
SAI MIA CARA POSSIEDE UNA VIRTù
HA IL CALORE CHE TU DAVI A ME
E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE
SAI MIA CARA SONO TANTO SOLO
NELL'INVERNO COL SUO GELO

MI RIMANE QUEST'ULTIMO TUO
DONO UN'ULTIMO ABBRACCIO

D'AMOR
IL PULLOVER CHE MI HAI DATO TU

SAI MIA CARA POSSIEDE UNA VIRTù
HA IL CALORE CHE TU DAVI A ME

E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE
E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE

E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE
IL PULLOVER CHE M'HAI DATO TU


gio.d.

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #38 il: Sabato 2 Luglio 2011, 17:52:57 »
a proposito questo testo è poesia di serie A serie B o amatoriale?
IL PULLOVER
IL PULLOVER CHE M'HAI DATO TU
SAI MIA CARA POSSIEDE UNA VIRTù
HA IL CALORE CHE TU DAVI A ME
E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE

IL PULLOVER ACCAREZZO SE
VERSO SERA HO NOSTALGIA DI TE

HA IL PROFUMO CHE PROVAVI TU
CHIUDO GLI OCCHI E NON TI

LASCIO PIù
SAI MIA CARA SONO TANTO SOLO

NELL'INVERNO COL SUO GELO
MI RIMANE QUEST'ULTIMO TUO

DONO UN'ULTIMO ABBRACCIO
D'AMOR

IL PULLOVER CHE M'HAI DATO TU
SAI MIA CARA POSSIEDE UNA VIRTù
HA IL CALORE CHE TU DAVI A ME
E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE
SAI MIA CARA SONO TANTO SOLO
NELL'INVERNO COL SUO GELO

MI RIMANE QUEST'ULTIMO TUO
DONO UN'ULTIMO ABBRACCIO

D'AMOR
IL PULLOVER CHE MI HAI DATO TU

SAI MIA CARA POSSIEDE UNA VIRTù
HA IL CALORE CHE TU DAVI A ME

E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE
E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE

E MI ILLUDO DI STARE IN BRACCIO A TE
IL PULLOVER CHE M'HAI DATO TU



Dipende dal tessuto del pullover in questione. Il mio è di puro cashmere, morbido e setoso!!

Offline Saldan

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #39 il: Sabato 2 Luglio 2011, 19:15:07 »
Dipende dal tessuto del pullover in questione. Il mio è di puro cashmere, morbido e setoso!!

Pensavo fosse una pelliccia di orso...  ;D
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

http://lamalavoglia.forumfree.it

Offline Saverio Chiti

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #40 il: Sabato 2 Luglio 2011, 21:51:55 »
si, come fantozzi ti vedrei decisamente meglio, vista la banalità ANCHE delle risposte!  :angel:

beh banalità per banalità... pure le tue "critiche"... non erano male!
mmmm... poi devi esser molto suscettibile, per non stare alle "battute"
il mio era un modo per sdrammatizzare... (a proposito, si scrive con una "Z" o con due?)
...lì dove ti avevo lasciato
neanche il sole fa più capolino...

Offline Gianpiero De Tomi

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #41 il: Sabato 2 Luglio 2011, 22:26:09 »
non sono d'accordo.. spesso si servono di rime e assonanze.. ma contengono concetti e frasi banali che nel'economia di una cnzone non pesano e catturano.. ma in poesia sarebbero banalità e basta..

..chi ad esempio? (per pura curiosità..)


Non mi paredi aver detto " tutte le canzoni sono poesie, perfettamente riuscite, esenti da banalità " ho detto che una canzone, richiede una cura per il testo,le rime, la musicalità particolare, e che sì , sono poesie a tutti gli effetti anche se alcune hanno dei contenuti espressi in maniera bizzarra. ( ma poi è così anche per tante poesie).

Per gli autori che non posso leggere per MIA, particolare riluttanza, c'è ad esempio D'Annunzio, c'è Leopardi, c'è Carducci ed altri che non mi piacciono. Non cito autori stranieri. La traduzione, la maggior parte delle volte è così stentata da far deteriorare in modo irreparabile le opere. Resta il significato, salvato fra i sinonimi.
Non mi si accusi di criticarne la poetica. Ho detto che sono io, a non riuscire a leggere questi autori, anche se, devo dire, che purtoppo la "scuola" li impone, a scapito di tanti altri.














« Ultima modifica: Sabato 2 Luglio 2011, 22:30:12 da Gianpiero »

Offline Amara

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #42 il: Domenica 3 Luglio 2011, 00:49:14 »
..ma io non ti accuso proprio di nulla!!!. mancherebbeci........ :)

comunque ora hai espresso le cose in modo un po' di verso..
sul primo punto rimango della mia opinione..
sul secondo.. concordo sul carducci.. in parte soltanto su d'annunzio... ma su leopardi... ehhh...
io lo amo....   :angel:
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(J. L. Borges)

Offline Gianpiero De Tomi

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #43 il: Domenica 3 Luglio 2011, 12:25:05 »
..ma io non ti accuso proprio di nulla!!!. mancherebbeci........ :)

comunque ora hai espresso le cose in modo un po' di verso..
sul primo punto rimango della mia opinione..
sul secondo.. concordo sul carducci.. in parte soltanto su d'annunzio... ma su leopardi... ehhh...
io lo amo....   :angel:

Ma no ... il " non mi si accusi" era solo ironico, non riferito a te, Amara. C'è anche da dire che alla fine è la mia opinione, in mezzo a tante altre.
Però sono dell'idea, che a volte si  rendono intoccabili autori, solo perchè il tipo di sistema scolastico ha fatto in modo da metterli in evidenza nel tempo, come per tutte per tante altre cose della "cultura" imposta. Io sono molto scettico verso la formazione letteraria, che non sia frutto di un cammino introspettivo e della capacità di non prendere come oro colato ogni opera e ogni autore proposto da critici, per loro particolari motivazioni. Naturalmente, non accettare un modo di pensare confezionato, significa leggere, documentarsi e comprendere in modo diversificato. Poi si cresce e ci si forma una propria rappresentazione mentale del mondo.
Alcuni la chiamano anarchia. Io la chiamo libertà di pensiero nel rispetto di tutte le altre libertà di pensiero. 
« Ultima modifica: Domenica 3 Luglio 2011, 12:28:37 da Gianpiero »

Offline Michele Tropiano

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #44 il: Domenica 3 Luglio 2011, 20:21:08 »
Leggo questa discussione/monologo e mi chiedo se intervenire. Quando si parla di Arte, mi è difficile resistere. Butto l’occhio sull’immane disordine che impera nelle librerie disseminate per casa: accanto a “SEFER YETZIRAH” c’è una copia in lingua originale di “FINNEGANS WAKE”; poco più in là, “LOS ANGELES” di James Frey si trova tra la “GERUSALEMME LIBERATA” di Tasso e “IPNOSI E TRASFORMAZIONE” di Richard Bandler e John Grinder e sposto ancora l’occhio verso destra trovo “ENGLAND’S DREAMING”, monumentale e magnifico libro sul punk e I Sex Pistols.
Più sotto un paio di noiosissimi, ma utili, volumi di “management” su cui poggia il divertentissimo (e geniale) “POST-OFFICE” di Charles Bukowski.
E potrei continuare per ore, descrivendo ciò che mi si offre alla vista. Eppure non mi è mai venuto in mente di chiedermi se Bukowski sia un artista di massa e Joyce un artista elitario. A che mi serve? Voglio dire, una volta etichettato il primo come artista di serie B e il secondo come artista di serie A, ai fini della mia crescita culturale, personale e, perché no, anche spirituale – a che mi serve?
Suddividere l’arte in generi, attribuire ad essa etichette (Arte di massa, arte folk, arte dotta, ecc) è una lama a doppio taglio, poiché la classificazione è una metodologia che dovrebbe aiutare a comprendere ma che, il più delle volte, aiuta a confondere. È arbitraria e, ciò che è peggio, superficiale. Se ci limitiamo al livello di arte di serie A e arte di serie B, non saremo mai in grado di comprendere pienamente quella scintilla “divina” che fa scaturire l’arte in ogni sua manifestazione. Impariamo a godere del piacere estetico. Poi potremo parlare di arte.

Certo, la suddivisione in poesia di serie A e di serie B è forse piuttosto sterile, può confondere ed è abbastanza arbitraria - ti devo dar ragione su questo - ma non credo che sia superficiale: c'è, fra le mie righe, una sottesa speranza che ognuno migliori sè stesso, non certo con le mie parole, ma con la consapevolezza che si debba cercare sempre l'eccellenza. Non tutti però, credo, possono raggiungerla o avvicinarsi ad essa, ma quantomeno possono provarci. Dunque, nella società contemporanea (gli ultimi 10 anni in particolar modo) mi sembra che sia quasi assente anche questo tentativo, fossilizzandosi sull'idea pseudo-democratica che tutto possa diventar arte per il semplice fatto che viene ostentata come tale.
Il cardine del mio ragionamento è questa frase che forse non avete ben recepito, ve la incollo:

partendo dal presupposto che l’arte è un prodotto raro se non unico, in altre parole “difficile” da creare e da reperire, esso qualitativamente peggiora quanto maggiore è il numero dei fruitori in relazione alla sua minore fruibilità

*per "fruitori" intendo sia chi l'arte la crea chi la recepisce
**per "fruibilità" mi son già spiegato abbastanza

C'è chi mi potrebbe obiettare, allora, che sillogisticamente io sia partito da un presupposto falso, ovvero che l'arte sia un prodotto raro. Io credo che questo sia il minimo, l'assunto di base per far assurgere qualsiasi cosa ad "arte", altrimenti che differenza ci sarebbe fra tutti gli altri prodotti della società? C'è la convinzione ai nostri giorni che tutti siano capaci in potenza di fare tutto - cosa vera se rapportiamo il cervello come "tabula rasa" dalla nascita - ma, finchè non raggiungiamo l'età adatta per "creare", siamo forgiati dall'ambiete circostante e dalle nostre esperienze ognuno in maniera diversa: ritengo che non a tutti sia dato far tutto (io non avrei potuto mai fare il matematico, per esempio) ritengo dunqe che non a tutti sia dato far poesia. La seconda parte della frase è una conclusione essenzialmente "statistica": e c'è a questo punto chi mi potrebbe obiettare che la statistica non è una scienza esatta, ma non è nemmeno completamente sbagliata a priori, almeno mi farebbe piacere che ci si riflettesse su.

Come è stato già detto qui o altrove (non ricordo), sarebbe meglio disquisire sui problemi della fame del mondo, ma poichè siamo su un sito di poesia, ritengo che questo mio topic sia interessante, indipendentemente dalle conclusioni e dalla sua utilità.
« Ultima modifica: Domenica 3 Luglio 2011, 20:31:21 da Michele Tropiano »
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)