L'intervento di Gianpiero mi sembra molto simile alla scherzosa frase del comico Frassica: "Miglioriamo la nostra ignoranza! " .
Immagino che anche lui sia intervenuto per scherzare. Altrimenti, io sarei un grande musicista perché prendo due piatti in cucina e li sbatto uno contro l'altro, o un grande pittore perché con un po' di vernice do pennellate a casaccio, mentre sarei un pessimo poeta perché uso gli endecasillabi...
In un mondo che richiede sempre più tecniche raffinate (come è sempre successo, del resto, da quando esiste la civiltà) , per fare un'automobile, un computer, ecc. , proprio noi "artisti" dovremmo ripudiarle?
Vi siete mai chiesti, ad esempio, perché, a differenza di tanti altri suoi colleghi cantautori, De André viene sempre salvato, praticamente da tutti? Perché le parole potevano essere a volte anche meno interessanti di quelle di un Guccini, di un Gaber o di un De Gregori, ma le sceglieva sempre con estrema attenzione stilistica, e poi le accompagnava con una musica ben strutturata, a differenza di altri, che a volte sembravano cantare nenie o filastrocche.
Meditate, gente, meditate, direbbe Renzo Arbore.
Scherzoso io? Neppure per idea.
Mai stato così serio e le tue affermazioni, senza che questo sia in alcun modo offensivo, s'intende, sono la prova nero su bianco del mio pensiero.
Il grande errore è quello di pensare alla falsa cultura stilistica e confonderla con il talento artistico.Vuoi studiare? Ma certo, io lo faccio sempre, tutti lo fanno in un modo o nell'altro ma la pratica, l'esperienza, l'interesse per una certo orientamento talentuoso sono i catalizzatori che poi fanno crescere l'artista. Ma potresti anche battere due piatti da cucina ed un mestolo, ed essere un artista...chi te lo impedisce?
Se vai in un villaggio Masai, forse potresti anche essere un grande artista, se il tuo ritmo rispecchia è sulla stessa lunghezza d'onda degli ascoltatori ... dico Masai, perchè qui sarebbe durissima trovare persone allenate a sentire il ritmo musicale e soprattutto a goderne lasciandolo filtrare nell'anima.
Per quello che riguarda la civiltà, non farti ingannare. Siamo sempre gli stessi ominidi, alla fine dell'ultima glaciazione, e non basta una Divina Commedia per renderci migliori. Appena vedrò un miglioramento nell'umanità, me ne farò subito portatore della notizia, in ogni parte del mondo.
Lasciamo libere le emozioni, apriamoci alla vita, gettiamo dalla finestra i preconcetti , gli endecasillabi e tutto quello che ci impedisce di crescere. Nei libri non c'è scritto come ridere e piangere.
Naturalemente, questo non è un'invito a diffidare della cultura (la mia stanza e piena di libri anche dove ci dovrebebro essere i vestiti ) ma dopo aver recepito del nozioni, non è che devo vivere dentro le rotaie, costruite da altri, in altri tempi e luoghi , con differenti motivazioni.
Se non si fosse capito, sono per i liberi pensatori.