Autore Topic: La poesia come arte elitaria  (Letto 15197 volte)

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ferdan21

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #15 il: Mercoledì 29 Giugno 2011, 20:05:02 »
Caro Michele, per una volta puoi dire di aver sbagliato. perchè uno che è d'accordo con te l'hai trovato.
Siamo in un periodo di decadenza di tutte le arti, poesia compresa.
e questa decadenza può essere, senza problemi, essere imputata al fatto che tutte le arti sono diventate di massa. prodotto di uso e consumo...
come nei siti che frequentiamo...
ti sembra che i "Poeti" con la P maiuscola scrivessero una poesia al giorno?
detto questo, vi auuguro una buona serata.

Ps: io, oltre alla poesia di serie A e di serie B, aggiungerei anche quella di serie C

Offline Michele Tropiano

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #16 il: Mercoledì 29 Giugno 2011, 20:07:17 »

ti sembra che i "Poeti" con la P maiuscola scrivessero una poesia al giorno?
detto questo, vi auuguro una buona serata.

Ps: io, oltre alla poesia di serie A e di serie B, aggiungerei anche quella di serie C

già già  :)
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

Past_Or0

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #17 il: Mercoledì 29 Giugno 2011, 21:41:51 »
ti sembra che i "Poeti" con la P maiuscola scrivessero una poesia al giorno?
detto questo, vi auuguro una buona serata.

Ps: io, oltre alla poesia di serie A e di serie B, aggiungerei anche quella di serie C

certo che no... petrarca (con la P maiuscola) nel Canzoniere 365?? ma a 424 non ci è arrivato forse :o ::)


Offline Amara

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #18 il: Mercoledì 29 Giugno 2011, 21:45:17 »
no non l'ho capita semplicemente perchè l'ho letta così giusto per leggerla, e l'ho commentata così giusto per commentare... non ti credere che ogni cosa che faccia la faccia con assoluto rigore e serietà massima ;D ;D


..peccato che tu non abbia capito nemmeno perchè te l'ho detto...... ;D ::)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Michele Tropiano

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #19 il: Mercoledì 29 Giugno 2011, 21:52:35 »
..peccato che tu non abbia capito nemmeno perchè te l'ho detto...... ;D ::)

perchè devo "allargare lo sguardo"? i miei orizzonti? l'ho fatto ampiamente, e non c'ho trovato nulla di buono.
Exegi monumentum aere perennius
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ferdan21

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #20 il: Mercoledì 29 Giugno 2011, 22:31:14 »
certo che no... petrarca (con la P maiuscola) nel Canzoniere 365?? ma a 424 non ci è arrivato forse :o ::)



io non sono un poeta. nemmeno con la p minuscola. mi trovo in questo sito solo per caso. non scrivo poesie. solo pensieri che hanno vagamente il sapore di qualcosa di poetico. ma non sono poesie le mie. tranquillo.

Offline Gianpiero De Tomi

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #21 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 00:18:13 »
Trovo, che viviamo uno splendido periodo della nostra storia nelle arti. Questa libertà di pensiero ci permette di spaziare oltre la consuetudine e creare esempi di pura arte ,senza dover stilizzare alcun percorso preconfezionato.
Ed ha ragione Amara, la vista, nella sua strutturata interiorizzazione, deve essere ampliata, per poter percepire la bellezza del nostro mondo. Lasciate gli endecasillabi e iniziate a raccogliere frutti  su di un albero abbandonato nel mezzo di una campagna illuminata dal sole al tramonto. C'è molta più poetica nel profumo di una pesca che in tutte le poesie mai scritte.

Offline Massimiliano Manocchia

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #22 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 12:01:11 »
Leggo questa discussione/monologo e mi chiedo se intervenire. Quando si parla di Arte, mi è difficile resistere. Butto l’occhio sull’immane disordine che impera nelle librerie disseminate per casa: accanto a “SEFER YETZIRAH” c’è una copia in lingua originale di “FINNEGANS WAKE”; poco più in là, “LOS ANGELES” di James Frey si trova tra la “GERUSALEMME LIBERATA” di Tasso e “IPNOSI E TRASFORMAZIONE” di Richard Bandler e John Grinder e sposto ancora l’occhio verso destra trovo “ENGLAND’S DREAMING”, monumentale e magnifico libro sul punk e I Sex Pistols.
Più sotto un paio di noiosissimi, ma utili, volumi di “management” su cui poggia il divertentissimo (e geniale) “POST-OFFICE” di Charles Bukowski.
E potrei continuare per ore, descrivendo ciò che mi si offre alla vista. Eppure non mi è mai venuto in mente di chiedermi se Bukowski sia un artista di massa e Joyce un artista elitario. A che mi serve? Voglio dire, una volta etichettato il primo come artista di serie B e il secondo come artista di serie A, ai fini della mia crescita culturale, personale e, perché no, anche spirituale – a che mi serve?
Suddividere l’arte in generi, attribuire ad essa etichette (Arte di massa, arte folk, arte dotta, ecc) è una lama a doppio taglio, poiché la classificazione è una metodologia che dovrebbe aiutare a comprendere ma che, il più delle volte, aiuta a confondere. È arbitraria e, ciò che è peggio, superficiale. Se ci limitiamo al livello di arte di serie A e arte di serie B, non saremo mai in grado di comprendere pienamente quella scintilla “divina” che fa scaturire l’arte in ogni sua manifestazione. Impariamo a godere del piacere estetico. Poi potremo parlare di arte.

Offline Antonio Terracciano

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #23 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 13:06:57 »
L'intervento di Gianpiero mi sembra molto simile alla scherzosa frase del comico Frassica: "Miglioriamo la nostra ignoranza! " .
Immagino che anche lui sia intervenuto per scherzare. Altrimenti, io sarei un grande musicista perché prendo due piatti in cucina e li sbatto uno contro l'altro, o un grande pittore perché con un po' di vernice do pennellate a casaccio, mentre sarei un pessimo poeta perché uso gli endecasillabi...
In un mondo che richiede sempre più tecniche raffinate (come è sempre successo, del resto, da quando esiste la civiltà) , per fare un'automobile, un computer, ecc. , proprio noi "artisti" dovremmo ripudiarle?
Vi siete mai chiesti, ad esempio, perché, a differenza di tanti altri suoi colleghi cantautori, De André viene sempre salvato, praticamente da tutti? Perché le parole potevano essere a volte anche meno interessanti di quelle di un Guccini, di un Gaber o di un De Gregori, ma le sceglieva sempre con estrema attenzione stilistica, e poi le accompagnava con una musica ben strutturata, a differenza di altri, che a volte sembravano cantare nenie o filastrocche.
Meditate, gente, meditate, direbbe Renzo Arbore.

Offline Gianpiero De Tomi

Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #24 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 13:35:56 »
L'intervento di Gianpiero mi sembra molto simile alla scherzosa frase del comico Frassica: "Miglioriamo la nostra ignoranza! " .
Immagino che anche lui sia intervenuto per scherzare. Altrimenti, io sarei un grande musicista perché prendo due piatti in cucina e li sbatto uno contro l'altro, o un grande pittore perché con un po' di vernice do pennellate a casaccio, mentre sarei un pessimo poeta perché uso gli endecasillabi...
In un mondo che richiede sempre più tecniche raffinate (come è sempre successo, del resto, da quando esiste la civiltà) , per fare un'automobile, un computer, ecc. , proprio noi "artisti" dovremmo ripudiarle?
Vi siete mai chiesti, ad esempio, perché, a differenza di tanti altri suoi colleghi cantautori, De André viene sempre salvato, praticamente da tutti? Perché le parole potevano essere a volte anche meno interessanti di quelle di un Guccini, di un Gaber o di un De Gregori, ma le sceglieva sempre con estrema attenzione stilistica, e poi le accompagnava con una musica ben strutturata, a differenza di altri, che a volte sembravano cantare nenie o filastrocche.
Meditate, gente, meditate, direbbe Renzo Arbore.

Scherzoso io? Neppure per idea.
Mai stato così serio e le tue affermazioni, senza che questo sia in alcun modo offensivo, s'intende, sono la prova nero su bianco del mio pensiero.
Il grande errore è quello di pensare alla falsa cultura stilistica e confonderla con il talento artistico.Vuoi studiare? Ma certo, io lo faccio sempre, tutti lo fanno in un modo o nell'altro ma la pratica, l'esperienza, l'interesse per una certo orientamento talentuoso sono i catalizzatori che poi fanno crescere l'artista. Ma potresti anche battere due piatti da cucina ed un mestolo, ed essere un artista...chi te lo impedisce?
Se vai in un villaggio Masai, forse potresti anche essere un grande artista, se il tuo ritmo rispecchia è sulla stessa lunghezza d'onda degli ascoltatori ... dico Masai, perchè qui sarebbe durissima trovare persone allenate a sentire il ritmo musicale e soprattutto a goderne lasciandolo filtrare nell'anima.
Per quello che riguarda la civiltà, non farti ingannare. Siamo sempre gli stessi ominidi, alla fine dell'ultima glaciazione, e non basta una Divina Commedia per renderci migliori. Appena vedrò un miglioramento nell'umanità, me ne farò subito portatore della notizia, in ogni parte del mondo.
Lasciamo libere le emozioni, apriamoci alla vita, gettiamo dalla finestra i preconcetti , gli endecasillabi e tutto quello che ci impedisce di crescere. Nei libri non c'è scritto come ridere e piangere.
Naturalemente, questo non è un'invito a diffidare della cultura (la mia stanza e piena di libri anche dove ci dovrebebro essere i vestiti ) ma dopo aver recepito del nozioni, non è che devo vivere dentro le rotaie, costruite da altri, in altri tempi e luoghi , con differenti motivazioni.
Se non si fosse capito, sono per i liberi pensatori.
« Ultima modifica: Giovedì 30 Giugno 2011, 13:51:57 da Gianpiero »

In Venere

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #25 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 13:59:07 »
e io aggiungerei insieme a gianpiero che la cultura è un trastullo raffinato della mente, in primis, quindi... divertiamoci a vestire suoni, versi e forme, inventarne...
niente è serio quanto un gioco

Dérèglement

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #26 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 20:12:30 »

ti sembra che i "Poeti" con la P maiuscola scrivessero una poesia al giorno?
detto questo, vi auuguro una buona serata.

Ps: io, oltre alla poesia di serie A e di serie B, aggiungerei anche quella di serie C

Espressione della più alta chiusura mentale che esista: credere che ciò che facevano i grandi poeti del passato sia necessariamente adattabile ai nostri tempi.
Certo, sono stati grandi poeti, ma nella loro epoca.
In una società così dinamica le sensazioni che riceviamo e i pensieri che ne ricaviamo sono multiformi, in eterno movimento, inarrestabili: diventa quindi impossibile non scrivere spesso.
Perchè si è ancora legati ad un concezione della poesia così "arcaica" per così dire?
Avevano rinunciato i Romantici a fondersi con la Natura, dovremmo rinunciare anche noi a tentare goffamente di attualizzare il "fare poetico" dei poeti del passato in un presente così diverso e mutevole.
Con questo non intendo dire che spunti poetici da altri poeti non si possano/debbano prendere, ma appare evidente che limitarsi a definire superficialmente qualcuno un poeta con la p maiuscola o minuscola a seconda del fatto che scriva giornalmente o no mi sembra un ragionamento quantomai approssimativo e degno di una mente poco brillante.




ferdan21

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #27 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 20:33:35 »
Espressione della più alta chiusura mentale che esista: credere che ciò che facevano i grandi poeti del passato sia necessariamente adattabile ai nostri tempi.
Certo, sono stati grandi poeti, ma nella loro epoca.
In una società così dinamica le sensazioni che riceviamo e i pensieri che ne ricaviamo sono multiformi, in eterno movimento, inarrestabili: diventa quindi impossibile non scrivere spesso.
Perchè si è ancora legati ad un concezione della poesia così "arcaica" per così dire?
Avevano rinunciato i Romantici a fondersi con la Natura, dovremmo rinunciare anche noi a tentare goffamente di attualizzare il "fare poetico" dei poeti del passato in un presente così diverso e mutevole.
Con questo non intendo dire che spunti poetici da altri poeti non si possano/debbano prendere, ma appare evidente che limitarsi a definire superficialmente qualcuno un poeta con la p maiuscola o minuscola a seconda del fatto che scriva giornalmente o no mi sembra un ragionamento quantomai approssimativo e degno di una mente poco brillante.





No, no.
io non giudico solo per il fatto che si scriva una poesia al giorno. giudico dal punto di vista qualitativo. per scrivere una poesia al giorno che sia di livello, bisognerebbe essere dei geni.
e quindi, o qui siamo tutti geni, oppure...la gran parte delle cose pubblicate sono semplici pensieri trascritti sul web

ferdan21

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #28 il: Giovedì 30 Giugno 2011, 20:36:05 »
L'intervento di Gianpiero mi sembra molto simile alla scherzosa frase del comico Frassica: "Miglioriamo la nostra ignoranza! " .
Immagino che anche lui sia intervenuto per scherzare. Altrimenti, io sarei un grande musicista perché prendo due piatti in cucina e li sbatto uno contro l'altro, o un grande pittore perché con un po' di vernice do pennellate a casaccio, mentre sarei un pessimo poeta perché uso gli endecasillabi...
In un mondo che richiede sempre più tecniche raffinate (come è sempre successo, del resto, da quando esiste la civiltà) , per fare un'automobile, un computer, ecc. , proprio noi "artisti" dovremmo ripudiarle?
Vi siete mai chiesti, ad esempio, perché, a differenza di tanti altri suoi colleghi cantautori, De André viene sempre salvato, praticamente da tutti? Perché le parole potevano essere a volte anche meno interessanti di quelle di un Guccini, di un Gaber o di un De Gregori, ma le sceglieva sempre con estrema attenzione stilistica, e poi le accompagnava con una musica ben strutturata, a differenza di altri, che a volte sembravano cantare nenie o filastrocche.
Meditate, gente, meditate, direbbe Renzo Arbore.

sono d'accordo con te.

Offline Saldan

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Re: La poesia come arte elitaria
« Risposta #29 il: Venerdì 1 Luglio 2011, 12:32:26 »
Vi siete mai chiesti, ad esempio, perché, a differenza di tanti altri suoi colleghi cantautori, De André viene sempre salvato, praticamente da tutti? Perché le parole potevano essere a volte anche meno interessanti di quelle di un Guccini, di un Gaber o di un De Gregori, ma le sceglieva sempre con estrema attenzione stilistica, e poi le accompagnava con una musica ben strutturata, a differenza di altri, che a volte sembravano cantare nenie o filastrocche.
Meditate, gente, meditate, direbbe Renzo Arbore.


Io penso che De André potrebbe essere annoverato fra quella cerchia ristrettissima di poeti musicanti che, in passato, ha dato molto molto lustro alla Poesia in età classica... basti pensare ai trovatori provenzali, o ai poeti elegiaci della Grecia antica...
Però Guccini, Gaber, De Gregori, Battiato, Dalla (ci metterei anche Godano nel mezzo) hanno scritto autentiche poesie, alcune non da meno di quelle del grandissimo Faber (pur essendo inarrivabile per stile e musica)...
« Ultima modifica: Venerdì 1 Luglio 2011, 12:34:41 da panta rei »
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

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