Toglietevi dalla testa che aiutando il prossimo ci si sente realizzati. Sentirsi realizzati è il piacere di un lavoro da noi ben fatto, soddisfacente. Aiutare il prossimo è un dovere umanitario, lontano da ogni forma egoistica e non tutti ce la fanno, non tutti la pensano come me. Prendiamo il volontariato, quindi su larga scala, diferente di per se dalle azioni quotidiane; ho partecipato alla guerra del Kosovo e anche in Turchia in conseguenza del terremoto. Ho visto la morte, il dolore, la povertà e indipendentemente dalle cause che hanno causato tutto ciò, ho voluto dare una mano, ma non per sentirmi realizzato, ma perché nonostante l'egoismo e l'interesse personale di coloro che credono che il volontariato soddisfi, ho creduto che un aiuto , una mano in più, avrebbe giovato o perlomeno alleviato il dolore di tanta gente più sfortunata di me, di noi. Al ritorno dalle missioni, io non mi sentivo realizzato, anzi, ero addolorato per ciò che accadeva...purtroppo. Quindi non confondiamo il fare del bene col cercare soddisfazione in qualcosa che ti faccia sentire realizzato, non esiste. Chi invece partecipa al volontariato e poi non si sente realizzato, beh rispondetevi da soli. Posso paragonare il volontariato con un'azione quotidiana a fin di bene, trovandoci nessuna differenza, cambia solo l'intensità da'aiuto, ma l'amore è uguale e unico. Non devo sentirmi appagato da un'azione umanitaria, questo sarebbe puro egoismo, perché cerco nell'aiuto per gli altri, qualcosa che mi faccia stare bene, niente di più scorretto. Accettiamo una vittoria e una sconfitta con lo stesso volto e scopriremo che non c'è nulla di più umano...esserlo, tutto quì. Se poi vogliamo andare appresso al sistema, alle culture diverse l'una dall'altra in tutto il mondo, a credere che un ladro è anche mentitore, beh allora non sappiamo conoscere le persone, amiamo solo noi stessi e al diavolo tutto il mondo, l'importante è l'interesse personale con tutte le sue buone forme umanitarie. Pertanto non c'è emozione se devo stare giorno e notte accanto una bimba ammalata per seguirne l'eventuale decorso della malattia, ma solo amore e voglia di fare del bene, senza aspettarmi nulla in cambio. Ho fatto solo il mio dovere con umiltà e saggezza. Questo è il mio pensiero.