ma sì, una poesia vale per il contenuto ch'esprime, non per il suo supporto materiale... ma che contenuto?... supponiamo che in una poesia io non veda nessun contenuto, alcun significato: non vale niente?... all'incontrario, se vi vedo un contenuto netto e un significato facile da capire acquista massimo valore estetico?... spesso io non capisco niente nei testi che leggo, massimo posso intravederne un senso però mutevole ad ogni ora del giorno... eppure queste cose sone quelle che mi rimangono più appiccicati alla pelle...
accertata questa semplice cosa ma niente affatto scontata, c'è da stabilire chi stima il valore e mette il prezzo al testo... escludo l'autore per evidenti ragioni di supervalutazione...
prima una funzione simile lo svolgeva il critico, il quale dispiegava i suoi strumenti critici per fissare o meno un valore estetico all'opera... morto di ipertrofia il critico questo ufficio potrebbe essere demandato al gusto popolare, se non fosse che è quasi legge che il poeta ha del popolo solo gli occhi, ma non la bocca... a tal modo si vedrebbero stimati tali polpettoni che con l'arte poetica niente avrebbero in comune... oppure... oppure... una indefinita comunità letteraria, composta da soggetti con profondo interesse per la letteratura e le arti, in continuo scambio di informazionie e testi... non cè forse la Comunità scientifica a cui è demandato giudizio su qualsiasi indirizzo di ricerca?... e controlla le tesi e le ipotesi compleetamente campate in aria che qualche folle (ce ne sono sempre) potrebbe avanzare come verità sscientifica?... ecco, una cosa simile, una comunità letteraria reale e metafisica nello stesso tempo... che valuti i testi ed esprima le sue opinioni circa il valore estetico dell'opera di un dato autore... il quale al suo ingegno finalmente, era ora, si darebbe quel pane che anticamente non si dabat né ora si dat...