Autore Topic: Il GENIO POETICO  (Letto 21857 volte)

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Offline Massimiliano Manocchia

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #135 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 10:25:47 »
Prima di spiegare perché considero Amara un “genio poetico”, vorrei spezzare un po’ la noia e portare il primo esempio di “genio impoetico”: Manocchia.
Avendo la fortuna/sfortuna di conoscerlo quasi come conosco me stesso, mi perdonerete se talvolta il confine tra oggettività e soggettività sembrerà scomparire, assottigliarsi al punto da non essere più distinguibile.
Ciò che immediatamente colpisce (se colpisce) di questo pseudo-poeta, di questo falso critico, di questo finto umile, è l’immane sforzo che compie nel tentativo di deturpare qualsiasi componimento che esce dalla sua penna. Si ha l’impressione – e ho il sospetto che sia ben più di una mera impressione – che egli faccia di tutto per “andare contro” la poesia.  Quando lo leggo, non posso fare a meno di irritarmi. Se prendiamo, per esempio, “La parte bianca della pagina” – un’escrescenza ripugnante, più che un componimento poetico – il senso del “banale”, leggendo, ci attanaglia da tutte le parti, ci soffoca, ci opprime: è talmente banale da non essere nemmeno provocatoria. E, ciò ch’è peggio, questo artista da quattro soldi si pone di fronte alla platea dei veri poeti – che sono sempre umili, caritatevoli, mai pieni di sé; che scrivono “spontaneamente”, perché la vera poesia non è qualcosa che si “costruisce”, ma che nasce, appunto, spontanea; che rifuggono le lodi e la fama, perché sanno che la lode e la fama uccidono la poesia; che si sminuiscono perché il poeta, non appena si rende conto di esser poeta, prova vergogna della propria capacità; che sono poeti proprio perché rifiutano di esserlo; che sono più simili a santi che a letterati – si pone, dicevo, con beffardo sarcasmo condito da ironia a buon mercato, da cui emerge tutto l’astio (l’invidia, forse) per la propria dilettantesca incapacità di riuscire a raggiungere le vette sublimi della “Poesia vera”.
Come se non bastasse, questo abominevole distruttore della lingua italiana, pretende di ergersi addirittura a critico, o filosofo, e ci propina una sua raffazzonata e rabberciata idea di “genio”, quando tutti sanno che oggigiorno non è più possibile avere idee di simile stampo, poiché è già stato detto tutto (e chi siamo noi per avere altre idee???), e nessuno dovrebbe permettersi di parlare di certi concetti, figuriamoci poi di svilupparli.
Manocchia è l’antitesi della poesia: in lui leggiamo tutto ciò che nella poesia non dovrebbe esserci; manca di intuito, manca di profondità, manca di musicalità e armonia, manca di immagini poetiche, manca di umiltà e ispirazione, manca di senso del ritmo, ecc. E pretende di venire a parlarci di “genio”!
Questo è intollerabile. Se gli piacciono tanto Roversi e Amara, che si legga per suo conto, senza infliggerci le sue stupide opinioni.

Offline paolo corinto tiberio

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #136 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 14:01:49 »
lodarsi da sé è tronfia presunzione, denigrarsi da sé è pura debennaggine...  :laugh:
ma tu, Manocchia, mi sa che stai facendo come quello che temprava lo scettro ai regnatori eccetera eccetera... vuoi dimostrare quanto "antiteticamente" sei bravo: ma chi te l'ha detto che stai in antitesi col poetico?... se ce lo dici tu ti crediamo, ma solo per principio di carità...  :D
e se ti trovassi in mezzo?...proprio in mezzo come tra la notte e il giorno, un'alba forse o un tramonto?... e cmq pur avendo espresso quel titolo rimbombante, non ancora ti sei espresso sul genio... certo, hai indicato due ipotetici talenti che scrivono poesie su questo sito, ma non mi sembra d'aver letto nessuna spiegazione per supportare cotanta attribuzione, o al limite solo enunciazioni di tratti che niente hanno a che fare con il genio artistico... ciao
salvatico è quel che si salva

Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #137 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 14:06:51 »
Prima di spiegare perché considero Amara un “genio poetico”, vorrei spezzare un po’ la noia e portare il primo esempio di “genio impoetico”: Manocchia.
Avendo la fortuna/sfortuna di conoscerlo quasi come conosco me stesso, mi perdonerete se talvolta il confine tra oggettività e soggettività sembrerà scomparire, assottigliarsi al punto da non essere più distinguibile.
Ciò che immediatamente colpisce (se colpisce) di questo pseudo-poeta, di questo falso critico, di questo finto umile, è l’immane sforzo che compie nel tentativo di deturpare qualsiasi componimento che esce dalla sua penna. Si ha l’impressione – e ho il sospetto che sia ben più di una mera impressione – che egli faccia di tutto per “andare contro” la poesia.  Quando lo leggo, non posso fare a meno di irritarmi. Se prendiamo, per esempio, “La parte bianca della pagina” – un’escrescenza ripugnante, più che un componimento poetico – il senso del “banale”, leggendo, ci attanaglia da tutte le parti, ci soffoca, ci opprime: è talmente banale da non essere nemmeno provocatoria. E, ciò ch’è peggio, questo artista da quattro soldi si pone di fronte alla platea dei veri poeti – che sono sempre umili, caritatevoli, mai pieni di sé; che scrivono “spontaneamente”, perché la vera poesia non è qualcosa che si “costruisce”, ma che nasce, appunto, spontanea; che rifuggono le lodi e la fama, perché sanno che la lode e la fama uccidono la poesia; che si sminuiscono perché il poeta, non appena si rende conto di esser poeta, prova vergogna della propria capacità; che sono poeti proprio perché rifiutano di esserlo; che sono più simili a santi che a letterati – si pone, dicevo, con beffardo sarcasmo condito da ironia a buon mercato, da cui emerge tutto l’astio (l’invidia, forse) per la propria dilettantesca incapacità di riuscire a raggiungere le vette sublimi della “Poesia vera”.
Come se non bastasse, questo abominevole distruttore della lingua italiana, pretende di ergersi addirittura a critico, o filosofo, e ci propina una sua raffazzonata e rabberciata idea di “genio”, quando tutti sanno che oggigiorno non è più possibile avere idee di simile stampo, poiché è già stato detto tutto (e chi siamo noi per avere altre idee???), e nessuno dovrebbe permettersi di parlare di certi concetti, figuriamoci poi di svilupparli.
Manocchia è l’antitesi della poesia: in lui leggiamo tutto ciò che nella poesia non dovrebbe esserci; manca di intuito, manca di profondità, manca di musicalità e armonia, manca di immagini poetiche, manca di umiltà e ispirazione, manca di senso del ritmo, ecc. E pretende di venire a parlarci di “genio”!
Questo è intollerabile. Se gli piacciono tanto Roversi e Amara, che si legga per suo conto, senza infliggerci le sue stupide opinioni.


ma poi... chi diavolo è sto manocchia?  ;D ;D ;D
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

Offline Massimiliano Manocchia

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #138 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 14:45:27 »
Oh tranquillo, Michele, 'sto Manocchia è soltanto uno che vuole farsi pubblicità perchè ha appena pubblicato due silllogi di poesie (non lo sono, ma così le definiscono), e dopo l'estate ne uscirà una terza, e deve ovviamente farsi un po' di pubblicità per venderle.
Mica ci credo a quello che dico, serve solo per fare un po' di casino e far girare il mio nome.

Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #139 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 16:07:51 »
Oh tranquillo, Michele, 'sto Manocchia è soltanto uno che vuole farsi pubblicità perchè ha appena pubblicato due silllogi di poesie (non lo sono, ma così le definiscono), e dopo l'estate ne uscirà una terza, e deve ovviamente farsi un po' di pubblicità per venderle.
Mica ci credo a quello che dico, serve solo per fare un po' di casino e far girare il mio nome.

beh, dopotutto... "nel bene o nel male, l'importante è che se ne parli"
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Offline Grazia Longo

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #140 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 16:13:27 »
Pubblicità ... pro-gresso (?) e ... tarallucci e vino!
Poesia e fantasia ... <3
Bhè è sempre meglio delle guerre Puniche!  :D
Non c'è bellezza se non ci sono occhi che guardano.
Non c'è amore senza libertà.
Non c'è incontro senza rispetto per la diversità.
Non c'è felicità senza coraggio.
Non c'è niente di scontato in una vita che meriti di essere vissuta...
E la vita è un'avventura meravigliosa ...

Offline Saldan

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Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #141 il: Lunedì 13 Giugno 2011, 20:43:09 »
Oh tranquillo, Michele, 'sto Manocchia è soltanto uno che vuole farsi pubblicità perchè ha appena pubblicato due silllogi di poesie (non lo sono, ma così le definiscono), e dopo l'estate ne uscirà una terza, e deve ovviamente farsi un po' di pubblicità per venderle.
Mica ci credo a quello che dico, serve solo per fare un po' di casino e far girare il mio nome.

Ti stimo!  ;D
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

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Offline paolo corinto tiberio

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #142 il: Martedì 14 Giugno 2011, 00:00:25 »
per chiudere definitivamente sarò impopolarissimo, ma è ora che dica che questa tiritera può andare avanti in eterno e non solo non ci caviamo un ragno dal buco, ma quelle poche cose chiare che si può avere riguardo ad un concetto così complesso se ne vanno a farsi friggere... genio che quando c'è dopotutto abita in casa, come credevano gli antichi romani...
ora una discussione si caratterizza dal fatto che ciascuno ha un'idea propria... senza diversità d'opinioni non sussisterebbe logicamente nessuna discussione perché ognuno crederebbe quel che crede l'altro e ci sarebbe solo un continuo fare sì sì sì con la testa... e discutere vuol dire mettere all'aperto le proprie idee e confrontarle con quelle degli altri... ma bisognerebbe intervenire solo e solo se si è mossi da dubbi, non quando si è inchiodati alle proprie idee perché in tal caso la discussione sarebbe inutile per tutti... ma avere dubbi non significa accettare tutte le cose che si possono dire sul genio... qui ho letto tratti e pertinenze che al genio non appartengono costitutivamente (il titolo è ancora "Il genio poetico" e visto che nessuno l'ha cambiato mi attengo al titolo e non vado ad indagare sulle persone in carne ed ossa che scrivono su questo sito, anche perché sarebbe vano...)

esempio: se qualcuno ha l'idea di genio come un superman dell'imitazione e addita come genio qualcuno, vorrebbe dire inchiodare quel poveretto inesorabilmente all'arte delle scimmie... né genio è "essere musicale"... un usignuolo lo sarebbe per dono di natura, naturalmente... inoltre ascoltare in altri codici linguistici, come il tedesco per esempio, una poesia, apparirebbe al nostro orecchio dal suono aspro e barbaro, ben lontano da quella eufonia a cui siamo abituati in italiano (per merito delle vocali)... in Oltralpe sarebbero in tal modo preclusi i genii?... ditelo voi ai tedeschi... ma genio non è nemmeno chi coglie in un momento un bel o bellissimo pensiero, o un verso eccezionale, o un'ispirazione emotivamente trascinante, o una trovata geniale, o l'espressione di un sentimento eccezionale... no, non sono questi i tratti che caratterizzano e sui quali si erge il genio, semmai nei sono i contorni o corollari...
il genio, già s'è detto, è il talento che dà la regola all'arte, ma questo talento non sa a priori quale questa regola sia... lo definisce mentre opera... e se gli domandate come ha fatto a farlanon ve lo sa spiegare... il genio non è un Einstain che potrebbe sulla lavagna spiegarvi il procedimento matematico (terribilmente complesso) per arrivare alla formulazione della teoria della relatività... no, il genio non vi saprà dire un'acca  di come è arivato alla sua opera, poiché ha una sua origine, non proviene da una imitazione... ed anche se il genio è sempre sfasato rispetto al tempo, il suo prodotto artistico sorto da un'origine inesplicabile dovrà necessariamente essere esemplare, cioè deve essere studiato ma non da pinco pallini qualunque, ma dai maestri dell'arte, perché il genio insegna ai maestri... :o
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Offline Grazia Longo

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #143 il: Martedì 14 Giugno 2011, 00:33:10 »
A proposito di Einstain inviterei a leggere le sue massime e i suoi aforismi, prima di pensarlo come un matematico senz'anima, nè sensibilità. Solo per fare alcuni esempi:

"Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato."

"Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto."

"La fantasia è più importante del sapere."

"E' più facile rompere un atomo che un pregiuzio"

disse Einstain.

Medidate gente!

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Offline Claudio Toccafondi

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Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #144 il: Martedì 14 Giugno 2011, 01:04:23 »
allora dante alighieri, che si è omologato ai suoi modelli poetici precedenti (che ti definisci patetici chissà per quale ragione) non è un genio? leopardi non è un genio?  ???

e in ogni caso, si può anche essere "diversi" ed originali anche nell'omologazione ai modelli precedenti, l'importante è farli propri per superarli e trovare qualche altro spunto di diversità al loro interno.
:angel:
Giusto! Vedi il sopracitato W.A. Mozart (unanimemente riconosciuto uno dei più grandi geni, se non forse il più grande) il quale non ha apportato rivoluzioni ai modelli musicali, riempiendoli però di quel divini aliquid a lui solo concesso. 

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #145 il: Martedì 14 Giugno 2011, 13:03:59 »
Perchè non parlare di eccellezza della mente dell'umanità situata in un contesto storico, su alcuni (molte volte sfortunati ) individui, che per intuizione o semplicemente  capacità innate di utilizzare la loro intelligenza , hanno superato quelle che erano i confini della loro epoca nelle arti e nelle scienze? Magari neppure la volevano, questa fama ... a volte mitizzare il creatore di un'idea, costituisce un limite per ipotizzare altre idee.

In ogni caso, come accennava Grazia prima, Einstein era oltre che un uomo dotato di grande intuizione per la concettualità della fisica teorica, anche un artista,un pittore, uno scrittore, che immaginava per le sue teorie, di essere in sella ad un raggio di luce, per poter identificarne la traiettoria e dimostrare che in prossimità di masse la luce si piegava. (ancor prima di poterlo dimostrare matematicamente  al resto del mondo)

La genialità non esiste, ma nella moltitudine di umanità, c'è chi ha intuizioni che tracciano un diverso cammino. Ma resterà sempre è soltanto, un essere umano.
« Ultima modifica: Martedì 14 Giugno 2011, 13:18:36 da Gianpiero »

Offline caligola

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #146 il: Martedì 14 Giugno 2011, 13:46:43 »
La genialità poetica è la fusione di una capacità misteriosa dello sguardo con un'abilità eccezionale della penna.


Offline Marina Como

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #147 il: Martedì 14 Giugno 2011, 16:42:00 »
Postato da: caligola 
La genialità poetica è la fusione di una capacità misteriosa dello sguardo con un'abilità eccezionale della penna.


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Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Saldan

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Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #148 il: Martedì 14 Giugno 2011, 19:46:46 »
Se di genialità dobbiamo parlare... non si può non menzionare una delle più grandi martiri della scienza... Ipazia d'Alessandria.
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La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

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Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #149 il: Martedì 14 Giugno 2011, 21:40:34 »
Se di genialità dobbiamo parlare... non si può non menzionare una delle più grandi martiri della scienza... Ipazia d'Alessandria.

mah... a parte che le fonti antiche non ci danno mai una certezza assoluta dei dati che tramandano, soprattutto quando si tratta di "personaggi da esaltare o da vituperare" e non di fatti, ipazia d'alessandria era una filosofa e matematica, dunque non vedo cosa c'entri con il "genio poetico"...  ??? ??? ???
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