Autore Topic: Il GENIO POETICO  (Letto 21652 volte)

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Offline paolo corinto tiberio

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #45 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 13:28:21 »
oplà, pardon...ora ho capito... il titolo del tema in discussione "Il genio poetico" riferisce non al concetto generale di genio, ma ad una ricerca all'interno di questo sito di poesie di eventuali geni poetici... se sono questi i terminin della discussione devo dire che essa indefinitivamente vana, assolutamente inutile (se non al narcisismo) e pesantemente presuntuosa...

ho stimato i testi di Amara fin dall'inizio, ma non mi azzarderei a considerare né Amara né alcun altro un genio, e non perché io sia cattivo o invidioso, ma perché il concetto che ho io di genio è tale da impedire nel presente siffatta rivelazione...

ma ammesso per un istante che vi possano essere dei genii di poesia in questo sito (e chi può escluderlo?), come trovarli senza aver prima succintamente delineato le caratteristiche e le determinazioni della genialità?... voglio dire che se si vuole operare la ricerca in situ bisogna munirsi almeno del concetto di cosa è un genio...

ma stiamo scherzando?...ma che megalomania è mai questa?... discutere in un forum di poesie se all'interno d'essa esistono mostri di bravura che danno la regola all'arte?... ma qui l'Ego secondo me ha straripato fino a riempire i confini delluniverso!... come è possibile accertarci dell'esistenza di genialità fra noi?...( tra l'altro senza averne un concetto perché sennò riguarderebbe la sfera filosofica e chiaramente non è questo il posto, il tempo, e così via...)


propongo allora all'Amministratore del sito di creare uno spazio per far svolgere votazioni, come per le poesie a tema, su chi è o no genio all'interno del sito "Scrivere" e dedicargli una pagina speciale dal titolo "IlGeniodiScrivere.info"... ;D


salvatico è quel che si salva

Offline Grazia Longo

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #46 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 13:42:06 »
oplà, pardon...ora ho capito... il titolo del tema in discussione "Il genio poetico" riferisce non al concetto generale di genio, ma ad una ricerca all'interno di questo sito di poesie di eventuali geni poetici... se sono questi i terminin della discussione devo dire che essa indefinitivamente vana, assolutamente inutile (se non al narcisismo) e pesantemente presuntuosa...

ho stimato i testi di Amara fin dall'inizio, ma non mi azzarderei a considerare né Amara né alcun altro un genio, e non perché io sia cattivo o invidioso, ma perché il concetto che ho io di genio è tale da impedire nel presente siffatta rivelazione...

ma ammesso per un istante che vi possano essere dei genii di poesia in questo sito (e chi può escluderlo?), come trovarli senza aver prima succintamente delineato le caratteristiche e le determinazioni della genialità?... voglio dire che se si vuole operare la ricerca in situ bisogna munirsi almeno del concetto di cosa è un genio...

ma stiamo scherzando?...ma che megalomania è mai questa?... discutere in un forum di poesie se all'interno d'essa esistono mostri di bravura che danno la regola all'arte?... ma qui l'Ego secondo me ha straripato fino a riempire i confini delluniverso!... come è possibile accertarci dell'esistenza di genialità fra noi?...( tra l'altro senza averne un concetto perché sennò riguarderebbe la sfera filosofica e chiaramente non è questo il posto, il tempo, e così via...)


propongo allora all'Amministratore del sito di creare uno spazio per far svolgere votazioni, come per le poesie a tema, su chi è o no genio all'interno del sito "Scrivere" e dedicargli una pagina speciale dal titolo "IlGeniodiScrivere.info"... ;D




Proviamo ad essere costruttivi, che ne dici?
Non c'è bellezza se non ci sono occhi che guardano.
Non c'è amore senza libertà.
Non c'è incontro senza rispetto per la diversità.
Non c'è felicità senza coraggio.
Non c'è niente di scontato in una vita che meriti di essere vissuta...
E la vita è un'avventura meravigliosa ...

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #47 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 14:25:59 »
Mi piace questa riflessione:

“Gli uomini mi hanno definito pazzo, ma non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la più alta forma di intelligenza e se le manifestazioni più meravigliose e più profonde dell’ingegno umano non nascano da una deformazione morbosa del pensiero, da aspetti mentali esaltati a spese dell’intelletto normale.”

(Edgar Allan Poe)


Edgar voleva dare, il suo piccolo contributo alla discussione, visto che era declinata verso il pragmatismo.
- Saepe etiam stultus valde opportuna locutus est -

Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #48 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 14:29:22 »
oplà, pardon...ora ho capito... il titolo del tema in discussione "Il genio poetico" riferisce non al concetto generale di genio, ma ad una ricerca all'interno di questo sito di poesie di eventuali geni poetici... se sono questi i terminin della discussione devo dire che essa indefinitivamente vana, assolutamente inutile (se non al narcisismo) e pesantemente presuntuosa...

ho stimato i testi di Amara fin dall'inizio, ma non mi azzarderei a considerare né Amara né alcun altro un genio, e non perché io sia cattivo o invidioso, ma perché il concetto che ho io di genio è tale da impedire nel presente siffatta rivelazione...

ma ammesso per un istante che vi possano essere dei genii di poesia in questo sito (e chi può escluderlo?), come trovarli senza aver prima succintamente delineato le caratteristiche e le determinazioni della genialità?... voglio dire che se si vuole operare la ricerca in situ bisogna munirsi almeno del concetto di cosa è un genio...

ma stiamo scherzando?...ma che megalomania è mai questa?... discutere in un forum di poesie se all'interno d'essa esistono mostri di bravura che danno la regola all'arte?... ma qui l'Ego secondo me ha straripato fino a riempire i confini delluniverso!... come è possibile accertarci dell'esistenza di genialità fra noi?...( tra l'altro senza averne un concetto perché sennò riguarderebbe la sfera filosofica e chiaramente non è questo il posto, il tempo, e così via...)


propongo allora all'Amministratore del sito di creare uno spazio per far svolgere votazioni, come per le poesie a tema, su chi è o no genio all'interno del sito "Scrivere" e dedicargli una pagina speciale dal titolo "IlGeniodiScrivere.info"... ;D



ho già detto che questo è un "gioco"... Non mi sembra il caso di fare del fatalismo.. Cerchiamo di essere costruttivi, come ha detto giustamente grazia longo, anche nel gioco! Senza preoccuparci troppo della verità o meno delle genialità che portiamo come esempi! Divertiamoci! Resta interessante anche questo divertimento, secondo me
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

Offline paolo corinto tiberio

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #49 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 14:59:23 »
certo, e vi auguro un buon narcisismo!... :D
salvatico è quel che si salva

Offline Grazia Longo

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #50 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:04:32 »
Mi piace questa riflessione:

“Gli uomini mi hanno definito pazzo, ma non è ancora ben chiaro se la pazzia sia o non sia la più alta forma di intelligenza e se le manifestazioni più meravigliose e più profonde dell’ingegno umano non nascano da una deformazione morbosa del pensiero, da aspetti mentali esaltati a spese dell’intelletto normale.”

(Edgar Allan Poe)


Edgar voleva dare, il suo piccolo contributo alla discussione, visto che era declinata verso il pragmatismo.
- Saepe etiam stultus valde opportuna locutus est -
A volte il pragmatismo è indispensabile se non ci si vuole solo parlare addosso. Sennò continuiamo con la torre di Babele ... e restiamo con un'occasione persa ... "Facer de necessitate, virtute." (Virgilio) e detto da me ...
Non c'è bellezza se non ci sono occhi che guardano.
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Non c'è felicità senza coraggio.
Non c'è niente di scontato in una vita che meriti di essere vissuta...
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Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #51 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:26:31 »
certo, e vi auguro un buon narcisismo!... :D

grazie!  ;D
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Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #52 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:49:14 »
Vorrei proporre io, ora, due autori secondo me geniali; seguendo lo schema già dato da Massimiliano, porto come esempio Giorgia Spurio (http://giorgiaspurio.scrivere.info/) ed Aldo Bilato (http://aldobilato.scrivere.info/), che si collocano agli estremi opposti: l’una “istintiva” (ma non troppo), l’altro estremamente ricercato.

I componimenti di Giorgia sono un fiume in piena, parole che si stagliano nei versi come onde impetuose, come un uragano, tale da pensare che escano a caso dalla penna dell’autrice: in parte è anche vero – e qui risiede parte della genialità – ma dietro l’apparente casualità si cela invece un meccanismo, anche inconscio, che fa da filo conduttore a tutta la poesia. Si potrebbe parlare di “voli pindarici”, io direi più che Giorgia possiede un’enorme fantasia e quindi una “genialità” innata dello “scrosciare” parole sul foglio: il lessico è sempre audace e mai banale, le metafore sono sempre originalissime, lo stile è più unico che raro. Le sue poesie oscillano fra un originale ermetismo ed una sorta di enigmatica e quasi sacra parola che sembra sconfinare a volte in una strana religione personale. In una parola la sua poesia è indefinibile, come indefinibile – o arduo da classificare – è spesso il “genio”.
Ora, procederò ad una breve (e sicuramente non esaustiva, non ne sono capace!) analisi della seguente poesia, che è quella di Giorgia che mi ha colpito di più, dal titolo “Il colore del purgatorio”.

A volte la paura
di non essere più,
 forse non un dio
 né un umano,
 ma solo un delirio
 strapazzato tra le dita
 che ha un bimbo.

 Non è morfina quella
 che iniettano alle narici delle puttane
 svestite, abbandonate, senza lingua
 e senza perdono.

 Quale colore ha il purgatorio?

 Me lo chiese con un occhio solo
 il fato che si spappola il cervello.

 Quale accidia potrà aver commesso la vita?

 I gironi ci portano a cucirci le ciglia
 e a pregare le cecità
 di ogni mano nascosta nei pantaloni.

 Non urlano più...
 I sogni come vergini
 dal cui martirio
 nessuno porterà a loro la santità,
 ma solo corde di vocali
 percosse e divorate,
 prostituite e violentate.

 E mi va in tilt questo fottutissimo pc
 a raccogliere inchiostri
psichedelici e mai stampati
 di giornali di ogni data,
 ogni tempo, ogni mondo,
dai continenti delle cronologie dimenticate,
 forse troppo sensibile questa pagina di pixel
 da non amare i polpastrelli
a solleticare la sua gonna di jeans,
da non amare le promesse di un paradiso
da chi dice che lo sta vivendo adesso.
 
È uno sputo nell'occhio
 per chi è stata costretta,
 per chi le hanno detto che è una marionetta,
 per chi le hanno già tagliato ogni corda
 ogni inutile illusione
 che le tenevano le gambe ritte.

 Qual è il colore del purgatorio?

 Lei mi rispose: il colore
 delle sue scarpe sporche.

Si inizia con una strofa che rimane appesa grammaticalmente, ma non ha importanza, dopo aver tirato in ballo l’umano e il divino, perfino un bambino, si passa alla seconda strofa bruscamente parlando di morfine e puttane… “qual è il colore del purgatorio?” una domanda senza senso,  ma perfettamente coerente nella sua incoerenza già con le prime due strofe. Il fato si spappola il cervello, o meglio lo spappola a noi umani, che non sappiamo nulla, né del paradiso, né dell’inferno, del purgatorio. La vita è colpevole di accidia, un’apatia che è solo un delirio, forse. Poi si parla addirittura di vergini, paragonandole ai sogni, seguendo sempre binari che portano in contraddizioni, come contraddittoria è la vita. Più giù nei versi la poesia presenta tratti di “meta-poesia”, la finzione viene svelata e l’autrice sta battendo i tasti sul “fottutissimo pc” che va in tilt come il lettore, in preda ad un turbine di immagini: per esempio “continenti delle cronologie dimenticate”, un’espressione che fonde nuovo ed antico in modo estremamente originale.  Gli ultimi tre versi poi, sono spiazzanti, profondamente enigmatici ma per questo colpiscono: questo è il cosiddetto effetto dello “straniamento” che porta il lettore a rimanere disorientato, come se già non fossero bastate tutte quelle frasi catapultate sul foglio. La genialità di Giorgia sta anche in questo, nel sorprendere il lettore e nel lasciarlo che lui stesso interpreti la poesia come meglio crede. Le poesia di Giorgia sono come uno spartito, che ognuno suona con lo strumento che vuole e seguendo sì le note, ma inserendo il proprio ritmo.

(continua)
« Ultima modifica: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:54:07 da Michele Tropiano »
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Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #53 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:51:00 »
(...)

Aldo Bilato compone poesia di solito brevi, ma fortemente incisivi ed efficaci, a volte un po’ ermetici ma sicuramente portatori sempre del suo punto di vista. L’essenzialità della parola è la sua genialità maggiore: in pochissime battute esprime un concetto che altri impiegherebbero versi e versi, il prezzo da pagare per capirlo è quello di liberarsi dei concetti precostituiti che il discorso quotidiano si porta appresso, ad esempio tutti i fronzoli di una parola ornata e atta a convincere. In realtà anche la parola di Aldo è “ornata”, anzi egli sceglie il vocabolo anche e soprattutto in base al suono: allitterazioni e giochi di parole sono il suo piatto forte. L’originalità è poi indiscussa, le sue poesie sono sempre particolari e spaziano in tutti i campi, anzi mescolano forte e contenuti appartenenti ad ambiti spesso anche molto diversi, donando al lettore quella particolare sensazione dello “straniamento” di cui ho già parlato per Giorgia Spurio.
La seguente è una sua poesia che io considero la sua “dichiarazione di poetica”, dal titolo “Un concetto s’esprime”

*
si parte dal
tratteggiar
la mente

il drappeggio è
conseguente
consequenziale
al concetto che
s'esprime

 poco importa
 se a verso libero
 oppure in rime

Piuttosto chiara questa, poco ermetica a differenza di altre, ma sicuramente efficace: il primo passo per scrivere una poesia, è fissare in mente il concetto, poi successivamente iniziare a scrivere e, come ultimo passaggio, c’è “il drappeggio”: immagine molto bella che indica la revisione delle parole e dello stile di ogni componimento. A parte qualche espediente retorico come “conseguente-conseguenziale” oggettivamente pregevole, si può essere o meno d’accordo con questa concezione della poesia qui espressa, ma la genialità risiede, a mio avviso, nella capacità di sintesi e nel dare ad ogni parola un significato semantico nello stesso tempo ambiguo e sfuggente, ma concisamente elegante. Poi, poco importa – dice – se a verso libero oppure in rime – ma la rima è evidente (esprime\rime) ed decisamente calzante proprio per le parole utilizzate.
Un’altra poesia che mi ha colpito di Aldo è questa, dal titolo “Sei bellissima”

*
 eppure t'ho appena intravista
 sporcare le lenzuola ...
 mai che tu m'abbia
cucinato due uova al tegamino
 la mattina
 che mi piacciono così tanto
 né t'ho vista piangere
 m'avrebbero fatto ricredere
 soprattutto le uova
 invece pretendi ch'io t'aspetti
 nel mentre tu dichiari
 di non essere all'altezza
 e di avere troppo da fare ...
 ma vai a cagare figlia mia
 gli amici e la mia vicina
 organizzano una festa stasera
 nessuno piange
e non si mangiano uova
 la carta igienica l'offre la casa
nel caso non sapessi dove andare ...

Il titolo, banale, preannuncia una poesia d’amore: in realtà, dietro la banalità del titolo ben presto uscirà una poesia d’amore del tutto originale e anche sicuramente poco “d’amore”. Protagonista dei versi, più che questa donna bellissima, sembrano le uova al tegamino, che ricorrono ben  3 volte in pochi versi, a dare originalità al testo. In questo testo forse c’è meno ricerca stilistica e più dissacrazione, svelamento nel reale di un tema caro ai poeti: si entra nel quotidiano e poi anche nel volgare, ma l’amore – in tutte le sue forme – è fatto anche di questo. “Vai a cagare” metaforicamente sì, ma la carta igienica “l’offre la casa”, una battuta che ha del geniale.
« Ultima modifica: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:52:52 da Michele Tropiano »
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Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #54 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 15:52:32 »
Aggiungo ora un’ultima poesia, che, non appena la lessi, la considerai “geniale”. E dico poesia, non autore, in quanto non ritengo egli sia geniale in tutti i suoi componimenti, ma solo in questo che segue. È Massimiliano Manocchia (lo cito solo ora per non rischiare di sembrare “lecchino” nei confronti di chi ha aperto il topic). Il titolo è “La parte bianca della pagina”

Un poeta è u-
 no che quan-
 do scri-
 ve va a ca -
 po quan-
 do caz-
 zo gli pare.

 A parole caso o scrive e
 le in fila mette.
 
Ma spreca più versi che carta.
 
Solitamente
 io leggo la parte
 bianca della pagina.
 
Lì c'è tutto –

Già l’idea della prima strofa è originalissima e calza a pennello con ciò che vuole esprimere, credo anche provocatoriamente. Peccato per quel cazzo perché forse l’espressione volgare poteva anche risparmiarsela… Ma gli ultimi quattro versi sono decisamente geniali: leggere la parte bianca del foglio. Cosa vorrà mai significare? Forse nulla o forse tutto – lì dove c’è tutto! – secondo me si commenta da sola questa espressione!  Ritorna l’effetto straniante ed anche dissacrate tipico della genialità (o parte di essa): un finale a sorpresa che non ti aspetti, anzi, te lo aspetti perché c’è nel titolo, ma non ti aspetti che volesse dire proprio quello, che legge la “parte bianca”, senza le parole, senza gli accapo, senza nulla. Il resto delle poesie di Massimiliano, sono molto belle e scritte in maniera mirabile, ma forse non ha tanto del “geniale” tutto il resto… opinione mia ovviamente! Ed aspetto da lui, proprio portando l’unico esempio di poesia geniale nella sua produzione, chiarimenti a proposito della continuità di cui parlava all’inizio…
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Offline Grazia Longo

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #55 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 16:18:11 »
Vorrei proporre io, ora, due autori secondo me geniali; seguendo lo schema già dato da Massimiliano, porto come esempio Giorgia Spurio (http://giorgiaspurio.scrivere.info/) ed Aldo Bilato (http://aldobilato.scrivere.info/), che si collocano agli estremi opposti: l’una “istintiva” (ma non troppo), l’altro estremamente ricercato.

I componimenti di Giorgia sono un fiume in piena, parole che si stagliano nei versi come onde impetuose, come un uragano, tale da pensare che escano a caso dalla penna dell’autrice: in parte è anche vero – e qui risiede parte della genialità – ma dietro l’apparente casualità si cela invece un meccanismo, anche inconscio, che fa da filo conduttore a tutta la poesia. Si potrebbe parlare di “voli pindarici”, io direi più che Giorgia possiede un’enorme fantasia e quindi una “genialità” innata dello “scrosciare” parole sul foglio: il lessico è sempre audace e mai banale, le metafore sono sempre originalissime, lo stile è più unico che raro. Le sue poesie oscillano fra un originale ermetismo ed una sorta di enigmatica e quasi sacra parola che sembra sconfinare a volte in una strana religione personale. In una parola la sua poesia è indefinibile, come indefinibile – o arduo da classificare – è spesso il “genio”.
Ora, procederò ad una breve (e sicuramente non esaustiva, non ne sono capace!) analisi della seguente poesia, che è quella di Giorgia che mi ha colpito di più, dal titolo “Il colore del purgatorio”.

A volte la paura
di non essere più,
 forse non un dio
 né un umano,
 ma solo un delirio
 strapazzato tra le dita
 che ha un bimbo.

 Non è morfina quella
 che iniettano alle narici delle puttane
 svestite, abbandonate, senza lingua
 e senza perdono.

 Quale colore ha il purgatorio?

 Me lo chiese con un occhio solo
 il fato che si spappola il cervello.

 Quale accidia potrà aver commesso la vita?

 I gironi ci portano a cucirci le ciglia
 e a pregare le cecità
 di ogni mano nascosta nei pantaloni.

 Non urlano più...
 I sogni come vergini
 dal cui martirio
 nessuno porterà a loro la santità,
 ma solo corde di vocali
 percosse e divorate,
 prostituite e violentate.

 E mi va in tilt questo fottutissimo pc
 a raccogliere inchiostri
psichedelici e mai stampati
 di giornali di ogni data,
 ogni tempo, ogni mondo,
dai continenti delle cronologie dimenticate,
 forse troppo sensibile questa pagina di pixel
 da non amare i polpastrelli
a solleticare la sua gonna di jeans,
da non amare le promesse di un paradiso
da chi dice che lo sta vivendo adesso.
 
È uno sputo nell'occhio
 per chi è stata costretta,
 per chi le hanno detto che è una marionetta,
 per chi le hanno già tagliato ogni corda
 ogni inutile illusione
 che le tenevano le gambe ritte.

 Qual è il colore del purgatorio?

 Lei mi rispose: il colore
 delle sue scarpe sporche.

Si inizia con una strofa che rimane appesa grammaticalmente, ma non ha importanza, dopo aver tirato in ballo l’umano e il divino, perfino un bambino, si passa alla seconda strofa bruscamente parlando di morfine e puttane… “qual è il colore del purgatorio?” una domanda senza senso,  ma perfettamente coerente nella sua incoerenza già con le prime due strofe. Il fato si spappola il cervello, o meglio lo spappola a noi umani, che non sappiamo nulla, né del paradiso, né dell’inferno, del purgatorio. La vita è colpevole di accidia, un’apatia che è solo un delirio, forse. Poi si parla addirittura di vergini, paragonandole ai sogni, seguendo sempre binari che portano in contraddizioni, come contraddittoria è la vita. Più giù nei versi la poesia presenta tratti di “meta-poesia”, la finzione viene svelata e l’autrice sta battendo i tasti sul “fottutissimo pc” che va in tilt come il lettore, in preda ad un turbine di immagini: per esempio “continenti delle cronologie dimenticate”, un’espressione che fonde nuovo ed antico in modo estremamente originale.  Gli ultimi tre versi poi, sono spiazzanti, profondamente enigmatici ma per questo colpiscono: questo è il cosiddetto effetto dello “straniamento” che porta il lettore a rimanere disorientato, come se già non fossero bastate tutte quelle frasi catapultate sul foglio. La genialità di Giorgia sta anche in questo, nel sorprendere il lettore e nel lasciarlo che lui stesso interpreti la poesia come meglio crede. Le poesia di Giorgia sono come uno spartito, che ognuno suona con lo strumento che vuole e seguendo sì le note, ma inserendo il proprio ritmo.

(continua)

Posso essere sincera senza essere mandata al rogo?
Surrealismo: semplice ... basta usare l'automatismo psichico o ... scolarsi una bottiglia.
Se è per lo spaesamento, porto le poesie dei miei schizofrenici. Ce ne sono di veramente interessanti, non solo da un punto di vista psichiatrico.
Chiedo: è questo che fa il genio?
Non c'è bellezza se non ci sono occhi che guardano.
Non c'è amore senza libertà.
Non c'è incontro senza rispetto per la diversità.
Non c'è felicità senza coraggio.
Non c'è niente di scontato in una vita che meriti di essere vissuta...
E la vita è un'avventura meravigliosa ...

Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #56 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 16:28:18 »
Posso essere sincera senza essere mandata al rogo?
Surrealismo: semplice ... basta usare l'automatismo psichico o ... scolarsi una bottiglia.
Se è per lo spaesamento, porto le poesie dei miei schizofrenici. Ce ne sono di veramente interessanti, non solo da un punto di vista psichiatrico.
Chiedo: è questo che fa il genio?

Sai, io odio le poesie dei surrealisti, secondo me non sono nemmeno "poesie"... ma che devo dire, secondo me le composizioni di Giorgia Spurio, seppur assimiliabili a quelle dei surrealisti (scolandosi una bottiglia di vodka) non hanno nulla a che vedere con esse. Quello che rende geniale i suoi scritti, a mio avviso, è il fiume in piena che è apparentemente disordinato ma in realtà ha una capacità evocativa incredibile, o almeno questo succede a me quando li leggo. Ecco perchè è inutile parlare della definizione di "genio", perchè è altamente soggettiva anche questa! Hai espresso la tua opinione, ci mancherebbe altro, io esprimo la mia!  :)
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Offline Grazia Longo

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #57 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 16:29:41 »
Ho letto anche le altre tue proposte Michele e ho capito una cosa di te: sei attratto dall'inusuale, meglio se incomprensibile o solo parzialmente comprensibile. Ti attrae la sensazione di vertigine che provi, leggendo.
Non c'è bellezza se non ci sono occhi che guardano.
Non c'è amore senza libertà.
Non c'è incontro senza rispetto per la diversità.
Non c'è felicità senza coraggio.
Non c'è niente di scontato in una vita che meriti di essere vissuta...
E la vita è un'avventura meravigliosa ...

Offline Michele Tropiano

Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #58 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 16:36:28 »
Ho letto anche le altre tue proposte Michele e ho capito una cosa di te: sei attratto dall'inusuale, meglio se incomprensibile o solo parzialmente comprensibile. Ti attrae la sensazione di vertigine che provi, leggendo.


si hai capito perfettamente. per me, ripeto, per me, anche questa capacità fa il genio! quindi stiamo nella sfera altamente soggetiva!
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Offline Lorenzo Crocetti

  • In attesa
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  • Post: 87
  • Sesso: Maschio
  • Nel sito Scrivere: Le sue poesie
Re: Il GENIO POETICO
« Risposta #59 il: Giovedì 2 Giugno 2011, 16:39:04 »
Adesso, per favore, fatela finita. Siete sempre gli stessi, vanagloriosi ed inutili, a parlare di genialità, pensando di essere autentici geni, sofferenti che nessuno ve lo dica e tesi nell'attesa di sentirvelo dire. Finitela, una buona volta! Ragazzini illusi e superbiosi, che credete di dare a quello o a quell'altro del genio, in modo che qualcuno prima o poi lo dia a voi, che credete di meritarlo, anzi ne siete del tutto convinti.
Non vi accorgete di quanto siete ridicoli? Si, proprio ridicoli. Qui non vi sono geni, e anche se vi fossero nessuno potrebbe accorgersene, perchè il genio non viene notanto alla prima ma... dopo morto!
Finitela con questi discorsi, qui non ci sono geni, ma soltato persone con un'alta cognizione e presunzione di sè, che si reputano geni, ma sono solo bambini viziati che pensano di essere geni.
Siete soltanto persone montate, piene di sè senza ragione, volete dimostare la vostrra cultura, reputate geni,e vi sforzate di dimostrarlo, esaltate gente che di genialità non ha niente, proprio niente, ma solo invidia, gelosia, rabbia interiore, e li esaltate, in attesa che di voi dicano a loro volta che siete geni.
Ma fatemi il piacere! Crescete, levatevi illusioni, nessuno di noi è un genio, inutile illudersi. Siamo tuti dei gran bischeri, e a Firenze, nei suo vicoli di san Frediano, ce lo direbbro: "Che bischeri che siete! Andatevi a mangiare una bistecca alla fiorentina, su brace di ginepro, innaffiata con Chianti classico in abbondanza!
Anche i non geni, io e voi, sapremo gustare almemo una bella costata cotta al sangue e innaffiata da buon vino delle colline.
E allora, sorpresi dal fervore che il Chianti e la bistecca sanno dare, parleremo di donne, di amori, di colline e di campagna, e se saremo seduti attorno al desco in una romantica trattoria del luogo, osservando il dolce digradare delle colline dalla finestra aperta, ci accorgeremo che il "genio" appartiene ad altra entità, attenueremo la nostra boria e il nostro aulico sentire, entreremo in una dimensione più modesta, e non penseremo più di essere gli aedi della cultura e del sapere.
Fate come vi ho detto e finitela. Non siete geni, non siamo geni. Avete soltanto bisogno di espandere e far sapere la vostra cultura. Che è davvero poca e misera cosa, ragazzi. Con la crescita e col tempo imparerete.
Ora, per favore, datevi una regolata. Come me, che l'ho capito da tempo, non siete portatori di verità, siete capaci solo di presentare quel minmo di cultura che credete di avere, ma che gli altri si accorgono che non è cultura ma solo sfrenato esibizionismo.
Con mille e uno auguri da parte mia... che la modesti riprenda il sopravvento. Lo merita.
« Ultima modifica: Giovedì 2 Giugno 2011, 16:41:41 da Lorenzo Crocetti »