Poichè è effettivamente una discussione interessante
vorrei allargarla citando qualche poeta geniale di maggior respiro (senza nulla togliere ai due amici citati)
"Sotto l'azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
«più in là»"
E. Montale - "Maestrale"
Questo è per me un esempio di intuizione e svelamento di una verità umana facilmente riconoscibile in ogni nostra esperienza, un esempio come tutto nell'ambito di uno sguardo attento diventi segno di altro, di altro più in là del nostra decifrabilità, della nostra idea, dei nostri progetti. Segno di un oltre incomprensible ma visibile, palpabile. Come accade nell'innamoramento, dove c'è un amore incomprensibile, che oltrepassa ogni umano incasellamento, ma c'è e strugge il cuore, muove senza sosta perchè è incontenibile.
Come si fa a non avere un sobbalzo di fronte a queste parole che spiegano così acutamente l'esperienza umana, questo massimo slancio della ragione che comprende che le cose portano in sè un segno di altro, che il suo significato non finisce soltanto nel suo esserci, esserci nel tal momento dato, ma che porta con sè uno scopo e non si esaurisce nel suo volteggio visibile. Difatti chiunque sia innamorato davanti un a un bel tramonto viene rimandato ad altro, al volto del suo amato perchè il tramonte diventa segno, segno che riconduce ad una bellezza, così come il volteggio della rondine rimanda ad altro, il suo incessante movimento
rimanda
a una segreta domanda...
Nell'imminenza di Dio
la vita fa man bassa
sulle riserve caduche,
mentre ciascuno si afferra
a un suo bene che gli grida: addio!
Clemente Rebora.