Autore Topic: Mehmet Yashin  (Letto 1835 volte)

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Offline Rasimaco

Mehmet Yashin
« il: Mercoledì 4 Maggio 2011, 09:54:05 »
Che ne pensate?

Il CANTO DEL MIO AMATO

Il mare era il canto del mio amato
la guerra ha gettato l’ancora nella sua voce azzurra
mio amato
soldato morto.

Il grano era il canto del mio amato
la guerra ha messo le manette al suo sguardo dorato
mio amato
soldato morto.

La pace era il canto del mio amato
la guerra ha spezzato in due la sua risata bianca
mio amato
soldato morto.

Sento il mio amato
intona canti il soldato morto
canti azzurri suonano alla porta della nostra casa.
Sento,
i canti per la pace più belli li intonano
coloro che muoino in guerra.

come l'abito non fa il monaco così lo strumento non crea musica

GaiaGea

  • Visitatore
Re: Mehmet Yashin
« Risposta #1 il: Mercoledì 4 Maggio 2011, 10:17:14 »
Ho letto più volte questi versi e ogni volta, giunta all'ultima strofa, ho provato brividi e non nascondo che un pianto è salito dal mio profondo.
I versi in questione, a mio avviso, riescono a trasmettere, con  semplicità di linguaggio, la profondità di quei sentimenti che dovrebbero essere univoci.
Si può fare poesia, trasmettendo grandi verità e invitando alla riflessione, anche  con la semplicità delle parole.
Grazie a Rasimaco, per avermi dato queste emozioni, attraverso un testo che forse non avrei mai letto, se lui non lo avesse proposto.
« Ultima modifica: Mercoledì 4 Maggio 2011, 10:54:50 da Gaia22 Tiziana Porcelli »

Offline Amara

Re: Mehmet Yashin
« Risposta #2 il: Mercoledì 4 Maggio 2011, 10:50:54 »
...già.. è così.. ma deve esserci chi li ascolta...
davvero bella...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Mistral

Re: Mehmet Yashin
« Risposta #3 il: Sabato 7 Maggio 2011, 10:57:54 »
Semplice e potente

Offline Rasimaco

Re: Mehmet Yashin
« Risposta #4 il: Giovedì 26 Maggio 2011, 09:22:49 »
Ancora una lirica di Yashin... che potrebbe sembrare a prima vista insignificante ma la cui forza è nel pensiero
che il poeta riversa nei suoi scritti...


La favola raccontata in silenzio

Il “soldato silenzioso” lo chiamavano i suoi amici
nel taschino un piccolo Corano
al collo un amuleto benedetto
sarebbe andato diritto in paradiso quando lo avrebbero colpito.

Dio trovò il suo cadavere come un pugno di cenere
Non pensate che non lo abbia portato in paradiso
perché non aveva visto il Corano e l’amuleto.
Dio sospirò:
– Un uomo che muore di una morte così dolorosa
andrebbe senz’altro in paradiso
se avessi un paradiso.

come l'abito non fa il monaco così lo strumento non crea musica

GaiaGea

  • Visitatore
Re: Mehmet Yashin
« Risposta #5 il: Giovedì 26 Maggio 2011, 11:35:03 »
Ancora una lirica di Yashin... che potrebbe sembrare a prima vista insignificante ma la cui forza è nel pensiero
che il poeta riversa nei suoi scritti...


La favola raccontata in silenzio

Il “soldato silenzioso” lo chiamavano i suoi amici
nel taschino un piccolo Corano
al collo un amuleto benedetto
sarebbe andato diritto in paradiso quando lo avrebbero colpito.

Dio trovò il suo cadavere come un pugno di cenere
Non pensate che non lo abbia portato in paradiso
perché non aveva visto il Corano e l’amuleto.
Dio sospirò:
– Un uomo che muore di una morte così dolorosa
andrebbe senz’altro in paradiso
se avessi un paradiso.



Una nuova proposta di lettura, da parte di Rasimaco, di un testo di Yashin.
Ho letto, rileggendo anche la precedente proposta "Il canto del mio amato", sempre dello stesso Autore e ho cercando di immedesimarmi in ogni parola in ogni possibile emozione, che sarebbe potuta scaturire, vivendo nel contesto proposto e devo dire che il tutto, per me,  è tutt'altro che privo di significato e tutt'altro che una favola.
Un soldato forgiato dalla vita vissuta, in un paese che gli ha insegnato a combattere per la propria libertà, per il proprio credo, un soldato non dissimile da tanti altri, cresciuti in contesti diversi, ma forgiati a loro volta per combattere sempre in nome di una libertà, di un credo, sia esso politico o religioso…
Profonde riflessioni scaturiscono dalla chiusa, in cui l'autore stila le ipotetiche parole, espresse da quel Dio, un Dio in cui molti credono, a modo loro.
" Un uomo che muore di una morte così dolorosa/andrebbe senz’altro in paradiso/
se avessi un paradiso."
Quante morti vane, quanti inutili sacrifici, per poter raggiungere quel Paradiso da molti agognato.
Eppure quel Paradiso lo abbiamo a portata di mano… qui sulla nostra splendida terra, una terra di cui ognuno potrebbe godere, se solo imparasse a convivere con il proprio simile, con il proprio prossimo.
Questa la mia riflessione… Grazie a Rasimaco per questa proposta di lettura.
« Ultima modifica: Giovedì 26 Maggio 2011, 13:00:46 da Gaia22 Tiziana Porcelli »

Offline Amara

Re: Mehmet Yashin
« Risposta #6 il: Giovedì 26 Maggio 2011, 12:52:48 »
..mi arriva forte un senso di inutilità del vivere e del morire.. quando entrambi sono legati alla sudditanza del pensiero altrui e dell'interesse altrui...
quel dio mi appare come un dio della consapevolezza..
il distacco un po' cinico di chi guarda con una libera lucidità alle cose umane....
più che un dio.. un uomo libero...

davvero significativa....
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Mehmet Yashin
« Risposta #7 il: Giovedì 26 Maggio 2011, 14:08:38 »
Sono bellissime e terribili poesie che trasudano quel dolore, insito nel cuore del poeta.
Io non so cosa sia una guerra, sono nato in un tempo ed in un luogo in cui mi è difficile anche percepirne la vera realtà.
Ma ho visto quelli che ci sono stati, ho parlato con loro abbiamo condiviso a volte il cibo.
E la loro voce, le loro parole erano come queste poesie, tragiche ed intense, coraggiose e disperate.

Io credo in questi versi : i canti per la pace più belli li intonano coloro che muoiono in guerra.

Offline India

Re: Mehmet Yashin
« Risposta #8 il: Giovedì 26 Maggio 2011, 14:31:44 »
Stupende queste poesie.
Dio esiste.... ma neanche Lui ha la chiave della felicità. Tristissima la chiusa della seconda poesia.