Autore Topic: manici non sono nel linguaggio  (Letto 1006 volte)

0 Utenti e 3 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

In Venere veritas

  • Visitatore
manici non sono nel linguaggio
« il: Sabato 2 Aprile 2011, 21:00:58 »
questa poesia fu scritta da un linguista in Nostratico, la lingua che è stata ricostruita radice più profonda di tutte le lingue umane. la scrittura in sè può non essere eccelsa, ma certo è un messaggio profondo, che la prima espressione dell'Uomo sia declinata in questo modo...

Manici non sono nel linguaggio
Perché gli uomini possano afferrarlo
E farvi sopra segni, per ricordo.
Ogni linguaggio è un fiume
Che in mille anni
Si scava un corso nuovo
E spinge la sua via fino all’Oceano.
Defluisce dai monti
Scorrendo nelle valli,
taglia e unisce confini.
Ed i linguaggi han fine come i fiumi.
Adesso, oggi,
sarà un dimenticato geroglifico
quando saranno diecimila anni.
Canta, e ricordati nel canto
Che anche il tuo canto cambia e muore
E non ci sarà più qui, domani,
altro che il vento che soffiava
diecimila anni or sono.

         Carl Sandburg
[/color][/i]

Offline luigi88

Re: manici non sono nel linguaggio
« Risposta #1 il: Lunedì 4 Aprile 2011, 17:34:48 »
Inizio col complimentarmi con te cara Venere che hai avuto l'acuta intuizione di andare a ripescare un tale "prodotto"...ora ci manca solo la famosa favola della pecora e del cavallo scritta in indoeuropeo ricostruito, e siamo davvero a posto! Detto questo, onestamente credo che il discorso originato dalle tue parole sia immenso e non si possa esaurire in una risposta, ma almeno faccio delle piccole considerazioni:
tentare di ricostruire una presunta lingua originaria è di per sè un'impresa lodevole e insieme una plateale sciocchezza, per motivi che non mi dilungo a citare...ma tutto sommato riconosco che nel complesso è un qualcosa di molto affascinante! Pensare di avere sotto gli occhi l'espressione del parlato di chi ha dovuto per forza di cose, inventare per la prima volta un sistema di comunicazione, è eccezionale e incredibile! Rimarrà comunque una lingua astorica senza riscontri reali, senza vivacità interna ma in fondo viviamo anche di grandi utopie palesemente irrealizzabili! La riflessione della lingua che fa il suo corso e muore per dare vita ad altro fu avanzata già da linguisti dell'800, e con una metafora biologica fu paragonata alla più comune esistenza umana che è destinata a nascere crescere e finire...La poesia, come dici tu, forse non è un capolavoro, ma l'idea che sottintende è grandiosa: mette sullo stesso piano le lingue e fa scendere dal piedistallo qualsiasi pretesa di superiorità (a volte sfociata in reale razzismo culturale), in più fa capire come l'evoluzione sia una cosa naturale e necessaria; se 700 anni fa Dante si esprimeva in un certo modo e oggi gli adolescenti scrivono PER con la x non c'è da chiamare l'esorcista in nome di un purismo imbecille, ma semplicemente bisogna constatare cosa avviene in una società che cambia di continuo e ha sempre esigenze nuove e sempre parimenti meritevoli di attenzione e rispetto...se solo pensassimo che ogni 7 anni ognuno di noi diventa un'altra persona grazie al ricambio totale delle cellule, non ci scandalizzeremmo della creatività nel parlare o di altri "movimenti" assolutamente naturali! Questo tema mi interessa molto da vicino e mi lascio un pò prendere, ma mi fermo qui e grazie ancora per il post...
« Ultima modifica: Lunedì 4 Aprile 2011, 17:40:29 da luigi88 »

Offline Michele Tropiano

Re: manici non sono nel linguaggio
« Risposta #2 il: Lunedì 4 Aprile 2011, 18:46:44 »
Impresa abbastanza ardita quella di questo Sandburg, che non era nemmeno un linguista tra l'altro. Delle lingue nostratiche, tra l'altro, non sono mai state trovate prove certe dai linguisti, non capisco come questo tipo abbia scritto una poesia in nostratico!  ::) o forse non ho capito io il topic.. mi stai dicendo che questa è la traduzione italiana di una poesia scritta in lingua nostratica?
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

Offline Amara

Re: manici non sono nel linguaggio
« Risposta #3 il: Lunedì 4 Aprile 2011, 19:59:48 »
..non sapevo davvero un bel nulla del nostratico... conosco solo il...nostralino...  ;D :angel:

quindi ho cercato di leggerne qualcosa.... ovviamente ne ho tratto delle nozioni superficiali..
però davvero interessante e affascinante..

concordo in gran parte con Luigi.. anche se.. (si vede chessovecchia).. mentre nel parlato accetto e mi adeguo a qualsiasi forma.. nello scrivere..soprattutto in forma poetica.. ho un'esigenza estetica della lingua che una 'x' difficilmente non mi farebbe storcere il naso... :) anche se, per contro, l'uso di un linguaggio arcaico.. se non per esercizio o gioco... non lo trovo opportuno ai tempi...

ma.. ahimè.. gli ultimi tre versi.. sono una grande verità... e non soltanto per il lnguaggio.. ma per ogni espressione umana.. e credo che la consapevolezza di questo.. possa dare un giusto metro alla vita stessa di ciascun individuo...

merci... :)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)