Autore Topic: D eufonica  (Letto 2189 volte)

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Ombrediluci

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D eufonica
« il: Giovedì 24 Marzo 2011, 01:54:40 »
Come usate voi la D eufonica? Ho letto svariati pareri in disaccordo tra loro, compresa L'Accademia della crusca, dove tirando le somme, si dice che oltre ad essere obbligatorio l'uso dell D davanti a doppia E o a doppia A (es: ed ecco; ad ascoltare) dipende dal suono della frase. Quindi libera interpretazione? Sono confusa, anche perchè sono rimasta con l'idea di ciò che a scuola m'insegnarono, cioè a mettere sempre la D tra due vocali anche non uguali. Che ne pensate? ???

Offline Lorenzo Crocetti

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Re: D eufonica
« Risposta #1 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 07:43:31 »
E' un problema di nessunissima importanza, e non ti deve assolutamente angosciare. Credo non ci sia una regola fissa. Senti a orecchio, a seconda del contesto della frase, e scegli tu. E anche se scegli di non mettere la "d", e magari in quel caso suonerebbe meglio aggiungendola, nessuno verrà a tratteggiarti con la matita blu.
Leggendo certi commenti (e certe poesie), dove non esiste la grammatica, la coniugazione dei verbi, la consecutio temporum e tanto altro, figurati se è il caso di fare una disquisizione su una questione grammaticale così sottile e contrastata! Roba appena da Accademia della Crusca. Ma loro sono su un altro pianeta...

Ombrediluci

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Re: D eufonica
« Risposta #2 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 09:22:20 »
Grazie della gentile risposta, Lorenzo, in effetti è una cosa che mi sono sempre chiesta, anche perchè penso che una poesia essendo qualcosa di breve e concentrato sarebbe un vero peccato che contenesse errori grammaticali. Ho cercato la spiegazione al mio dubbio su internet, ma la risposta è stata esattamente quella che mi hai dato tu. Un saluto!

Offline Marina Como

Re: D eufonica
« Risposta #3 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 13:18:57 »
Come usate voi la D eufonica? Ho letto svariati pareri in disaccordo tra loro, compresa L'Accademia della crusca, dove tirando le somme, si dice che oltre ad essere obbligatorio l'uso dell D davanti a doppia E o a doppia A (es: ed ecco; ad ascoltare) dipende dal suono della frase. Quindi libera interpretazione? Sono confusa, anche perchè sono rimasta con l'idea di ciò che a scuola m'insegnarono, cioè a mettere sempre la D tra due vocali anche non uguali. Che ne pensate? ???
:D Penso che le due opinioni non siano in contraddittorio. Ovvero, se prendiamo per giusto che sia obbligatorio rendere l'eufonia di due vocali uguali susseguenti, altrettanto liberamente possiamo scegliere se, nel caso di due vocali disuguali, scegliere per la d o no. Io in effetti in genere la uso quasi sempre, ma è altrettanto vero che in poesia uso quella che più mi aggrada alla fonetica od una sinalefe per la metrica.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

pigreco

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Re: D eufonica
« Risposta #4 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 14:35:19 »
Come usate voi la D eufonica? Ho letto svariati pareri in disaccordo tra loro, compresa L'Accademia della crusca, dove tirando le somme, si dice che oltre ad essere obbligatorio l'uso dell D davanti a doppia E o a doppia A (es: ed ecco; ad ascoltare) dipende dal suono della frase. Quindi libera interpretazione? Sono confusa, anche perchè sono rimasta con l'idea di ciò che a scuola m'insegnarono, cioè a mettere sempre la D tra due vocali anche non uguali. Che ne pensate? ???

Io sapevo che la "d" eufonica va sempre tra 2 vocali uguali e mai tra 2 diverse, ad eccezione di 2 casi, uno era "ad esempio" e l'altro mi sfugge.
A mio parere in poesia non è importantissimo, si può ricorrere alla licenza poetica (purché si è coscienti di cosa si sta facendo).
« Ultima modifica: Giovedì 24 Marzo 2011, 14:38:43 da Pi Greco »

Ombrediluci

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Re: D eufonica
« Risposta #5 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 15:50:01 »
Marina io la uso nel tuo stesso modo. Pi Greco ho letto pareri discordi perfino tra i sommi professori dell'Accademia della crusca, come ho scritto prima. Alla fine tutti dicono che editorialmente parlando la D viene eliminata sempre (chissà perchè!) mentre in italiano la regola è che, a parte tra vocali uguali, si deve mettere a piacere di chi scrive o parla, cioè ad orecchio. Grazie per le risposte!

Offline Lorenzo Crocetti

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Re: D eufonica
« Risposta #6 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 16:18:16 »
La dimostrazione della complessità della grammatica italiana viene qui ampiamente dimostrata. Mentre  si discute sulla D eufonica, c'è chi interviene sulla delicata ma non troppo importante questione e ne fa sorgere un'altra.
Scrive Pi Greco: (purchè si E' coscienti di cosa si sta facendo).

Perché ammazzare così il congiuntivo, che pure è un tempo importante della nostra grammatica? Perché non scrivere esattamente: (purché SIAMO coscienti di cosa si sta - o meglio STIA – facendo)?
Poi, a voler fare serie ma sottili discussioni grammaticali si dovrebbe anche considerare il fatto che “perché” e “purché” devono obbligatoriamente essere segnate con l'accento acuto e non grave.

Se si comincia con tante sottigliezze si sa come si comincia, ma non si sa dove si va a finire.

Offline Amara

Re: D eufonica
« Risposta #7 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 16:34:40 »
..al di là delle regole.. tendo a usarla lo stretto necessario...
proprio quando diversamente lo trovo cacofonico.. o se la sento funzionale al suono...
scrivendo discorsivamente.. forse la adopero di più...
ma nei testi poetici... credo che quando non necessiti veramente...
sia di appesantimento....
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Antonio Terracciano

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Re: D eufonica
« Risposta #8 il: Giovedì 24 Marzo 2011, 16:52:28 »
A differenza del francese, l'italiano non segue regole rigide per l'eufonia. In francese, ad esempio, la "t" eufonica, creata per di più "ex novo" , è obbligatoria, tra vocali d'ogni tipo (ad esempio, l'affermazione 'il arrive' deve obbligatoriamente, in maniera classica, trasformarsi nella domanda 'arrive-t-il ? ' ) . In italiano, come è stato già abbondantemente ben detto e ripetuto negli interventi precedenti, si lascia tutto al gusto personale e, perché no, come tante altre cose in Italia, un po' anarchico, pur essendo ormai condiviso il consiglio di mettere la "d" eufonica tra due vocali uguali.

pigreco

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Re: D eufonica
« Risposta #9 il: Domenica 27 Marzo 2011, 01:58:45 »
Scrive Pi Greco: (purchè si E' coscienti di cosa si sta facendo).

Perché ammazzare così il congiuntivo, che pure è un tempo importante della nostra grammatica? Perché non scrivere esattamente: (purché SIAMO coscienti di cosa si sta - o meglio STIA – facendo)?
Poi, a voler fare serie ma sottili discussioni grammaticali si dovrebbe anche considerare il fatto che “perché” e “purché” devono obbligatoriamente essere segnate con l'accento acuto e non grave.

Se si comincia con tante sottigliezze si sa come si comincia, ma non si sa dove si va a finire.

Buonasera Lorenzo. Mi scuso per il mio italiano, che sicuramente non è dei migliori. E' vero che siamo in un forum in cui si parla di letteratura e si auspicherebbe una grammatica impeccabile, ma quando si (s)parla sul web si tende a scrivere di getto senza stare a controllare tutto. Quando scrivo una poesia, invece, cerco di stare più attento. Gli errori rimangono sempre errori, certo... Provvederò a colmare tutte le lacune, col tempo.
La ringrazio quindi per la segnalazione, tuttavia, trovo poco elegante il suo intervento, che è del tutto OT. Lascio spazio alla discussione principale.


« Ultima modifica: Domenica 27 Marzo 2011, 03:00:43 da Pi Greco »

Ombrediluci

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Re: D eufonica
« Risposta #10 il: Domenica 27 Marzo 2011, 23:38:03 »
Che ne dite di chiudere qui il discorso? Non facciamo scaturire malumori da una D eufonica! Inoltre può succedere a chiunque di fare errori grammaticali o di battitura. Vi ringrazio per le gentili risposte e delucidazioni e saluto cordialmente tutti voi poeti  ;)