una domanda mi sconvolge sempre, mi lascia attonita circa tre secondi, tipo quando vedi il sole e resti accecato e poi ti restano le macchie arancioni negli occhi.
allora: ma esiste ancora il senso critico?
obiettivamente uno scritto (prosa o poesia che sia) si può valutare in modi diversi, esiste un aspetto meramente stilistico/correttivo/culturale e un aspetto puramente di gusto personale.
c'è a chi la dickinson fa dormire e a chi piace alla follia. oppure chi adora ungaretti e chi lo trova arido.
dipende. questo prescinde dalla genialità o dirompenza di uno stile, a mio parere.
picasso, per dire, lo riconosco geniale, ma onestamente mi fa sbadigliare a livello emozionale.
allora, quando leggiamo, vediamo, percepiamo un'opera d'arte, qualunque essa sia, lo esercitiamo il senso critico o no?
oppure ci lasciamo influenzare dalla conoscenza dell'autore stesso?
questo è il rischio. esiste un equilibrio tra la conoscenza dell'autore e un sano spirito critico?
dove sta?