Autore Topic: Il verso ha un suo perchè  (Letto 5688 volte)

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Offline Saldan

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #30 il: Lunedì 21 Febbraio 2011, 23:54:28 »
Sanguineti ha scritto bellissime poesie.. checché se ne dica...
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

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In Venere veritas

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #31 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 07:33:14 »
risposta alla como:
certo che michele ha ragione, perfettamente, nell'esortare all'uso delle figure poetiche e alla consapevolezza, ma ridurre a quello la poesia e negare la dignità (senza dargli del sensazionalismo, pure a quelli del 900, che lo facevano per Moda a quanto pare) della sperimentazione, mi sembra quanto meno settario.
non si permette libertà d'espressione, solo ciò ch'è classico è degno di fregiarsi del titolo di poesia.
allora, come già detto, mettiamo delle barricate: di qui la classica, di là la sperimentale. punto e fine.

Offline Marina Como

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #32 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 09:12:59 »
risposta alla como:
certo che michele ha ragione, perfettamente, nell'esortare all'uso delle figure poetiche e alla consapevolezza, ma ridurre a quello la poesia e negare la dignità (senza dargli del sensazionalismo, pure a quelli del 900, che lo facevano per Moda a quanto pare) della sperimentazione, mi sembra quanto meno settario.
non si permette libertà d'espressione, solo ciò ch'è classico è degno di fregiarsi del titolo di poesia.
allora, come già detto, mettiamo delle barricate: di qui la classica, di là la sperimentale. punto e fine.
??? ??? ??? ??? ???
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Michele Tropiano

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #33 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 15:33:06 »
risposta alla como:
certo che michele ha ragione, perfettamente, nell'esortare all'uso delle figure poetiche e alla consapevolezza, ma ridurre a quello la poesia e negare la dignità (senza dargli del sensazionalismo, pure a quelli del 900, che lo facevano per Moda a quanto pare) della sperimentazione, mi sembra quanto meno settario.
non si permette libertà d'espressione, solo ciò ch'è classico è degno di fregiarsi del titolo di poesia.
allora, come già detto, mettiamo delle barricate: di qui la classica, di là la sperimentale. punto e fine.

ti ripeto: se si vuole sperimentare, bisogna prima conoscere la poesia "classica" come dici tu. sanguineti, prima di scrivere poesie come quella che ho postato prima, ha studiato la poesia, ha scritto poesie "classiche" come quell'altra che è stata postata da amara, poi è arrivato a sperimentare. le mie "regole" di questo post sono da consigilio per chi vuole iniziare: non si può iniziare a far poesia sperimentando, altrimenti non si arriva a nulla, secondo me.
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

In Venere veritas

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #34 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 15:35:47 »
e tu presupponi che chi la scrive non sia educato a farla, quindi siamo punto e a capo.

Offline Michele Tropiano

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #35 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 15:38:52 »
e tu presupponi che chi la scrive non sia educato a farla, quindi siamo punto e a capo.


si vede facilmente, è evidente... che molti autori (non tutti, non voglio generalizzare) che scrivono senza virgole ecc ecc ecc non lo facciano per sperimentare, ma perchè gli va di farlo così, senza un motivo, che magari non sarà di moda, ma sicuro non è la sperimentazione: scrivono così perchè magari non sanno scrivere altrimenti. e questa per me è poesia che va migliorata, con la consapevolezza e le conoscenze delle "regole". stop. finisce qui.
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In Venere veritas

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #36 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 15:47:48 »
si vede, si vede. li conosci? ci parli? hai letto tutto di loro?
aspetta a decidere quanto uno sia o meno ignorante.
poi ne riparliamo.

Offline Marina Como

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #37 il: Martedì 22 Febbraio 2011, 22:05:46 »
si vede, si vede. li conosci? ci parli? hai letto tutto di loro?
aspetta a decidere quanto uno sia o meno ignorante.
poi ne riparliamo.

A venere (se dice a Roma) ma perché attacchi sempre per demolire? Qui nessuno ha dato dell'ignorante a qualcuno. Ma visto che dovrebbe essere un sito per "imparare" o quantomeno "migliorarsi" nelo far poesia, e visto che questa è una parte del forum dedicata proprio alla discussione sulla poesia, che male c'è in quello che ha scritto Michele? E perché se qualcuno reputa che possa essere utile debba per forza sentirsi "ignorante"? Certo, etimologicamente parlando, esso "ignora" una tal cosa, ma nei tuoi interventi sembra tu usi il termine nel senso lato dispreggiativo, e questo non mi piace per niente.
Credo che se vuoi, puoi aprire un latro post, sempre in discussioni fra autori, in cui confrontarti con gli altri, sulla opportunità o meno di aprire un post che parli delle regole della poesia, qui noi cercavamo soltanto di parlare di questo, perché se non ti interessa o non lo reputi giusto, ti ostini ad intervenire qui?
Tanto ti dovevo.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

In Venere veritas

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #38 il: Mercoledì 23 Febbraio 2011, 07:30:19 »
avendo io parlato anche in privato con tropiano, e avendo rilevato lo stesso tipo di atteggiamento, non solo suo ma nei classicisti in genere (la poesia antica la migliore, il resto roba da poveracci) ho intervenuto.
marina, a me di come scrivono i classicisti non mi importa, basta che non si presupponga che sia quello solo il modo giusto, vero e pulito.
le tanto importanti informazioni, postate da tropiano, le trovi su wikipedia, o un qualsiasi testo scolastico.
non ce l'ho con nessuno, non disprezzo nessuno, ma un tantino di apertura non farebbe male.
poesia o non poesia.
attacco per demolire? mi pare che non stia piangendo alla redazione tropiano, abbiamo discusso e ognuno rimane della sua idea, punto e fine.
secoli di classicismo non risentiranno del mio intervento, credimi.
detto questo, au revoir

Offline Michele Tropiano

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #39 il: Mercoledì 23 Febbraio 2011, 10:56:12 »
venere, sai qual è il punto: io e te abbiamo due opinioni differenti.. e fin qui, nulla di strano! io però sto portando delle motivazioni alla mia tesi e degli esempi, tu stai semplicemente dicendo che non sei d'accordo. Se ci portassi anche tu qualche esempio, ovvero di una bella e famosa poesia che, secondo te, non ha in sè alcun tipo di regola... E di qualche autore italiano eh, perchè in traduzione il testo ha tutta un'altra valenza!
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Offline Marina Como

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #40 il: Mercoledì 23 Febbraio 2011, 13:08:58 »
 Forse mi sono persa qualcosa.
Io credo che il titolo di questo topic sia "il verso", e la discussione che dovrebbe scaturire sia appunto quella indicata, ovvero se in un verso di poesia, in qualsiasi linguaggio e tecnica esso venga proposto, vi debba essere una scelta stilistica, oppure se un verso possa definirsi poetico anche se non vi è alcun utilizzo delle tecniche della poesia.
Allora mi spiego meglio con esempi:
http://marinacomo.scrivere.info/index.php?poesia=144041&t=Note+attimi
Qui in ogni verso ho privilegiato l'uso della metrica (iniziando con 5,6,7 per indicare la sensazione del tempo che corre, seguendo con le 5 strofe centrali che fermano il tempo a 8, ed in barba alle regole grammaticali, ho unito le parole, le ho separate, insomma ho usato una punteggiatura scorrettissima ma "scelta" per dare ancora il senso del tempo ed ho finito con una chiusa di due versi da 9, pacifici e tranquilli come i classici novenari, poiché sto asserendo una "mia verità", un messaggio che avrei potuto anche inserire tra inciso, in quanto lo inciderei nella Storia-solo la mia, non certo la grande Storia degli eventi umani!-) ed anche ho usato la tecnica delle assonanze, continui richiami fonici tra i versi, ecc...
http://marinacomo.scrivere.info/index.php?poesia=47221&t=Sofferenza
qui invece, in barba anche al mio gusto personale, di odiare gli articoli a fine verso, ho privilegiato il richiamo  appunto dei versi, per offrire degli indizi che approfondiscano i concetti e la lettura della poesia.
Avrebbero queste mie, la stessa valenza poetica se non avessi "scelto" con degli escamotage tecnici, ogni verso? Non che le scelte non potevano essere differenti, ma nessuna scelta avrebbe soddisfatto alla stesssa maniera il messaggio?
Ecco, credo che di questo dovremmo parlare qui, non se sia migliore o peggiore il fatto che abbia fatto delle scelte non classiche, ma se avessi potuto scrivendo a getto dare la stessa cosa al lettore non utizzando (o stravolgendo)  alcuna regola, o no?
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Dérèglement

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #41 il: Martedì 3 Maggio 2011, 16:31:36 »
Non sono d'accordo sull'idea di una "poesia insegnabile".
La poesia è un fiume che rompe ogni argine; è un impeto passionale innato.
La regola seguita in modo pedante e scolastico porta, secondo me, l'ispirazione a diventare una "vecchia" rugosa, quando invece dovrebbe essere una Musa giovane, eterna e dotata di una bellezza tale da poter generare in noi ispirazione; non so se rendo l'idea.
La regola è certamente un trampolino di lancio per immergersi nell'abisso poetico, ma sono fermamente convinto del fatto che una poesia sciolta da ogni accademismo sia di gran lunga migliore di una formalmente perfetta, ma vuota d'ispirazione(nel senso che il poeta dirige il flusso dei suoi pensieri a seconda delle regole poetiche e quindi fa violenza su quello che, secondo me, è un flusso che non va deviato, poichè espressione di noi stessi).
Mi sembra chiaro che il poeta si troverà sempre di fronte ad una scelta nella composizione poetica(nel caso della rima): utilizzare una parola che rimi con un'altra(essendo però spesso obbligato a trovare un sinonimo della parola originaria che aveva in mente in modo da farla rimare con un'altra) oppure utilizzare quella parola specifica, proprio quella che aveva in mente(con la conseguente rinuncia all'osservanza della regola rimica, ma con la soddisfazione di sapere che la sua poesia è proprio come l'aveva pensata, con quelle parole che magari l'hanno ispirato nella sua composizione). Ho fatto un esempio semplice sulla rima, ma vale la stessa cosa anche per le figure retoriche.
E' un concetto abbastanza complesso da spiegare su un forum, ma a grandi linee è questo ciò che penso della poesia.
Riuscireste mai a far passare una cascata in un imbuto? Ecco, questo è proprio l'atteggiamento di chi fa un uso eccessivo e sconsiderato dell' " aurea regola", un tentativo inutile e privo di ogni ardore poetico.
Ovviamente per quanto riguarda l'utilizzo di figure retoriche o di rime a diversi schemi, basandomi sulla mia esperienza compositiva che per ora è ancora breve, ritengo che siano "fenomeni" che si mostrano spontaneamente riversandosi sulla pagina, almeno questo è quello che succede a me;  quello che considero fondamentale è la non volontà di violentare la spontaneità poetica inserendo elementi forzati e plasmati eccessivamente pur di far apparire la propria poesia formalmente perfetta.

In Venere veritas

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Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #42 il: Martedì 3 Maggio 2011, 16:40:35 »
d'accordo. decisamente.

Offline Massimiliano Manocchia

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #43 il: Martedì 3 Maggio 2011, 17:13:24 »
Sono un fervente sostenitore del Tropiano poeta. Da oggi lo sono anche del Tropiano uomo.

Offline Michele Tropiano

Re: Il verso ha un suo perchè
« Risposta #44 il: Martedì 3 Maggio 2011, 17:32:07 »
E' un concetto abbastanza complesso da spiegare su un forum, ma a grandi linee è questo ciò che penso della poesia.
Riuscireste mai a far passare una cascata in un imbuto? Ecco, questo è proprio l'atteggiamento di chi fa un uso eccessivo e sconsiderato dell' " aurea regola", un tentativo inutile e privo di ogni ardore poetico.

la metafora è molto calzante! ho capito perfettamente e sono piuttosto d'accordo su quello che dici... però è abbastanza oggettivo che se il poeta riuscisse a conciliare l'ispirazione con le cosiddette "regole" (di cui, lo ribadisco, non sono affatto un pedissequo sostenitore), se riuscisse a far "passare una cascata in un imbuto", la sua creazione sarebbe sicuramente ad un livello superiore della sola ispirazione. questo solo dico.
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