Forse mi sono persa qualcosa.
Io credo che il titolo di questo topic sia "il verso", e la discussione che dovrebbe scaturire sia appunto quella indicata, ovvero se in un verso di poesia, in qualsiasi linguaggio e tecnica esso venga proposto, vi debba essere una scelta stilistica, oppure se un verso possa definirsi poetico anche se non vi è alcun utilizzo delle tecniche della poesia.
Allora mi spiego meglio con esempi:
http://marinacomo.scrivere.info/index.php?poesia=144041&t=Note+attimiQui in ogni verso ho privilegiato l'uso della metrica (iniziando con 5,6,7 per indicare la sensazione del tempo che corre, seguendo con le 5 strofe centrali che fermano il tempo a 8, ed in barba alle regole grammaticali, ho unito le parole, le ho separate, insomma ho usato una punteggiatura scorrettissima ma "scelta" per dare ancora il senso del tempo ed ho finito con una chiusa di due versi da 9, pacifici e tranquilli come i classici novenari, poiché sto asserendo una "mia verità", un messaggio che avrei potuto anche inserire tra inciso, in quanto lo inciderei nella Storia-solo la mia, non certo la grande Storia degli eventi umani!-) ed anche ho usato la tecnica delle assonanze, continui richiami fonici tra i versi, ecc...
http://marinacomo.scrivere.info/index.php?poesia=47221&t=Sofferenzaqui invece, in barba anche al mio gusto personale, di odiare gli articoli a fine verso, ho privilegiato il richiamo appunto dei versi, per offrire degli indizi che approfondiscano i concetti e la lettura della poesia.
Avrebbero queste mie, la stessa valenza poetica se non avessi "scelto" con degli escamotage tecnici, ogni verso? Non che le scelte non potevano essere differenti, ma nessuna scelta avrebbe soddisfatto alla stesssa maniera il messaggio?
Ecco, credo che di questo dovremmo parlare qui, non se sia migliore o peggiore il fatto che abbia fatto delle scelte non classiche, ma se avessi potuto scrivendo a getto dare la stessa cosa al lettore non utizzando (o stravolgendo) alcuna regola, o no?