Poichè ho avuto un'accesa discussione con una scrittrice di questo sito, voglio porvi un quesito... Io ho sempre ritenuto che nella nostra cultura poetica (da dante ai giorni nostri) il termine "femmina" sia usato in opposizione al termine "donna": Il primo, di etimologia incerta, si riferisce ad una persona di genere femminile di basso rango e, per estensione, anche di facili costumi; il secondo, proveniente etimologicamente dal latino "domina" (signora e padrona della casa, da domus), si riferisce invece ad una persona di genere femminile di alto grado sociale, una "vera" donna insomma. Preciso che mi riferisco ad una tradizione culturale "alta", non popolare, dove invece la femmina è la "vera donna", "a Femmn" con la F maiuscola, in dialetto napoletano, per esempio.
Il termine "femmina" si usa per lo più per definire il genere, femmina in opposizione a maschio, senza nessuna accezione di qualità.
Dunque, solo io e la mia ex professoressa del liceo riteniamo che nella cultura (poetica) italiana il termine "femmina" sia usato, in genere, in maniera dispregiativa?