Tomba di marmo fredda alla sera,
antro in disarmo di quiete vera.
Sole nero, vitreo, rigato da steli,
fiori dal cuore ateo, fiori gentili;
grigi colori impastati dargento
respiro profondo di chi non respira
alito di vento poggiato su pietra
un nome un volto e unultima dedica
Trema la pelle decadente e nuda,
fuggo dall'oblio, dal tuo letto di giada.
Mi baciasti amore, dolore e giuda,
nel cammino dove la luna è guida.
E fui così, privata di desio
con l'anima tremante e senza vita
Baciai i tuoi occhi, nel sonno del pensiero
unico amante mio, poeta, amico.
Invade le città il turbamento
scivola per arterie marce e pulsanti,
di foschia si decora il cemento,
l'albeggiare, il gallo e i suoi canti.
plumbeo nel grondare di pelle
quel solcar le rughe il tempo,
scroscia inganni il firmamento
in quel nero che mi fa ribelle.
Stanco d'avvizzir nel marmo
brancolo nel nulla mio disarmo
annaspo tra le ossa lembi e scorno
quel ritrovar di me ch'è disadorno.
E tace l'alba dell'arcaico mondo
voci invane tormentano il tramonto
dei suoi figli sangue a fiumi
nel fluido osar d'amor perduto
Prendi me oh eterno luogo
lugubri e ombre son sonfitti,
e piume di salice ad abbracciar le stelle
a scalar la vita dell'immenso oblio.