Vediamo se riesco ad approfondire il concetto da me espresso ieri in due righe a causa della fretta.
In un sito, sia esso di poesie o di semplice intrattenimento, è normale trovare dei refusi, i quali possono verificarsi per vari motivi. In un forum, poi, sono all’ordine del giorno.
Diverso è quando questi vengono evidenziati in un testo poetico, visto che l’autore dovrebbe essere così accorto da leggerlo almeno un paio di volte. Se poi il refuso è ripetuto in maniera sistematica, identica e tale da far pensare che trattasi di “orrore” grammaticale vero e proprio, allora la faccenda assume toni preoccupanti.
Che si possa segnalare il testo alla redazione è vero, ma così facendo, dal mio punto di vista, perderebbe significato e, dunque, anche il commento negativo perderebbe la sua logica. Per come la vedo io, tirare le orecchie pubblicamente a chi commette errori gravi di ortografia in un testo poetico, vorrebbe dire, più prosaicamente, metterlo in condizione di riflettere la prossima volta che si troverà a decidere una eventuale pubblicazione.
Troppo facile pubblicare “la qualunque” affidandosi al lavoro della redazione che ci evita le figuracce, né tantomeno credo che la redazione sia disposta a fare da “correttore di bozze” al primo cazzone che scrive due righe per provare l'ebbrezza di vedere il suo nome sulla prima pagina del sito. Questo oltre a sminuire il lavoro dei componenti la redazione, portandolo al ruolo di professori che correggono i compitini degli squinternati allievi di turno (e qui non siamo a scuola), li renderebbe complici di un decadimento generale del sito stesso.
Qui siamo su un sito di poesie (mi illudo); che questo abbia più o meno credibilità, almeno l’italiano si presuppone debba essere la lingua ufficiale e non un optional.
Che ci siano avvocati, professori di lettere, giornalisti i quali della nostra lingua fanno “carne da macello” (e poi pretendono di insegnarla), non è di conforto e non giustifica assolutamente il fatto che in un qualunque sito di poesia, dove la cultura dovrebbe essere al primo posto, si possa, invece, far finta di nulla e strizzare l’occhio all’ignorante di turno (senza fare alcun riferimento preciso). E proprio in virtù del non essere professori, che mi aspetterei un po’ più di rigore verso coloro che commettono strafalcioni (ma di quelli veri) invece di mostrare una disponibilità alla connivenza e all’omertà, fatto che sminuisce prima di tutto chi la cerca ma sopratutto chi la offre.
Il fatto poi di essere dilettanti, non ci esime dal produrre delle opere che non offendano il senso del pudore (nell’accezione più ampia) degli altri e non può diventare un alibi per spacciare un manifesto della ignoranza come testo poetico né assolutamente come poesia.