Personalmente e modestamente credo che questi, più che valori a cui aspirare,siano utopie da cui guardarsi bene:sono,è vero, ideali bellissimi da enunciare...Ma chi perdonerebbe l'assassino del proprio figlio?O il ladro che ha svaligiato casa per comperarsi la droga?Chi ha voglia di sognare quando a fine mese arriva la rata del mutuo?O quando arriva a casa una multa per essere passati col rosso a Salerno,e non si è mai andati fuori Milano (è solo un esempio!)?E siamo sicuri che non valga la pena arrabbiarsi per quel ragazzino che spintona la vecchietta alla posta per saltare un posto nella fila?
...Quello che vogli dire è che parlare di certi ideali è giustissimo,metterli in pratica è il peggiore degli sbagli (se fatto nel modo estremo cui la poesia incita),perché c'è sempre chi ne approfitterà,ed è meglio non trovarsi impreparati.Vivere secondo le "massime" esposte nella poesia significherebbe rassegnarsi al male,perché ogni reazione sarebbe impossibile.
E poi anche troppa felicità,col tempo,annoia...Insomma,togliere ad ogni sentimento il suo opposto annullerebbe il sentimento stesso,che non potrebbe più essere definito...