Autore Topic: E' più difficile fare poesia o prosa?  (Letto 3026 volte)

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Offline Michele Tropiano

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #15 il: Venerdì 31 Dicembre 2010, 13:18:47 »
dalle risposte che mi avete dato comprendo di essermi espresso male nella mia domanda: la poesia che io intendo non è quella, per esempio visto che l'ha citato qualcuno, di Gianni Rodari, che per me sò filastrocche nulla più, ma la poesia "alta" di un certo livello. Quindi riformulo: è più difficile scrivere poesia di un certo o un raccontom romanzo sempre di un certo livello? Una risposta corretta può essere anche che sono dello stesso livello di difficoltà, perchè poi dipende dalle inclinazioni dell'autore, ma ciò su cui voglio far riflettere è che scrivere una trama ben congegnata e che tenga viva l'attenzione del lettore richiede semplicemente più tempo, il che non significa che è più difficile, secondo me. Condensare invece un alto pensiero in una breve poesia è tutt'altro che opera semplice. Ribadisco, non mi riferisco alle filastrocche di natale e alle poesiole che a fiumi si leggono quotidianamente su questo sito e in giro su internet.
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

judaspriest

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Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #16 il: Venerdì 31 Dicembre 2010, 14:25:15 »
Fare poesia è più difficile, per rispondere esattamente alla tua domanda. fare poesia è più difficile rispetto allo scrivere in prosa perché, secondo me, non basta solo descrivere emozioni, luoghi, sentimenti, persone, natura etc. etc. rispettando le regole grammaticali, lessicali e sintattiche, nella poesia si devono rispettare ,per poter esprimere ciò che ho accennato sopra, anche la metrica ritmica scienza matematica che impone un vario numero di piedi e di accenti per formulare un verso e questo è molto difficile e se una persona non ha del talento(e sono pochi) deve scervellarsi per poter ottenere una solenne opera. ciò che ho detto poch'anzi è canonico, ma sempre a mio avviso non deve impedire a nessuno di esprimersi, poi spetta al senso critico del lettore catalogare la poesia letta come opera più o meno valida,dandogli un ruolo nella sua scala di valutazione. concludo quindi che fare poesia è più difficile che fare prosa.ciaok

Offline India

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #17 il: Venerdì 31 Dicembre 2010, 14:58:35 »
In un romanzo, " m'illumino d'immenso" , sarebbe passato inosservato, perchè si legge di fretta, e non ci sofferma su ogni parola scritta, ma in alcuni romanzi c'è più poesia di quanto ce ne sia in poesia.
Se leggi la poesia: M'illumino d'immenso", sei costretto a fermarti, a riflettere, a capire quanto significato c'è in 4 parole. Se facessimo uno studio così attento sui romanzi ci accorgeremmo che di concetti e emozioni su cui soffermarsi ce ne sono tantissimi. Il romanzo è più completo, ha molteplici sfaccettature e poi non è come dici che ci vuole solo più tempo, ci vogliono molte più idee.
 
Tanto per citare un romanz di Tiziano Terziani:
" L'India è un'esperienza che ti accorcia la vita, ma  anche un'esperienza che da senso alla vita" e poi " mi ritrovai in un mondo dove la ragione si ferma prestissimo per far posto all'assurdo e subito dopo alla follia, un mondo in cui tutto è precario, un mondo dove la sola certezza è l'incertezza di tutto" e ancora " In India niente può essere dato per scontato, ci si adatta, si accetta, e presto si entra in quella logica per cui niente è davvero drammatico, niente è terribilmente importante. L'India resta sempre sè stessa,e a suo modo questo è inquietante. L'india ti fa sentire semplicemente umano, naturalmente mortale, ti fa capire che sei soltanto una comparsa in questo grande, assurdo spettacolo, in cui solo noi occidentali crediamo di essere i registi e decidere come va a finire"

Non posso riportare tutto , ma ci sono almeno 5 pagine sull'India che sono meravigliose.
ho preso un libro a caso, ma ne potrei citare 1000
In poesia diventa veramente difficile descrivere questi concetti, tranne che non si faccia una " Divina Commedia"

Ecco a me personalmente mi da molto di più questo brano che una poesia : M'illumino d'immenso" oppure : " Ogni uomo sta solo sul cuore della terra...Non parliamo di quanto leggo poesie su amore, dolore e baci, fossero anche versi di Neruda.  
Buon anno  a tutti

Offline Amara

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #18 il: Venerdì 31 Dicembre 2010, 17:47:45 »
INDIA IS NOT JUST A PLACE.

India is not just a people.
India is the celestial music,
And inside that music 
Anybody from any corner of the globe 
Can find the real significance of life.

- Sri Chinmoy


..solo una questione di diverse sensibilità....
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

aureliastroz

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Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #19 il: Venerdì 31 Dicembre 2010, 19:32:39 »
INDIA IS NOT JUST A PLACE.

India is not just a people.
India is the celestial music,
And inside that music 
Anybody from any corner of the globe 
Can find the real significance of life.

- Sri Chinmoy


..solo una questione di diverse sensibilità....


Sottoscrivo... perbacco!



Offline Marina Como

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #20 il: Lunedì 3 Gennaio 2011, 18:44:41 »
concordo anche io:  e sono sicura anche che se Terziani non fosse stato a scrivere un libro, ma una poesia, avrebbe potuto dire la stessa cosa in maniera completamente diversa.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Rossella Gallucci

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #21 il: Martedì 4 Gennaio 2011, 15:55:05 »
Trovo che una discussione così impostata ( più facile prosa o poesia?) sia piuttosto arbitraria e semplicistica. Cosa vuol dire è più facile? Rispetto a cosa?
Per semplificare al massimo, possiamo dire che la poesia “evoca” e la prosa “racconta”. Cos’è più difficile, evocare un sentimento, un’emozione, cercando di sintetizzare al massimo utilizzando un linguaggio che non esprima direttamente un concetto, oppure è più difficile raccontare una storia, nella sua complessità, cercando di mantenere vigile e costante l’attenzione del lettore per pagine e pagine, utilizzando allo stesso tempo un linguaggio accurato, descrizioni dell’ambiente circostante che siano credibili, ma senza esagerare nella descrizione per non annoiare il lettore e, nello stesso tempo, utilizzando comunque figure retoriche, curando la tecnica narrativa etc etc?
Sinceramente non saprei, se parliamo ovviamente di buona poesia e buona prosa.
A chi dà per scontato che esista una sola risposta sull’argomento vorrei fare una domanda: secondo voi è stato più facile per Joyce scrivere l’ “Ulisse” o per Quasimodo “Ed è subito sera”?
Potrei continuare chiedendo se è stato più facile scrivere “M’illumino d’immenso” o “I promessi sposi”..... se poi volessi spaziare lasciando da parte la scrittura e parlando di altre forme artistiche, potrei chiedere: è stato più facile per  Picasso dipingere "Guernica" o per Mozart comporre il Requiem?

Non so.... forse mi sono allargata un pò troppo, ma sinceramente non riesco a dare un valore assoluto a cose così diverse ed ugualmente importanti, bisognerebbe parlarne a voce e a lungo..

ciao a tutti

Offline paolo corinto tiberio

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #22 il: Martedì 4 Gennaio 2011, 17:38:37 »
non riesco a quotare Rossella... :)
la quale contrappone ad un ermetismo estremo arrivato all'afasia l'opera di un grande scrittore... ma Ungaretti non ha preso il nobel solo per "m'illumino d'immenso"!... voglio dire che se proprio una comparazione diventa necessaria, il raspporto deve investire tutta l'opera del poeta e non due parole... detto ciò concordo che è quasi inestricabile stabilire le  difficoltà, poiché sono due modi d'intendere i segni, le parole... inoltre un testo poetico non deve unicamente evocare un sentimento o emozione, tali cose sono già mischiate al pensiero, ne costituiscono l'aspetto "sensibile"... la trama... la poesia opera per intensione, riguardo al significato che ricerca quasi sempre all'origine, nell'epifania (auguri... :))... la prosa opera per estensione, da qui il suo modo analito di porsi di fronte al mondo... ciao
salvatico è quel che si salva

Offline Rossella Gallucci

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #23 il: Martedì 4 Gennaio 2011, 18:40:34 »
non riesco a quotare Rossella... :)
la quale contrappone ad un ermetismo estremo arrivato all'afasia l'opera di un grande scrittore... ma Ungaretti non ha preso il nobel solo per "m'illumino d'immenso"!... voglio dire che se proprio una comparazione diventa necessaria, il raspporto deve investire tutta l'opera del poeta e non due parole... detto ciò concordo che è quasi inestricabile stabilire le  difficoltà, poiché sono due modi d'intendere i segni, le parole... inoltre un testo poetico non deve unicamente evocare un sentimento o emozione, tali cose sono già mischiate al pensiero, ne costituiscono l'aspetto "sensibile"... la trama... la poesia opera per intensione, riguardo al significato che ricerca quasi sempre all'origine, nell'epifania (auguri... :))... la prosa opera per estensione, da qui il suo modo analito di porsi di fronte al mondo... ciao

Naturalmnte la mia voleva essere una provocazione  ;D
Sono d'accordo con te, Paolo, che si debba paragonare opere paragonabili... E' chiaro che Ungaretti, che tra l'altro amo tantissimo, non ha scritto solo "M'illumino d'immenso". Ho voluto esagerare proprio perché, a mio avviso, è impossibile avere certezze sulla validità o difficoltà di due cose imparagonabili, quali sono prosa e poesia.   Molto interessante la tua analisi  :D
ciao

Offline paolo corinto tiberio

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #24 il: Martedì 4 Gennaio 2011, 21:54:34 »
Naturalmnte la mia voleva essere una provocazione  ;D
Sono d'accordo con te, Paolo, che si debba paragonare opere paragonabili... E' chiaro che Ungaretti, che tra l'altro amo tantissimo, non ha scritto solo "M'illumino d'immenso". Ho voluto esagerare proprio perché, a mio avviso, è impossibile avere certezze sulla validità o difficoltà di due cose imparagonabili, quali sono prosa e poesia.   Molto interessante la tua analisi  :D
ciao


ma certo... :)

grazie inoltre per il giudizio sulla mia analisi, che ritieni interessante... il modo assertivo d'esporre le idee non sempre è accettato e può indurre a falsi giudizi... ma a sessant'anni credo pur d'avere esperienza tale (esperienza dell'errore e della fallacia) da potermi permettere questo privilegio... ;)
salvatico è quel che si salva

Offline Francesco Pozzato

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #25 il: Mercoledì 5 Gennaio 2011, 17:29:19 »
Preciso che Ungaretti non ha mai vinto il Nobel per la letteratura..gli italiani ad averlo vinto sono 6: G. Carducci, G. Deledda, L. Pirandello, S. Quasimodo, E. Montale e D. Fo.
E se Ungaretti l'avesse vinto, l'avrebbe vinto esclusivamente per L'Allegria a mio parere.. il resto della sua bibliografia non è minimamente paragonabile alle bibliografie del resto dei nobel sopraccitati (forse escludendo Fo)..
In ogni caso mi sembrava di aver aperto uno spiraglio di riflessione simile, forse non mi sono spiegato adeguatamente :D
Comunque sì, il mio punto di vista collima con quello di Rossella, eccetto l'ammirazione di Ungaretti, che considero un poeta leggermente sopravvalutato rispetto a tanti della storia poetica italiana e non, vedi i vari Corrazzini, Guzzanti, ecc.. il mito e il fascino di Ungaretti sopravvivono forse grazie ai versicoli anti-regole dell'Allegria.. personalmente ho letto tutto Ungaretti e non l'ho gustato pienamente, soprattutto quando ha cercato negli anni Venti di rientrare in seno alla regola.. sembra un poeta in esercizio.. boh, sensazioni personali comunque..
Francesco, scudiero dei classici

Offline paolo corinto tiberio

Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #26 il: Mercoledì 5 Gennaio 2011, 21:42:25 »
Preciso che Ungaretti non ha mai vinto il Nobel per la letteratura..gli italiani ad averlo vinto sono 6: G. Carducci, G. Deledda, L. Pirandello, S. Quasimodo, E. Montale e D. Fo.
E se Ungaretti l'avesse vinto, l'avrebbe vinto esclusivamente per L'Allegria a mio parere.. il resto della sua bibliografia non è minimamente paragonabile alle bibliografie del resto dei nobel sopraccitati (forse escludendo Fo)..
In ogni caso mi sembrava di aver aperto uno spiraglio di riflessione simile, forse non mi sono spiegato adeguatamente :D
Comunque sì, il mio punto di vista collima con quello di Rossella, eccetto l'ammirazione di Ungaretti, che considero un poeta leggermente sopravvalutato rispetto a tanti della storia poetica italiana e non, vedi i vari Corrazzini, Guzzanti, ecc.. il mito e il fascino di Ungaretti sopravvivono forse grazie ai versicoli anti-regole dell'Allegria.. personalmente ho letto tutto Ungaretti e non l'ho gustato pienamente, soprattutto quando ha cercato negli anni Venti di rientrare in seno alla regola.. sembra un poeta in esercizio.. boh, sensazioni personali comunque..

infatti il privilegio d'errare è lecito ad una certa età... :) no, niente nobel ad Ungharetti, eppure io glielo avrei dato, almeno per "Allegria"...  :)

ma volevo solo rappresentare con l'esempio l'incomparabilità delle opere d'arte riguardo alla difficoltà nel "farle"... non ci è possibile alcuna comparazione perché non sappiamo come l'autore sia pervenuta ad essa, non possiamo chiedere neanche a lui come ha fatto poiché non lo sa... quindi manchiamo di conoscenza del suo svolgersi... di qualsiasi inventore di scienze se ne può ripercorrere la strada tracciata da lui steeso, col metodo posso partire ed arrivare alle leggi di keplero, ma non saprò mai il metodo seguito dalla mente di, supponiamo, Omero, per comporre l'Iliade... se l'arte fosse scienza, allora vi sarebbe una regola generale che determinerebbe con una formula, maggiore o minore difficoltà nella generazione di un'opera... ma l'arte no, perché lì si riflette il soggetto in generale, non l'oggettivo... forse... :)
prosa e poesia sono entrambi nel dominio del segno che lo interpreta... è quest'ultimo che lo fa prosa o poesia... :)
salvatico è quel che si salva

judaspriest

  • Visitatore
Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #27 il: Giovedì 6 Gennaio 2011, 17:28:10 »
Fare poesia è più difficile, per rispondere esattamente alla tua domanda. fare poesia è più difficile rispetto allo scrivere in prosa perché, secondo me, non basta solo descrivere emozioni, luoghi, sentimenti, persone, natura etc. etc. rispettando le regole grammaticali, lessicali e sintattiche, nella poesia si devono rispettare ,per poter esprimere ciò che ho accennato sopra, anche la metrica ritmica scienza matematica che impone un vario numero di piedi e di accenti per formulare un verso e questo è molto difficile e se una persona non ha del talento(e sono pochi quelli che ce l'hanno) deve scervellarsi per poter ottenere una solenne opera. ciò che ho detto poch'anzi è canonico, ma sempre a mio avviso non deve impedire a nessuno di esprimersi, poi spetta al senso critico del lettore catalogare la poesia letta come opera più o meno valida,dandogli un ruolo nella sua scala di valutazione. concludo quindi che fare poesia è più difficile che fare prosa.ciaok

Offline Pino Penny

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  • Sesso: Maschio
  • guardi la vita a colori o in bianco e nero?
  • Nel sito Scrivere: Le sue poesie
Re: E' più difficile fare poesia o prosa?
« Risposta #28 il: Sabato 9 Aprile 2011, 19:50:05 »
Pensiamo a quanto sia difficile mantenere una trama interessante per pagine e pagine, intrecciare le vite dei vari personaggi e le vicende che, in un modo o nell’altro, entrano in gioco e si sviluppano in quelle pagine. Pensate mantenere desto l’interesse del lettore, facile alla distrazione non appena cala il livello di coinvolgimento. Immaginate dover descrivere le varie situazioni, a volte con dovizia di particolari, perché l’ambientazione sia credibile ed il più possibile coinvolgente. Poi pensiamo a quanto si possa immaginare immensamente più facile fare tutto questo in poche righe.
Bene, questo è quello che potrebbe pensare lo scrittore, ignorando che dietro quelle poche righe si deve riuscire a condensare tutto il mondo che lui ha descritto in decine, centinaia di pagine.
In realtà la bellezza di queste due arti letterarie sta nel fatto che: lo scrittore crea immagini mentali prima di tutto e da queste fa scaturire le emozioni, il coinvolgimento del lettore; il poeta crea le emozioni che il lettore trasforma in immagini.
 Il Conte(che io quoto al mille nel suo intervento)mi fa venire in mente quel grande scrittore di cui non ricordo che la seguente citazione,che diceva appunto:"adesso scrivo romanzi,nella vecchiaia scriverò poesie."

magari sbagliava oppure tirava(come è stato detto)L'ACQUA AL SUO MULINO

ma alla fine credo che sia soggettiva la cosa,specialmente in persone che scrivendo prosa,si ritrovarono casualmente in un sito di poesia.Il resto vien da se
guardi la vita a...colori?Io a volte si, a volte in nero a seconda dei giorni.se sono grigi anche grigio è un colore.Ma anche in blu non mi dispiace.in rosso per tirarmi su.in giallo se mi sento più pazzo del solito,in bianco se ci vado...