Autore Topic: Una produzione di Amara e mia  (Letto 4102 volte)

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aureliastroz

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Una produzione di Amara e mia
« il: Lunedì 20 Dicembre 2010, 13:52:57 »


Accarezzavo inutilmente sogni
senza spillarne alcun colore al petto
li abbandonavo incolti,
quando ancora di te non c'era segno
 
mi proponevi occhi, mani e carne densa
sotto la bruma e gli occhi rinsecchiti di mia madre
intorno, miele e refoli d’Arabia
 
ora
mi restano gli spacchi sulle labbra
che non dovrei leccare,
soffrono il vento e chiedono altre cure
 
ma non saranno baci,
- seccano in bocca prima d’esser nati -
solo parole, sussurri nella notte
come pietre, macigni a stritolare l’ossa

e legno e ferro che m’inchioda
mi uccide ad ogni verbo, mi commuove,
satura l’aria che sibila il tuo nome
e,  infine, cede al giorno
dietro le sbarre di questa prigione.







Visto che in questo caso il partner è palese, mi preme fare un breve escursus.
Da molto tempo lo stile asciutto di alcuni testi della produzione di Amara mi hanno affascinato. Ci sono alcune sue produzioni che ritengo di notevole fattura. Il fatto che avessimo stili differenti, ma non eccessivamente, mi ha spinto a chiederle di provare a scrivere qualcosa insieme. Ci ha  intrigato subito il capire cosa potesse sortire dalla miscellanea delle nostre scritture. Devo ammettere che non è stato facile, ma non per colpa sua, quanto per la  mia ispirazione che è sempre più latitante in questi ultimi tempi.
Tuttavia, dopo qualche giorno, e tanti ripensamenti sui contenuti, il risultato è quello che vi abbiamo proposto.
Vi dico da subito che alcune metafore (una in particolare) non sono immediatamente  interpretabili, ma ci piaceva che rimanessero così, affidate alla capacità di ognuno di farle proprie.






pigreco

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #1 il: Lunedì 20 Dicembre 2010, 15:41:43 »
Non saprei dare un'unica interpretazione a questa splendida poesia. Ne ho trovata una molto profonda, ma anche una che gioca sul "doppio senso". Ha qualcosa che seduce (questo lo trovo spesso in amara, che è quella tra i due che conosco meglio).
Non riesco proprio a capire chi ha scritto cosa... E questo significa che è ben riuscita.

L'unica cosa che non ho proprio apprezzato e quel "l'ossa", che non è nei miei gusti, stilisticamente intendo...

Complimenti ad entrambi!

Max Ray

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #2 il: Lunedì 20 Dicembre 2010, 18:26:51 »
Il testo, nel complesso, mi piace ma, a mio avviso, ci sono alcune stonature.
Non mi piace "macigni a stritolare l'ossa"; secondo me, è molto più musicale "macigni a stritolar le ossa". Ma è una semplice questione di gusti.
Non ho capito chi compie l'azione di inchiodare; se sono le ossa, allora sarebbe meglio "inchiodano".
L'ultimo appunto, un mio pallino, riguarda la punteggiatura.
Se si decide di far uso dei segni di interpunzione, si dovrebbe farlo compiutamente, altrimenti sarebbe meglio ometterli del tutto, come fanno alcuni autori "innovativi".
Ripeto, il testo mi piace, altrimenti non avrei espresso il mio umile e trascurabilissimo parere. Quando leggo un testo che non apprezzo, taccio e passo oltre.
Complimenti agli autori ;)

Offline Rossella Gallucci

Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #3 il: Lunedì 20 Dicembre 2010, 20:26:41 »
Ho trovato molto interessante questo testo, dove evidentemente i due stili si confondono abbastanza. Non ho una conoscenza molto approfondita del Conte, ho letto qualcosa che tra l'altro ho apprezzato; di Amara ne ho lette diverse. Quello che percepisco al primo impatto, è una certa sensualità (forse non c'entra nulla, ma c'è qualcosa che me la fa sentire); ad esempio nella seconda strofa, in " quelle mani e carne densa", nei "refoli d'Arabia" che rimandano ad effluvi orientali. Ed in questa prigione che, pur nella consapevolezza che "inchioda", "uccide", anche se le parole sono come pietre, macigni che stritolano le ossa, che lei vuole restare, cedendo al giorno.
Sono abbastanza d'accordo con chi mi ha preceduto nel dire che non avrei scritto "a stritolare l'ossa", ma " a stritolar le ossa" a mio avviso suona meglio.
Per il resto, a me comunque è paiciuta molto, mi ha trasmesso qualcosa. Forse sono completamente fuori con l'interpretazione, non so se ho interpretato bene le metafore.
L'ho trovata davvero molto bella, mi ha coinvolto e credo ci siano diversi piani di interpretazione

 :D :D
P.S. Anche a me interesserebbe sapere se riesco in qualche modo a cogliere il pensiero degli autori o se sono completaente fuori..... ;D

aureliastroz

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #4 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 00:22:57 »
Il testo, nel complesso, mi piace ma, a mio avviso, ci sono alcune stonature.
Non mi piace "macigni a stritolare l'ossa"; secondo me, è molto più musicale "macigni a stritolar le ossa". Ma è una semplice questione di gusti.
Non ho capito chi compie l'azione di inchiodare; se sono le ossa, allora sarebbe meglio "inchiodano".
L'ultimo appunto, un mio pallino, riguarda la punteggiatura.
Se si decide di far uso dei segni di interpunzione, si dovrebbe farlo compiutamente, altrimenti sarebbe meglio ometterli del tutto, come fanno alcuni autori "innovativi".
Ripeto, il testo mi piace, altrimenti non avrei espresso il mio umile e trascurabilissimo parere. Quando leggo un testo che non apprezzo, taccio e passo oltre.
Complimenti agli autori ;)

Andiamo con ordine.
Vero, a stitolar le ossa è sicuramente più musicale, ma se dovessi scegliere fra un'apocope (troncamento) o un'elisione opto quasi sempre per quest’ultima. E’ vero è questione di gusti, io e Amara abbiamo discusso su questo punto, alla fine abbiamo deciso per l’elisione proprio perché un suono inusuale e più duro.
L’azione di inchiodare mi sembra abbastanza chiaro da chi sia compiuta : “e legno e ferro che m’inchioda” il soggetto è necessariamente quanto palesemente il ferro.
Per quanto riguarda la punteggiatura, io sono uno di quelli che la omette volentieri e ricorre agli spazi fra le strofe e fra gli stessi versi per dare il giusto senso di lettura ed il ritmo necessario al testo. Tuttavia è necessario a volte inserire alcuni segni di interpunzione per evitare che si possano creare ambiguità nella lettura. In questo caso mi accorgo solo ora che è stata inserita una virgola prima del trattino (un obbrobrio letterario), ma tutto sommato penso sia un errore veniale, per il resto spero non ci siano altri “orrori”.

Grazie mille per la considerazione e per i graditi appunti.

Max Ray

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #5 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 00:46:55 »

L’azione di inchiodare mi sembra abbastanza chiaro da chi sia compiuta : “e legno e ferro che m’inchioda” il soggetto è necessariamente quanto palesemente il ferro.




Legno e ferro sono due sostantivi, dello stesso verso, legati dalla congiunzione "e".
Il soggetto non è palesemente il ferro, come sostieni, perché non è isolato.
Non capisco niente di poesia, ma questo è italiano...
Solo una doverosa precisazione :)

Offline Amara

Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #6 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 02:41:54 »
per rossella...
ho sempre pensato che in un testo poetico non debba esserci necessariamente un' interpretazione unica.. essa può variare.. dipendendo dalla diversa  sensibilità di chi legge.. poiché la poesia dovrebbe essere universale... ovviamente non sempre si riesce nell'intento.. spero che qui.. almeno un poco.. sia accaduto.. (grazie)..

per massimiliano...
non saprei recitarti una regola grammaticale... ma se si legge il testo nel suo giusto ritmo e senso.. a mio parere il soggetto è evidente e lo si.. sente... oltre al fatto che i chiodi sono appunto.. di ferro...
(graze anche a te)...
« Ultima modifica: Martedì 21 Dicembre 2010, 02:45:40 da Amara »
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Rossella Gallucci

Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #7 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 07:51:46 »
“e legno e ferro che m’inchioda” il soggetto è necessariamente quanto palesemente il ferro."

L'immagine che mi è subito istintivamente venuta in mente è stata quella del Cristo sulla croce. Il legno (la croce) , il ferro (i chiodi) e lui/lei inchiodati alla croce.....  Il ferro è sicuramente il soggetto, è la parte dominante e questa idea è rafforzata dall'immagine delle sbarre della prigione.

Max Ray

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #8 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 10:04:14 »


per massimiliano...
non saprei recitarti una regola grammaticale... ma se si legge il testo nel suo giusto ritmo e senso.. a mio parere il soggetto è evidente e lo si.. sente... oltre al fatto che i chiodi sono appunto.. di ferro...


Nel mio primo intervento ho fatto riferimento all'utilizzo della punteggiatura.
Scrivere "sto mangiando, Laura" e "sto mangiando Laura" non è la stessa cosa.
Nel primo caso soddisfo semplicemente un bisogno naturale, mentre nel secondo commetto un crimine abominevole  :)
Nella poesia si può scrivere tutto ed il suo contrario, appellandosi alla famosa licenza; ecco perché a me non piace la poesia.
I chiodi, ad esempio, possono tranquillamente essere di legno, d'osso o, sotto forma di metafora, essere entità astratte.
Detto questo, chiudo definitivamente il "dibattito", poiché ci porterebbe verso impervi sentieri  :)
Ciò che conta è che avete scritto davvero un bel testo, al di là degli irrilevanti appunti di un amante della prosa  ;)
Have a nice day!
« Ultima modifica: Martedì 21 Dicembre 2010, 10:14:25 da Massimiliano Ruggiu »

Offline Saldan

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  • Sesso: Maschio
  • ...tutto scorre...
  • Nel sito Scrivere: Le sue poesie
Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #9 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 10:38:34 »
Mi piace...bravi...in particolare ho apprezzato la quarta strofa...e non sembra nemmeno una 4 mani, vi siete fusi egregiamente, non c'è che dire...
...la mia culla è meraviglia esplosa, non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa di svelarmi quello che ti incanta...      

http://lamalavoglia.forumfree.it

aureliastroz

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #10 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 10:50:04 »
Nel mio primo intervento ho fatto riferimento all'utilizzo della punteggiatura.
Scrivere "sto mangiando, Laura" e "sto mangiando Laura" non è la stessa cosa.
Nel primo caso soddisfo semplicemente un bisogno naturale, mentre nel secondo commetto un crimine abominevole  :)
Nella poesia si può scrivere tutto ed il suo contrario, appellandosi alla famosa licenza; ecco perché a me non piace la poesia.
I chiodi, ad esempio, possono tranquillamente essere di legno, d'osso o, sotto forma di metafora, essere entità astratte.
Detto questo, chiudo definitivamente il "dibattito", poiché ci porterebbe verso impervi sentieri  :)
Ciò che conta è che avete scritto davvero un bel testo, al di là degli irrilevanti appunti di un amante della prosa  ;)
Have a nice day!


Ma no dai, perché impervi?  Sono appunti costruttivi che non possono portare altrove se non ad un approfondimento del tema.
Per quanto riguarda la punteggiatura sono perfettamente d’accordo con te, anche io amo molto i racconti e la prosa in genere e spero vivamente di non aver commesso involontariamente qualche abominio di punteggiatura nel mio testo.
Per ciò che concerne il soggetto in quell’ormai “dannato” verso  ;D, hai ragione ci sono due sostantivi : legno e ferro, il che dovrebbe far pensare che potrebbero essere entrambi il soggetto; in questo caso avrei certamente sbagliato la persona verbale. In realtà, grammaticalmente parlando, quando ci sono due sostantivi in una frase e la forma verbale e singolare, allora viene assunto come soggetto l’ultimo di questi, soprattutto per l'utilizzo delle "e" ripetute che in questo caso non fungono da congiunzione ma hanno il significato che assumerebbe la virgola (per intenderci) 


E’ come se avessi scritto:
“come pietre, macigni a stritolare l’ossa

e legno, ferro
che m’inchioda
mi uccide ad ogni verbo, “

Forse così sarebbe stato più immediato?
Ripeto a me sembrava palese. Mi accorgo dalla tua osservazione che così non era, ne faccio tesoro e ti ringrazio ancora.


dorallevi

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Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #11 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 13:48:42 »
Vorrei aggiungere il mio parere, dal momento che ho avuto modo di incrociare qualche volta gli autori per scambiare punti di vista poetici con loro.

Del testo in sé tengo a dire che non è esattamente nelle mie corde, per gli echi classicheggianti che contiene e per la scelta di alcuni vocaboli che ritengo un po' altisonanti.

Nonostante ciò è ammirevole la fusione. Nella poesia a quattromani, in fondo, viene prima dello stile e del significato. Il quattromani e un plasmare il proprio linguaggio verso il linguaggio dell'altro e nel contempo mettere a prova la propria duttilità poetica. E per questo mi complimento: ci siete assolutamente riusciti!

Nell'insieme, i versi che restano i miei preferiti, sono i seguenti:

mi restano gli spacchi sulle labbra
che non dovrei leccare,
soffrono il vento e chiedono altre cure





Un abbraccio agli autori :)

In Venere

  • Visitatore
Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #12 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 14:04:13 »
se Amara me lo permette, vorrei condividere con voi una cosa che ho scritto partendo da un suo lavoro.
sull'opera con il Conte, posso dire che la trovo un po' poco evocativa, un che di freddo, o almeno rigido, forse il tema, o forse lo sviluppo del tema stesso che a mio avviso poteva essere più sciolto, più incisivo, ma io non faccio testo per il modo sfacciato che ho di scrivere.
forse come dicono altri prima di me, manca immediatezza, c'è troppa macchinazione e lentezza per passare da un concetto all'altro, da un'immagine all'altra.
bisous
ps, Amara attendo risposta.

Offline Amara

Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #13 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 14:24:54 »
se Amara me lo permette, vorrei condividere con voi una cosa che ho scritto partendo da un suo lavoro.
sull'opera con il Conte, posso dire che la trovo un po' poco evocativa, un che di freddo, o almeno rigido, forse il tema, o forse lo sviluppo del tema stesso che a mio avviso poteva essere più sciolto, più incisivo, ma io non faccio testo per il modo sfacciato che ho di scrivere.
forse come dicono altri prima di me, manca immediatezza, c'è troppa macchinazione e lentezza per passare da un concetto all'altro, da un'immagine all'altra.
bisous
ps, Amara attendo risposta.
..immagino tu ti riferisca a Parca (Atropo)... va bene... magari immettendo entrambi i testi perchè li si possa confrontare... :)

grazie del commento....
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline India

Re: Una produzione di Amara e mia
« Risposta #14 il: Martedì 21 Dicembre 2010, 14:26:25 »
Apprezzabile l'ultima strofa, un pò meno la seconda, forse perchè alcune parole, tipo " bruma" o " refolo" sono troppo inflazionate in poesia, osceno il termine" rinsecchiti".
Poesia troppo ricamata e  ben stirata. Sembra un abito da cerimonia
preferisco le liriche sgualcite, scritte di passaggio, pensate tra un piatto da lavare e i panni da stendere.