Diamante, né smiraldo, né zafino,
né vernul’altra gema prezïosa,
topazo, né giaquinto, né rubino,
né l’aritropia, ch’è sì vertudiosa,
né l’amatisto, né ’l carbonchio fino,
lo qual è molto risprendente cosa,
non àno tante belezze in domino
quant’à in sé la mia donna amorosa.
E di vertute tutte l’autre avanza,
e somigliante [a stella è] di sprendore,
co la sua conta e gaia inamoranza,
e più bell’e[ste] che rosa e che frore.
Cristo le doni vita ed alegranz
e sì l’acresca in gran pregio ed onore.
Giacomo da Lentini (XIII secolo)
[/color]vorrei proporre questo piccolo arcaico sonetto perchè mi stupisce la dolcezza con cui un autore lontano nel tempo, nello spazio e nelle coordinate culturali mie ha saputo colpirmi.
e aggiungo: qualcuno mi sa dire cosa siano il giaquinto e l'aritropia?