TROVATO, PAOLA.
l'HAIKU è una POESIA, e per la metrica segue le stesse regole, quindi non le sillabe canoniche
della grammatica italiana, non solo, ma, in caso di unioni di vocali tra una parola e l'altra ecc. ecc.
Trovato sul web:
Anche se può apparire difficile, chiunque può cimentarsi nella stesura di uno haiku. L’importante è comprendere a pieno "lo spirito dello haiku" e calarsi in esso.
In questa pagina desideriamo fornirvi alcuni suggerimenti circa la composizione di questa eccezionale forma lirica.
Uno haiku non ha mai titolo;
Consiste di 17 sillabe con metrica 5-7-5.
Un numero di sillabe eccedenti è ammesso solo in rari casi tra i quali l'inclusione, se inevitabile, di un nome proprio (come ad esempio quello di un fiore per dare espressione ad un’atmosfera particolare). Non è mai ammissibile, invece, un numero inferiore di sillabe per ciascun verso.
Il conteggio delle sillabe in lingua giapponese corrisponde al numero degli onji . La "n" costituisce un "onji" a se stante, mentre a noi potrebbe sembrare chiusura di sillaba.
Non esistono dittonghi, quindi le vocali accostate sono da considerarsi singoli onji. Le vocali lunghe equivalgono a due onji. Un haiku è quindi costituito metricamente da 17 onji;
E' necessario includere il kigo, cioè il riferimento ad una delle quattro stagioni dell’anno. In Giappone esiste lo Saijikio Antologia delle Quattro Stagioni, che è un dizionario specializzato contenente un elenco completo di tutti i riferimenti stagionali;
Lo haiku normalmente può essere composto seguendo due stili differenti: il primo presenta il tema della composizione in un verso, sviluppandolo negli altri due; il secondo presenta due temi che possono essere in armonia o in contrasto.
Per il conteggio delle sillabe è utile ricordare che nella Poesia in lingua italiana quando una parola termina con vocale (o dittongo), e la successiva inizia per vocale (o dittongo), le loro sillabe si uniscono in quella che prende il nome di "sinalefe" ovvero una pronuncia monosillabica. Ad esempio, nel verso di Dante Alighieri "E quindi uscimmo a riveder le stelle", la sinalefe viene applicata tra le parole "quindi uscimmo" ed immediatamente dopo ad "uscimmo a". In questo modo un verso altrimenti composto da tredici sillabe può essere considerato endecasillabo.