Gentile Lunamagika, secondo il mio modestissimo parere è forse la semplicità a rendere perennemente luminosa la stella dei grandi poeti. I tre esempi che porti sono emblematici. Dante, ai suoi tempi, ebbe il coraggio di usare in poesia la semplice lingua italiana allora nascente, e quindi si fece intendere chiaramente dai suoi lettori coevi (dopo sette secoli, per noi risulta un po' più difficile...) . Prévert usava un francese quotidiano, colloquiale, e legato alle vicende politiche dell'anteguerra soprattutto. Neruda, che per la verità non ho mai letto, sapeva, anche lui con semplicità ma con grande efficacia parlare soprattutto d'amore, e quindi attrarre in particolare numerose lettrici. Naturalmente esistono anche numerosi altri fattori che concorrono alla grandezza di un poeta, ma la semplicità (ho letto le tue poche poesie, e mi sembra che tu possieda senz'altro questa dote) occupa forse il primo posto.