1)
No. Se un autore sceglie di descriversi attraverso frasi ermetiche, che senso ha che, lo stesso, debba reinterpretarsi?
Chi, bontà sua, ci legge, cerca tra le nostre parole qualcosa della sua intimità che, per ragioni ovvie, non sa decifrare o semplicemente per il piacere di percepire un'altro animo che, attraverso la capacità espressiva della poesia, si esprime. Se leggendoci percepisce sé stesso, è semplicemente un valore aggiunto al fare poesia. Tutto il resto deve rimanere al poeta come suo personale bagaglio emotivo. Chi scrive "poesie" lo fa per sé stesso, non per mettere in vetrina parole scelte di rime scelte. Tutto ciò che accade nel dopo avere scritto versi, non deve interessare chi, quei versi, li ha scritti.
Se così non fosse sarebbe solamente un esercizio di stile. Su cento lettori, ci saranno cento emozioni e così è bello che sia.
Ho letto e studiato centinaia di poeti. Ho letto e studiato centinaia di loro interpretazioni. Ogni volta ho trovato la mia personale lettura. Giusta... sbagliata? Che differenza fa? L'unica cosa importante è che quelle letture mi hanno aiutata e cercare dentro di me.
2)
Io credo che anche pubblicare poesie sia qualcosa che si fa per noi stessi. Pubblicando cerchiamo conferme se vuoi alla nostra capacità. Talvolta queste conferme non arrivano così come noi le avevamo sperate e, inevitabilmente, creano un disagio, una mancata accettazione dell'insuccesso (fra virgolette). A quel punto abbiamo due sole possibilità, cercare di migliorare (sempre per noi stessi) se quel commento ci fa quanto meno sorgere il dubbio di essere in errore o, come tante volte accade, denigrare chi di quell'insuccesso riteniamo la causa. Chi commenta esprime una opinione personale e come tale va considerata. Libero di commentare come crede, chi commenta, libero di accettare o non accettare l'interpretazione, chi viene commentato. Solo se vengono usati termini dispregiativi o offensivi o addirittura lesivi per la persona, ma quello è un discorso diverso che va tutelato in generale, poeta o non poeta.
Quando esprimo le mie opinioni sono sempre in senso generale. Non mi permetto di polemizzare se non in modo esplicito, facendo chiaramente capire a cosa mi sto riferendo. E' ovvio quindi che non mi riferivo alla tua poesia uscita fra le rime scelte, ne tanto meno alla tua spiegazione della stessa ma alla tua frase evidenziata da Rasimaco " mi accorgo che le parole sono accostate in bella mostra come fossero in una vetrina di giocattoli. "
Pe mia natura sono molto restia a spiegare le mie poesie (tranne qualche rara traccia lasciata nell'apposito spazio) quando me ne fanno esplicita richiesta, figurati se nessuno me lo chiede.
Un saluto Antonella