Sulla mancanza di punteggiatura nulla da ridire per le ragioni già espresse, così anche sulle ripetizioni in quanto è ben noto, anche dalla musica, e la poesia è molto vicina a quest'altra forma d'arte, che le ripetizioni possono avere un valore artistico se sapientemente utilizzate perché evidenziano certi significati. Ritengo però inaccettabili gli errori grammaticali e le incongruenze logiche e sintattiche, soprattutto quando si sente che sono forzate, arbitrarie, fatte per stupire. Questa non è arte e si vanifica qualsiasi possibilità di comunicazione. Le regole di qualsiasi disciplina possono essere sì superate nel tempo ma ci devono essere le premesse giuste, ci devono essere state delle esplicite tappe, la conquista delle basi opportune, della dovuta credibilità, non lo si può fare a capriccio, ad arbitrio. Le violazioni insomma devono essere fatte ad arte, devono essere condivise, anche se detto così sembra un paradosso. Ossia ci vuole il tempo e il luogo giusto perché sortiscano il loro effetto e non devono essere generalizzate. Quando Picasso passò dal figurativismo al cubismo si era già guadagnato i suoi gradi e, nel frattempo, si era creata una temperie culturale che reclamava a gran voce questa transizione, non ci fu nulla di arbitrario. Attenzione a scimmiottare le avanguardie senza rendersi conto del reale significato di esse.