Mi permetto d'intervenire ancora una volta, e sarà forse l'ultima, tanto per fare di necessità virtù, perché la scure della censura, che pure io reputo giustizia quando interviene a proposito (e in questo caso potrebbe esserlo), avrebbe diritto di tagliarmi la testa per il fatto che sono in parte costretto ad uscire dal tema.
Mi fanno sobbalzare gli errori di grammatica etc, anche se purtroppo mi accorgo che qualche volta ne infarcisco, pure io che predico, qualcuno nei miei scritti., e l'ho espresso chiaramente in questi miei interventi che Angiolo ha voluto definire “esilaranti”nel commento a una mia poesia sul suo...omonimo, il mio Angelo custode col quale sono in un rapporto tutto particolare.
Mi sento però meno “feroce” con gli errori grammaticali, ed acquisto un maggiore disponibilità e pazienza verso quegli autori che hanno bisogno di esprimersi e lo fanno come possono, anche se fanno errori ortografici e di sintassi pe mancanza di scuola,, quando mi trovo ad imbattere in realtà diverse. Apprezzo gli autori che m scrivono: “Per favore, non ti riguardare a dirmi dove a te appare che sia da criticare, mi farai piacere, perché prenderò il giudizio ed approfitterò del la critica come motivo per crescere.
Mi riferisco a quelle persone che, pur avendo, si sente, fatto studi che permettono loro di addentrarsi un una ortografia senza errori, portano la loro infinita superbia a limiti estremi, accettando solo commenti che esaltino la bellezza della loro poesia, e se uno si prova ad uscire dal coro, sono pianti e lamenti contro di lui! Anzi, se costui può solo scrivere in bacheca (forse grazie proprio a loro) – e la redazione in questo riesce a chiudere un occhio, per non essere troppo oppressiva, perché quel costui risulta ufficialmente anche cassato dal fare commenti in bacheca, però riesce a passarci egualmente – taluni (che siano molti o uno solo non importa) tolgono anche la possibilità di scrivere nella oro bacheca, così il centodieci e passa dei commenti positivi (direi anzi superesaltativi) del gruppo dei grandi salivatori sarà tutto ed esclusivamente per quella poesia.
E quando si arriva a festeggiare un...anniversario (!) tali modesti poeti scrivono un canto che è tutto un epitalamio della grandezza della loro poesia. Senza mai riuscire a capire, nella loro credulità infinita, di essere grandi poeti solo per l'ampiezza ultraleccante di commenti assurdi e spesso senza capo né coda, che avranno danni irreversibili per la loro personalità. Il giorno in cui, per qualsiasi ragione, l'ipocrisia verrà a mancare, si ritroveranno soli, disperati, e rimpiangeranno forse l'incredibile fastidio che hanno provato per un commento che si distaccasse dalla comune prassi di leccamento a ritmo di cane randagio assetato davanti ad una pozza d'acqua piovana. E lo rimpiangeranno, e si pentiranno di non averlo meditato.
Per festeggiare quell'anniversario, non potendolo fare in altro modo, scrivo qui, in questo forum dove una maggior libertà d'espressione è possibile, il mio commento: “Non mi spiace, in fondo, che l'autore faccia l'elogio della sua produzione poetica, almeno ci dice chiaro e tondo che per lui (l'autore, ma potrebbe essere una lei, cioè un'autrice) non esiste alcun dubbio sulla bellezza della sua poesia. E il coro egli “ammiratori” scriverà che quella poesia è più grande di quella della Emily Dickinson. E l'autore ci crederà. E non gli potrà mai passare per la mente, come dimostrano i suoi atteggiamenti, che proprio la persona meno gradita e respinta, contestata fra le lacrime davanti alla redazione per avere osato tanto, potrebbe essere la sola, con la sua sincerità a rimettere la stima che essa ha di sé nei giusti binari, contro l'insincero coro che finirà per intossicarla definitivamente spandendole sempre intorno, in turiboli d'argento (o addirittura d'oro), volute ' incenso che potrebbero da un momento all'altro trasformarsi in veleno. E del veleno hanno già, in potenza, le caratteristiche precipue.”