Autore Topic: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?  (Letto 12820 volte)

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Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #30 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 23:34:05 »
Monilèo, sei davvero simpatico  :)
Almeno il "né" potevi scriverlo bene...
"Lo ieri" mi sta riconquistando. Credo che lo inserirò nel mio prossimo testo...  :D

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #31 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 23:47:45 »
Sempre bravo nel rimare
ma la lingua fai inceppare
son proceduto a balzelloni
che mi sembravan cavalloni
di costrutti molto arditi
d'ironia abbelliti
troppo forte Monileo
imbattibile orfeo

P.S. Mi sa che ho commesso un refuso!

Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #32 il: Lunedì 6 Settembre 2010, 23:54:41 »
Mi raccomando, non mettetevi a litigare.
Ho fatto l'educatore per anni e, in questo sito, vedo spesso le stesse dinamiche della comunità per minori nella quale lavoravo.
Detto sinceramente, io apprezzo il senso dell'umorismo e la cultura di Monilèo, anche se a volte si immedesima troppo nel personaggio.
Possiamo ritornare al topic, per favore?  :)

Alex Manunta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #33 il: Martedì 7 Settembre 2010, 00:17:04 »

orbene, do seguito al mio pensiero riguardo alla discussione in atto, tanto per ribadire che né forma né scelta del linguaggio possono inficiare sulla creatività. Grammaticalmente parlando dovrebbe essere inesatta, con qualche licenza di troppo qua e la.

Comunque vado:




-Poesia del Politico-



La vita ce la fa per giunta e per caso quasi,
mi scervello premunendo nel deliberare un cerchio
senza guardarmi troppo attorno a spazi vuoti d'arco
e freccia qualora di faretra avanza quella caccia antica
stringo passeri da laccio dalla cintola che mi feconda
con cartucce da cucchiaio a lunga-media gittata.

Premo grilli artificiali da boati e conce di pelli all'incontrario,
va la barca su pel' fiume viceversa va' de retro questo ammanco
di coraggio al non correggo a carreggiate larghe va di stipule stipendio
quote da scommesse e scommetto differente per mio singolo tiraggio
non ammesso reitero e ritengo la riprova e il compromesso
di puttane pattumiere petto-sodo patti-chiari pendolo perdonami
appretti e disfunzioni su per panni da grinzare e bottoni a premere.

Palle d'occhi di rimprovero gonfi a sparizione di volume tra le gambe
inutili abbondanti insufficienti naturali e intelligenti a tratti e a tratte
vo a scavalchi a saltelli a trampoli ti inombro mi faccio d'ombra figlio zoppo mai
t'insemino ti scorgo t'apro la pancia ti miracolo e così via
e così sia ti rivedo t'abbraccio e non mi muovo mentre torni al posto
mentre posti mentre pasti mentre pisti mentre pesti così via
così via dal mondo sei stato a lungo e in largo ritardo m'hai ignorato
e ignoro ignaro ingoio incastro m'imbatto m'abbatto e mi ributto

Teste tasto non detesto il lancio d'ogni giorno triste e intruso
non commento non collaboro designo il punto dell'impatto e fremo
bocca di cannone e connotati da forviare fumi e lumi d'escrescenza
niente cresce più dell'erba e più di me che l'erba voglio e vaglio
retrocedo retrogrado retrogusto retro-apposto supposto suppongo
su per linee in viso scavo e schivo scovo sobrio come scomposto sei
mentre ti carezzo caro ragazzo in vita e in morte ti conguaglio
e giuro un poco non denuncio ciò che ho preso e non è tuo

Le bocche de cannoni qui hanno passi ampi di mille teste a botto
non mia colpa se non c'entro in traiettoria traggo musica da mastico
destinato a dare fuoco a micce mica mi consolo e console mi faccio
faccio il punto e a capo cupo cippo-cioppo cepu ciocco ciccia cago

E adesso tocca a te, .

-INFORMATI-

(pensata come se l'avesse scritta un politico. Ma non uno qualunque. Quello là)





Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #34 il: Martedì 7 Settembre 2010, 00:33:01 »
Caro Alex la tua poesia è un concentrato di errori grammaticali e sintattici. La tua spiegazione certo chiarisce qualcosa e se uno cerca bene ritrova Lui in qualche punto (c'è una certa analogia col ventennio fascista anche come durata!). Se però avessi dovuto basarmi solo sul titolo, al massimo avrei potuto pensare che tu avevi voluto imitare il nonsense tipico dei politici. Sono però operazioni che non mi convincono personalmente. Avrei fatto un'operazione diversa sul politichese però grammaticalmente e sintatticamente corretta. Se fosse dipeso da me non l'avrei accettata per la pubblicazione motivandotelo nel modo suddetto e poi scendendo nei dettagli analitici sui quali qui è meglio sorvolare. Ovviamente questa è solo la mia valutazione, sarebbe interessante leggere il pensiero di altri.

Massimiliano Ruggiu

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #35 il: Martedì 7 Settembre 2010, 00:39:04 »
Preferisco decisamente quella che hai scritto nell'altro topic...  :)

Alex Manunta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #36 il: Martedì 7 Settembre 2010, 00:50:16 »
Caro Alex la tua poesia è un concentrato di errori grammaticali e sintattici. La tua spiegazione certo chiarisce qualcosa e se uno cerca bene ritrova Lui in qualche punto (c'è una certa analogia col ventennio fascista anche come durata!). Se però avessi dovuto basarmi solo sul titolo, al massimo avrei potuto pensare che tu avevi voluto imitare il nonsense tipico dei politici. Sono però operazioni che non mi convincono personalmente. Avrei fatto un'operazione diversa sul politichese però grammaticalmente e sintatticamente corretta. Se fosse dipeso da me non l'avrei accettata per la pubblicazione motivandotelo nel modo suddetto e poi scendendo nei dettagli analitici sui quali qui è meglio sorvolare. Ovviamente questa è solo la mia valutazione, sarebbe interessante leggere il pensiero di altri.

Evidentemente non c'è nulla di avventato nella tua analisi. Evidentemente è un non-sense e premesso da me stesso che ci fosse la presenza di errori, come tu hai ravvisato soprattutto nella sintattica, mi è sembrato un tantino superfluo che sia stato ribadito. Potrei portare molti altri esempi di creatività ma questo risulterebbe un mio voler salire in cattedra, cosa di cui mi guardo bene e lascio fare ad altri. Potrei scusarmi se ti ha dato disturbo, se fosse dipeso da me.

Grazie per la tua attenzione, comunque.
« Ultima modifica: Martedì 7 Settembre 2010, 01:08:52 da Alex Manunta »

Alex Manunta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #37 il: Martedì 7 Settembre 2010, 00:58:23 »
Preferisco decisamente quella che hai scritto nell'altro topic...  :)

Capisco... ma questa come l'altra non sono dimostrazioni di bravura... l'una per il motivo per cui è nata e l'altra per il motivo per cui non è nata.  :)

vabbé, a me andava di sdrammatizzare un po' giocandoci su, ma comprendo anche l'urgenza di fare chiarezza sulla questione.

olivedolci (come suoleva salutarmi il mio vecchio salumiere di fiducia)

Buon Proseguimento.

Offline Amara

Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #38 il: Martedì 7 Settembre 2010, 01:02:04 »
..sinceramente.. non mi sono posta, in questo caso, il problema di individuare errori sintattici....
perchè mi ha trascinato il suono e del suono sono parte stessa... sono arrivata in fondo d'un fiato con un sorriso....:) ;D
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #39 il: Martedì 7 Settembre 2010, 01:38:30 »
Evidentemente non c'è nulla di avventato nella tua analisi. Evidentemente è un non-sense e premesso da me stesso che ci fosse la presenza di errori, come tu hai ravvisato soprattutto nella sintattica, mi è sembrato un tantino superfluo che sia stato ribadito. Potrei portare molti altri esempi di creatività ma questo risulterebbe un mio voler salire in cattedra, cosa di cui mi guardo bene e lascio fare ad altri. Potrei scusarmi se ti ha dato disturbo, se fosse dipeso da me.
Grazie per la tua attenzione, comunque.

Mi pareva di aver capito che tu volevi un giudizio sulla tua poesia e io ho dato il mio del tutto disinteressatamente, con assoluta sincerità. Non vedo motivi per scusarti e non capisco la storia del disturbo. Perché dovrei essere disturbato? L'ho analizzata, ho capito il tuo intento, ho detto quel che ne penso, questo è il mio modo di affrontare qualsiasi opera. Vedo, ad esempio, che Amara ha tutt'altro approccio. Non ho dato giudizi di valore, mi guarderei bene dal farlo, con quale autorità poi e a che pro? Ho solo detto che questo modo di poetare non mi piace e l'ho motivato. Non sono nella commissione di nessun premio letterario e, probabilmente, non lo sarò mai, perciò puoi dormire sonni tranquilli e magari sperare...non si sa mai...

Alex Manunta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #40 il: Martedì 7 Settembre 2010, 02:47:11 »
"Se fosse dipeso da me non l'avrei accettata per la pubblicazione motivandotelo nel modo suddetto e poi scendendo nei dettagli analitici sui quali qui è meglio sorvolare."

Signor Angelo, Il fatto di scusarmi o meno per il suo disturbo è nato da questa sua affermazione sopra, che più che vicina all'opinione mi è sembrata decentrata verso l'indignazione e alla censura. Comunque, nessun problema, io ci metto sempre la faccia in quello che scrivo ed ero ben consapevole di andare in contro a valutazioni o critiche, seppure l'intento era quello di strappare un sorriso. La sua analisi, del tutto onesta sulla struttura sintattica e grammaticale in quanto è un vero e proprio guazzabuglio, della "poesia" (poesia però che non è poesia, e c'era un filo di ironia anche nel chiamarla tale) mi è apparsa superflua solo nei punti che già Le ho evidenziato. Ma Anche di questo non potrei fargliene una colpa, evidentemente ho sbagliato io il momento e il luogo per fare una sortita gioviale ( una volta che mi va di giocare… !), in quanto mi rendo conto che è un argomento abbastanza serio, e che Lei come altri intervenuti stanno affrontando con altrettanta dovuta serietà. Mi creda, se avessi pensato di presentarmi di fronte a una commissione di un premio letterario, avrei avuto ben altro da esporre. Ma ahimé, ripeto, sbagliai comunque il luogo e il momento. Tutto qui. Credo non ci sia nulla da aggiungere per me è tutto chiarito.

Mi spiace che se ne sia risentito per la mia risposta sopra ma ero rimasto un po' infastidito (soprattutto dalla frase che ho riportato). Le confermo il mio rispetto che per quanto possa essere resterebbe comunque invariato, e la mia stima di Lei come Persona e Poeta.


Saluti e buon proseguimento.

« Ultima modifica: Martedì 7 Settembre 2010, 02:49:40 da Alex Manunta »

Alex Manunta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #41 il: Martedì 7 Settembre 2010, 04:27:19 »
 Aggiungo solo un'altra cosa, che poi mi è sovvenuto sia la causa del malinteso, credo. La cosa che ho riportato sopra "poesia del politico" nacque come un gioco e per quello la postai in un paio di siti, proprio per ironizzare sull'importanza della forma rispetto al contenuto. In seguito cancellata e tornata nel cassetto insieme ad altre mille. Non è certo una cosa di cui vado particolarmente fiero, sinceramente, e mi guarderei bene di proporla seriamente, per di più sotto la voce "poesia". l'ho portata nel topic proprio per ironizzare sulla forma e i metodi di scrittura, e soprattutto miei. Mi era sembrato il caso, insomma. Quindi penso il signor Angelo abbia creduto che era una poesia che proponevo all’attenzione degli autori per un parere pre o post  inserimento, ed io ho creduto lui consigliasse il bannaggio della stessa dal topic.



Poi, per controcanto, adesso mi toccherà dare un saggio di cosa intendo per poesia.



-Pane e pomodoro-

La terra si spazza facile
portata dentro da ognuno
che entra come deve entrare
se concesso
da un mediocre mantenimento dell’uscio
e per chi ospita legna all’angolo
di un vano arredato dall’odore dolciastro
dei baffi carbone sulla bocca del camino
i ferri sono azzurro cenere



la saponiera magnetica
è il gettone di metallo sul pane
da tenere un po’ negli occhi
maneggiando la cura
l’ordine da fare sulla mensola
sulle ceramiche rosa e nello specchio
con una finestra sui rumori fuori
dei cani mai sazi a girare
attorno alla rete del pollaio
delle uova fresche da vendere



- Tra poco arriverà il postino,
il sabato anche qualche avventore.
Non ho mai amato far sapere di cosa mangio.




Questo, il bello del pane al pomodoro.
Ci si lava le mani dopo,
senza sia detto necessario farlo.

(Alex Manunta)




Saluti.

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #42 il: Martedì 7 Settembre 2010, 08:58:43 »
Quest'ultima l'avrei accettata...a parte gli scherzi io non banno nessuno né mi sono mai sognato di proporre pratiche del genere. Ti avrei chiesto di spiegarmi una sola cosa, perché hai scritto 'di cosa mangio' anziché 'che cosa mangio' che mi sembra più corretta. Nel tuo caso poi (diamoci del tu) non sussisteva alcun motivo. Mi ero messo per un attimo solo nei panni di un redattore di una rivista letteraria e mi sono chiesto, in base alle mie convinzioni, come mi sarei comportato di fronte a un componimento del genere.E poi non era il tema della discussione? Io sono abituato ad avere a che fare con referees di riviste (scientifiche nel caso mio), a volte tra l'invio dell'articolo e la pubblicazione può passare anche un anno perché qualche referee non è convinto di quel che hai scritto o di certi passaggi e allora s'innesca una fruttuosissima quanto estenuante discussione nella quale si scende nei minimi dettagli.Il tutto avviene in inglese che complica di molto. Per fortuna finora non ho avuto mai un rifiuto ma l'ho rischiato diverse volte e comunque ho quasi sempre sudato per farmi accettare gli articoli. Ma non recrimino sul sistema, lo ritengo necessario. Ciao

Alex Manunta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #43 il: Martedì 7 Settembre 2010, 10:55:45 »
Quest'ultima l'avrei accettata...a parte gli scherzi io non banno nessuno né mi sono mai sognato di proporre pratiche del genere. Ti avrei chiesto di spiegarmi una sola cosa, perché hai scritto 'di cosa mangio' anziché 'che cosa mangio' che mi sembra più corretta. Nel tuo caso poi (diamoci del tu) non sussisteva alcun motivo. Mi ero messo per un attimo solo nei panni di un redattore di una rivista letteraria e mi sono chiesto, in base alle mie convinzioni, come mi sarei comportato di fronte a un componimento del genere.E poi non era il tema della discussione? Io sono abituato ad avere a che fare con referees di riviste (scientifiche nel caso mio), a volte tra l'invio dell'articolo e la pubblicazione può passare anche un anno perché qualche referee non è convinto di quel che hai scritto o di certi passaggi e allora s'innesca una fruttuosissima quanto estenuante discussione nella quale si scende nei minimi dettagli.Il tutto avviene in inglese che complica di molto. Per fortuna finora non ho avuto mai un rifiuto ma l'ho rischiato diverse volte e comunque ho quasi sempre sudato per farmi accettare gli articoli. Ma non recrimino sul sistema, lo ritengo necessario. Ciao





Angelo ( si diamoci del tu che è meglio, anche se al momento non sono troppo infastidito: non so se ci hai fatto caso, quando sono infastidito do del tu a priori… brighella!) questa è un’osservazione che non è la prima volta che mi si fa, e come altre volte mi trovo a dover spiegare: Far sapere cosa si mangia è una cosa irrilevante sul piano intimo. Più profondo, quindi da tenere ben celato,  è far sapere “di” cosa si mangia. So, anche se suona male musicalmente, che rinunciarvi è come rinunciare alla classica ciliegina sulla torta, insomma. Nella scena infatti, ho dipinto un personaggio che, come mi è stato espresso nel commento più vicino al significato della stessa, “si legittima nello sprecare la vita”. Un personaggio cupo,  sicuramente scontroso, avido, che vive la sua grottesca solitudine come una sublimazione dell’esistenza, da tenere ben nascosta, segreta appunto. Nonostante sia evidente la condizione della sua esistenza agli occhi di chi lo frequenta occasionalmente, come il postino o gli avventori del fine settimana, lui non lo sa, fa finta che non lo sa, non se ne vuole rendere conto, soprattutto non vuole sapere se gli altri se ne rendano conto. Come voler evitare interferenze con i suoi tanto cari privati piani di processo alla vita. E di questo appunto mangia, di solitudine protetta, di cose che non si ritengono sane, indispensabili, che lui per sé decide e solo lui può smettere. Il pane al pomodoro, metaforicamente è la vita, che lui mangia avidamente, spesso ciucciandosi le dita alla fine, ma in segreto, e da concludere correttamente se è in vista possa giungere qualcuno, sorprendendogli quella stana luce negli occhi, quella sua eccitazione che è quel qualcosa a cui lui non rinuncerà, che non molla a nessuno, mollandogli piuttosto il suo ghigno, quello sicuro, quello preventivo sempre in ombra.

Ora, non sai quanto detesto spiegare le cose che scrivo, ritengo le poesie che si scrivono non vadano MAI spiegate. Ognuno prende ciò che vuole, ci vede ciòche vuole, ciò che ha. Ed ha la sua immaginazione, la sua esperienza cognitiva, la sua sensibilità, questo deve bastare, e viva Dio la poesia è bella proprio per questo. La poesia racconta, e a ognuno ciò che si vuole/deve raccontare.

Poi, ricordo dei tuoi impegni, della tua professione, abbiamo avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere in luogo dell’incontro a Roma. Ti ricordo simpaticamente. Un saluto.

Chiedo scusa a chi ha aperto il topic se sono andato un po' fuori tema (a questo punto sembra sia stato aperto per me) e se ho annoiato qualcuno con le mie dilungazioni (io sono sempre quello che detesta le dilungaggini, eh!)
« Ultima modifica: Martedì 7 Settembre 2010, 11:12:55 da Alex Manunta »

Offline Angelo Ricotta

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Re: Le poesie devono essere grammaticalmente impeccabili?
« Risposta #44 il: Martedì 7 Settembre 2010, 11:32:09 »
Mi sembra del tutto in tema il tuo intervento. Ti avevo chiesto un chiarimento grammaticale e tu me l'hai ampiamente giustificato. Adesso ho capito che tu hai semplicemente usato 'mangio' in luogo del più corretto grammaticalmente 'mi nutro' retto da 'di cosa', proprio per attrarre l'attenzione sul tema di fondo della poesia. È una dissonanza perfettamente accettabile. Al contrario di te io amo spiegare le poesie, anche e soprattutto le mie naturalmente. Mi sarebbe piaciuto incontrare qualche grande poeta e farmi spiegare le sue. Voglio entrare nell'anima degli altri e confrontarla con la mia. Questo atteggiamento lo estendo ad ogni forma di conoscenza e mi porta sempre a fantasticare su cosa veramente avesse voluto dire o provato questo o quello, a cercare di immedesimarmi. Trovo però il compito molto difficile quando si tratta di una donna! Penso che questo discorso sia molto interessante. Ciao.