...'è chi è convinto che il livello di qualità derivi da un corretto utilizzo della lingua italiana (anche se magari certe poesie sono perfette a livello grammaticale ma non dicono nulla) e chi pensa che il tutto debba essere valutato in base a ciò che un testo riesce a trasmettere.
Non credo che vi sia nessuno che pensa così. Credo che tutti le valutino per quello che trasmettono.
Il problema è che spesso, soprattutto se non vengono usate punteggiature, c'è una costruzione un po' "personale" e magari qualche errore di battitura o grammatica, quello che l'autore pensa di trasmettere non è quello che il lettore riceve.
L'autore ha in testa quello che vuole esprimere, e per lui è ovvio che il significato di quello che scrive sia quello che lui ha in testa. Invece chi legge non può sapere quello che l'autore ha in testa, può solamente leggere quello che ha scritto e se lo scritto non riesce a rappresentare quello che l'autore voleva trasmettere, lì nasce il problema.
Tanti litigi per commenti ritenuti "impropri" dall'autore della poesia sono dovuti proprio a questo. L'autore non riesce a mettersi nei panni di chi legge la sua poesia, o non pensa opportuno farlo, e quindi non sa o non vuole "mettere a punto" il testo in modo che trasmetta in modo efficace quello che lui ha in testa.
Quindi si, il valore della poesia deve essere basato su quello che la poesia trasmette, ma siccome la trasmissione avviene tramite la scrittura, tramite parole, verbi,. nomi, aggettivi, frasi... l'elemento "materiale" della scrittura ha una certa influenza. E' vero che ci sono poesie correttissime dal punto di vista grammaticale o metrico ma che non trasmettono niente, però ci sono anche tante emozioni bellissime che non riescono ad essere trasmesse perché l'autore le scrive male.